Il nuovo spot istituzionale Art Bonus, in onda sulle reti Rai e sulle piattaforme digitali MiBACT dal 20 ottobre 2019, racconta l’unicità del patrimonio culturale italiano attraverso gli occhi dei visitatori. Come in una vera e propria sindrome di Stendhal, i protagonisti dello spot sono stregati dalle opere d’arte in un’intima quanto sempre irripetibile vicinanza.
Le opere scelte dal MiBACT per la nuova comunicazione istituzionale dedicata al mecenatismo culturale appartengono ai seguenti siti culturali: Pompei, con l’affresco della Venere in conchiglia, che dà il nome alla domus restaurata e riaperta al pubblico nel 2016, il Museo Nazionale del Bargello di Firenze con le opere di Andrea della Robbia, Vincenzo Gemito e il David di Donatello, l’Anfiteatro campano di Santa Maria Capua Vetere, il Giardino delle sculture Fluide di Giuseppe Penone alla Reggia di Venaria Reale di Torino e il Teatro dell’Opera di Roma. Da nord a sud, un viaggio nella bellezza all’insegna della tutela.
Con il leitmotiv «diventa anche tu un mecenate» lo spot invita a regalare emozioni partecipando al restauro di opere d’arte ma anche al sostegno dello spettacolo dal vivo.
Video realizzato in collaborazione con il Centro Sperimentale di Cinematografia, regia di Paolo Santamaria.
La campagna di lancio dell'Art bonus si basava sul concetto che il patrimonio artistico-culturale vive anche dentro di noi. Tale concetto veniva espresso utilizzando la suggestione puramente visiva della esposizione multipla, tecnica fotografica con cui si sovrappongono varie esposizioni di diversi soggetti (un manager, un imprenditore, una signora che fa shopping, un pescivendolo, una musicista, due architetti e due studenti) dentro i quali sono evocati alcuni dei più significativi beni culturali del nostro paese.
Conservare i nostri beni culturali vuol dire conservare anche la nostra identità e trasmetterla ai nostri figli. Anzi, molto di più: è garantire al mondo la perpetuazione di una risorsa cruciale il cui destino è anche nelle nostre mani.
Questo tema è il principio sul quale era costruita la comunicazione per l’Art bonus, e veniva proposto al grande pubblico italiano in modo che l’appello al mecenatismo non fosse sostenuto solo da un criterio di vantaggio fiscale – di cui peraltro si informava puntualmente – ma avesse una motivazione, anche educativa, più profonda e ampia.
Si era preferito sollecitare simultaneamente emozioni sociali forti come l’appartenenza, l’orgoglio, la cura: perché ascoltando questo appello i cittadini italiani, privati cittadini o imprenditori che fossero, avvertissero la parte bella dentro di loro che li chiamava all’azione.