Descrizione di carattere storico artistico relativa all’oggetto
Vero e proprio "documento-monumento" della storia cittadina, il Sacro Catino si ammira, oggi, isolato, entro il primo ambiente espositivo del Museo del Tesoro della Cattedrale di San Lorenzo.
Il cosiddetto “Sacro Catino” è un piatto esagonale in vetro verde, ma da sempre ritenuto di smeraldo e investito di valenze simboliche e sacre: secondo le cronache fu portato a Genova da Guglielmo Embriaco nel 1101, di ritorno dalla prima Crociata e dalla presa di Cesarea. L’arcivescovo di Tiro narra che durante la presa di Cesarea fu trovato dai Genovesi, nel tempio eretto in onore di Augusto , un "vaso di un verde intensissimo, e avendolo ritenuto di smeraldo, lo trattennero e lo recarono in patria come magnifico ornamento della loro chiesa.. oggetto di grande venerazione, una delle reliquie più importanti e preziose conservate in città. Da allora lo mostrarono alle eminenti personalità di passaggio come un’opera quasi miracolosa e preziosissima".
Iacopo da Varagine parla di esso come del Santo Graal, il catino in cui Cristo mangiò durante l’ultima cena o dove Nicodemo raccolse il sangue di Cristo in croce.
Napoleone lo volle trasportare (trafugare) a Parigi e proprio lì, nella capitale francese, nel 1806, venne appurato scientificamente che il prezioso recipiente non era fatto di smeraldo, bensì di vetro, la cui colorazione così intensa era dovuta a una componente molto ricca di ossidi di magnesio e potassio.
Putroppo il trasporto dalla Francia a Genova fu disastroso. Il Catino giunse frantumato in vari pezzi. Fu ricomposto nel 1951 ma non fu possibile colmare la lacuna che tuttora è visibile.
Gli studiosi non hanno ancora sciolto il nodo della questione delle origini di questo prezioso oggetto, prospettando due alternative possibili: la Palestina del I-II secolo, oppure l'Egitto fatimide del IX-X secolo. In sede di restauro sarà possibile condurre analisi che possano fornire indicazioni a riguardo.
Informazioni sullo stato della conservazione
Stato di Conservazione
L’opera in vetro verde/nero ha una discreta lacuna e un vecchio restauro che lo ha inserito in una struttura di sostegno di ottone che forse va rimossa o migliorata.
Proposta di intervento
Il progetto di restauro prevede: la rimozione della struttura esterna, lo smontaggio di tutti i vecchi interventi, la pulitura, un nuovo incollaggio, siliconi per eseguire la nuova integrazione della lacuna, ricerca del colore della resina da integrazione, esecuzione dell’integrazione, finitura ed eventuale protezione. Per la struttura di sostegno faremo valutazioni durante l’intervento.
Nel corso della prima fase di restauro, già avviata presso l'Opificio delle Pietre Dure, si è evidenziata la necessità di eseguire una serie di analisi che verranno eseguite dal Laboratorio Scientifico dell'Istituto con lo scopo di accertare la composizione quantitativa della matrice vetrosa e la natura del materiale utilizzato per l’incollaggio delle varie parti. In particolare l’attività diagnostica riguarderà:
- Prelievo di 1-2 campioni di vetro da lacune o fratture presenti sulla superficie.
- Inglobamento in resina per realizzazione di sezione/i lucida/e
- Osservazione e documentazione fotografica al microscopio ottico - Osservazione al microscopio elettronico a scansione ed analisi quantitativa della matrice vetrosa mediante microanalisi EDS. - Analisi mediante spettrofotometria infrarossa (FTIR) di un campione del materiale adesivo utilizzato per l’incollaggio dei frammenti di vetro.
Informazioni sulla fruizione e orari di apertura
Tre delle sale espositive non sono accessibili.
Biglietteria
Ridotto € 4,50 (solo Museo del Tesoro)
Bambini 0-5 anni gratuito
Indirizzo : Cattedrale, Piazza San Lorenzo - 16123 Genova
Contatti: Tel. 010 2471831; fax 010 5574701
e-mail: museotesorogenova@libero.it