
Art Bonus è l’agevolazione fiscale più vantaggiosa varata dallo Stato italiano per il sostegno alla cultura, e spetta a tutti.
Tutti possono diventare mecenati grazie all’Art Bonus. Il credito d’imposta del 65% è riconosciuto in uguale misura a tutti i soggetti - indipendentemente dalla natura e dalla forma giuridica - che versano le loro imposte all’erario italiano: persone fisiche (dipendenti, pensionati, lavoratori autonomi), titolari di reddito d’impresa (imprenditori individuali e società), enti non commerciali (es: fondazioni bancarie, associazioni).
Unica differenza tra le diverse categorie di contribuenti è il limite di spettanza del credito:
- 15% del proprio reddito imponibile per le persone fisiche e gli enti non commerciali;
- 5 per mille dei ricavi annui per le imprese.
Per approfondimenti consultare la pagina Benefici fiscali.

Gli adempimenti per ottenere il beneficio fiscale sono ridotti al minimo.
Per usufruire del credito d’imposta è sufficiente:
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fare un bonifico con la causale che contenga il riferimento Art Bonus, identifichi il bene/attività destinatari della donazione, l’ente beneficiario e il CF o P IVA del mecenate. Sono consentiti altri sistemi di pagamento tracciabili: bonifici postali e utilizzo di carte di credito e prepagate, assegni bancari e circolari, pagamenti online, purché venga rilasciata ricevuta completa dei dati sopra indicati.
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conservare copia del documento che certifica l’erogazione in denaro con la causale di versamento Art Bonus, per eventuali accertamenti fiscali e per la propria dichiarazione dei redditi.
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le persone fisiche e gli enti non commerciali utilizzano il credito d’imposta in sede di dichiarazione dei redditi relativa all’anno fiscale in cui è avvenuta la donazione, ripartito in tre quote annuali di pari importo. L’importo della donazione deve essere inserito nell’apposita sezione dedicata alle erogazioni liberali per la cultura: quadro G9 sezione VII del 730, quadro CR14 sezione VII del modello UNICO PF.
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le imprese possono utilizzare il credito d’imposta Art Bonus fin dal 1° gennaio dell’anno successivo alla donazione, mediante modello F24, per compensare imposte, contributi e ritenute dovute allo Stato (IVA, INPS, IRPEF, IRES e ritenute dipendenti). Il codice tributo da utilizzare per la compensazione del credito d’imposta è 6842. Il credito spettante viene inoltre indicato nella dichiarazione dei redditi dell’impresa: quadro RU sezione 1 del modello UNICO SC (inserire il codice credito A3), sempre ripartito in tre quote annuali di pari importo.

La registrazione delle erogazioni liberali sul portale Art Bonus da parte degli enti che le ricevono è un obbligo di legge, ma chi dona può scegliere di restare anonimo oppure dare il consenso a rendere pubblico il proprio nome.
Gli Enti che ricevono donazioni Art Bonus sono tenuti per legge a registrarle sul portale governativo, e questo garantisce la trasparenza della procedura. In fase di registrazione delle erogazioni, tuttavia, gli Enti possono rendere visibile il nome del mecenate accanto all’importo della donazione solo se il donatore ha espresso il proprio consenso alla pubblicazione del nome.
Cosa può fare un Mecenate per rendere visibile il proprio nome sul portale governativo?
Se un mecente è stato registrato dall'ente sulla scheda di raccolta come anonimo perché non aveva dato all'Ente un consenso esplicito alla pubblicazione del proprio nome, egli stesso può agire direttamente sulla piattaforma per mettere in chiaro il proprio nome.
Ogni donatore infatti può comunicare al portale i dati della propria erogazione liberale e scaricare un’autodichiarazione contenente tutti i dati della liberalità. Tale autodichiarazione, integrata con le dovute autorizzazioni ai fini della privacy, consente anche la pubblicazione del nome del mecenate nella pagina del sito dedicata ai nomi di tutti i Mecenati non anonimi con le loro erogazioni stanno contribuendo al sostegno del Patrimonio culturale pubblico italiano.
Nelle attività di Comunicazione che riguardano le raccolte fondi Art Bonus i donatori possono essere citati e ringraziati pubblicamente dai beneficiari, ma trattandosi di contributi economici in regime di liberalità non è consentivo l'uso di marchi aziendali, e la menzione del donatore deve limitarsi al nome della persona fisica o alla denominazione/ragione sociale dell'azienda.
L’Art Bonus, infatti, si pone in un contesto di liberalità in cui l’eventuale ritorno di immagine non può essere conseguente ad una controprestazione (come avviene nelle sponsorizzazioni, che sono regolate da un contratto sottoscritto tra le parti), quanto piuttosto il riflesso indiretto dell'atto di mecenatismo, al quale possono contribuire diverse inziative spontanee degli enti, tra cui anche il pubblico ringraziamento.

Tante le ragioni per donare
Partecipazione, identità, reputazione, responsabilità sociale d’impresa e principi etici: insieme agli incentivi fiscali o personali, sono tra le motivazioni più importanti che grazie all’Art Bonus contribuiscono ad accrescere e convertire la “propensione a donare” in donazioni per la cultura.
Alcuni esempi?
Con questo gesto:
- si diventa mecenati e il proprio nome si aggiunge alla lunga lista di cittadini che grazie all’Art Bonus si prendono cura del patrimonio culturale della nazione;
- si contribuisce a proteggere un bene che è anche “nostro”, perché appartiene alla collettività, e si può ricevere un pubblico ringraziamento da parte dell’ente che ha ricevuto la nostra donazione;
- si può riscoprire la propria identità culturale e sentirsi parte di una comunità che si mobilita per preservare il patrimonio culturale del proprio territorio;
- destiniamo alla cultura una parte delle tasse da noi dovute allo Stato;
- facciamo un investimento che oltre ad avere un valore civico importante si traduce anche in un significativo risparmio fiscale.
Se sei in cerca di altre informazioni prova a consultare le FAQ di questo sito oppure scrivici a info@artbonus.gov.it