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Descrizione di carattere storico artistico relativa all’oggetto

L’affascinante organo, opera attribuita a Giuseppe Zannetti (Volterra, 1743-Pisa, 1802) del 1795, è posto tra la Sala del Buonumore e il Foyer, nascosto ai visitatori per ragioni di sicurezza, considerato lo stato in cui versa. Sarebbe interessante il suo restauro sia per la didattica sia per la produzione, collocandosi tra i preziosi strumenti musicali di proprietà dell’Istituzione, alcuni esposti presso la Galleria dell’Accademia e altri conservati, dopo un’attenta opera di restauro, presso la Direzione e la Presidenza. L'attribuzione all’organaro Zannetti, della cui opera sembra costituire uno dei rari esemplari esistenti, è stata inizialmente ipotizzata in un articolo del catalogo della mostra realizzata nel 2001 al Museo dell'Accademia, degli strumenti musicali della Collezione Granducale del Conservatorio. L'attribuzione è sostenibile e condivisibile comparando le caratteristiche dello stesso organo con quelle dell'organo della chiesa di S. Maria dei Galletti (Pisa) e con quelle dell’organo della chiesa di S. Giusto a Gualdo (Sesto Fiorentino) e con quelle dell’organo della chiesa dei SS. Biagio e Cristoforo a l'Ossaia (Cortona). Tra gli aspetti singolari dello strumento, probabilmente concepito per l'accompagnamento del canto, sono da segnalare l'ambito arcaico della tastiera di 47 tasti, da Fa  a Fa  con la prima ottava corta e la presenza di un Flauto a camino di 8 piedi, di piombo ed unisono al Principale, identificato come “Flauto dolce”. La presenza di questo registro, di chiara derivazione transalpina, è molto rara negli strumenti coevi conservati in Italia (di moda nella seconda metà del XVIII sec. nelle famiglie aristocratiche fiorentine e inglesi in Firenze che commissionarono strumenti basati proprio su questo registro). E’ possibile che Zannetti si sia più immediatamente ispirato al modello del “Principale a cannelli” di cui era dotato l’Organo Eco del monumentale strumento del 1738, chiesa dei Cavalieri di S. Stefano (Pisa).

Informazioni sullo stato della conservazione

Collocato in cassa lignea autonoma, divisa in 2 moduli sovrapposti, in forma di "trumeau" con le caratteristiche livornesi tipiche del periodo, dotato di sportelli e sormontata da un vistoso cappello modanato. Realizzato in legno di pioppo e abete completamente lastronato in "piuma di mogano" con riquadri e specchiature a imitazione di cassetti, con tastiera nascosta da una serranda mobile, con movimento a scomparsa sul piano dello "scrittoio". Sul retro la cassa superiore è dotata di due grandi sportelli in gattice in forma di telaio con due bozze ciascuno e la cassa inferiore è chiusa con 2 sportelli in gattice montati su telaio e tenuti in sede con naselli.

Purtroppo lo strumento versa in uno stato di grave deperimento sia per mancanza di restauri nel corso dei secoli sia per mancata utilizzazione.

L’operazione di restauro prevede il recupero dello strumento attraverso metodologie e tecniche che consentano di coniugare le esigenze conservative (tutela del manufatto inteso come “bene musicale”) e quelle connesse con il suo riutilizzo (compiuta efficienza fonica e meccanica). L’obiettivo sarà raggiunto  con opportuni interventi di restauro conservativo (pulitura, consolidamento dei materiali, integrazione delle lacune, rettifica delle deformazioni plastiche, disinfestazione e prevenzione nei confronti degli agenti nocivi, applicazione di sostanze protettive sulle superfici), di riassetto delle meccaniche e riproposizione dei 2 mantici a cuneo. Questi interventi saranno seguiti da quelli più specifici del restauro organologico, il cui obiettivo principale consiste nella restituzione delle caratteristiche originali del suono (timbro, altezza, volume, etc.) sia in relazione al carattere individuale dei singoli registri come a quello del corpo fonico nel suo insieme (pressione del vento, corista, intonazione e temperamento).

Informazioni sulla fruizione e orari di apertura

Gli Studenti in primis, i Docenti per le attività didattico-formative,la Città di Firenze nell'ambito delle attività di produzione del Conservatorio Luigi Cherubini (unico Conservatorio, ente pubblico della Toscana), il patrimonio culturale italiano che potrà tramite il restauro dello strumento vantare una una vera rarità.

Solo dopo il restauro l'Organo Zannett potrà essere ai visitatori.

DESCRIZIONE DEGLI INTERVENTI CON RACCOLTA APERTA


RACCOLTA FONDI

Raccolta aperta

Raccolta aperta

FASE ATTUATIVA

Raccolta fondi

IMPORTO 80.000,00 €

DESCRIZIONE INTERVENTO

Collocato in cassa lignea autonoma, divisa in 2 moduli sovrapposti, in forma di "trumeau" con le caratteristiche livornesi tipiche del periodo, dotato di sportelli e sormontata da un vistoso cappello modanato. Realizzato in legno di pioppo e abete completamente lastronato in "piuma di mogano" con riquadri e specchiature a imitazione di cassetti, con tastiera nascosta da una serranda mobile, con movimento a scomparsa sul piano dello "scrittoio". Sul retro la cassa superiore è dotata di due grandi sportelli in gattice in forma di telaio con due bozze ciascuno e la cassa inferiore è chiusa con 2 sportelli in gattice montati su telaio e tenuti in sede con naselli. Purtroppo lo strumento versa in uno stato di grave deperimento sia per mancanza di restauri nel corso dei secoli sia per mancata utilizzazione. L’operazione di restauro prevede il recupero dello strumento attraverso metodologie e tecniche che consentano di coniugare le esigenze conservative (tutela del manufatto inteso come “bene musicale”) e quelle connesse con il suo riutilizzo (compiuta efficienza fonica e meccanica). L’obiettivo sarà raggiunto con opportuni interventi di restauro conservativo (pulitura, consolidamento dei materiali, integrazione delle lacune, rettifica delle deformazioni plastiche, disinfestazione e prevenzione nei confronti degli agenti nocivi, applicazione di sostanze protettive sulle superfici), di riassetto delle meccaniche e riproposizione dei 2 mantici a cuneo. Questi interventi saranno seguiti da quelli più specifici del restauro organologico, il cui obiettivo principale consiste nella restituzione delle caratteristiche originali del suono (timbro, altezza, volume, etc.) sia in relazione al carattere individuale dei singoli registri come a quello del corpo fonico nel suo insieme (pressione del vento, corista, intonazione e temperamento).