I contenuti pubblicati sono a cura dell’Ente beneficiario delle erogazioni liberali il quale dichiara che i dati trasmessi sono conformi all’ art. 1 – Art Bonus - Decreto Legge 31 maggio 2014, n. 83 e s.m.i.

Attività principali dell'istituzione

La Galleria Nazionale dell’Umbria è uno dei 30 istituti museali autonomi facenti parte del Sistema Museale Nazionale, istituito a partire dal 2014. La ricca e tipologicamente variegata raccolta documenta principalmente l’eccellenza della produzione artistica tra XIII e XVI secolo in Umbria e nell’Italia centrale, estendendosi poi, cronologicamente, fino al XIX secolo. Si spazia dai dipinti su tavola, tela e affreschi, alle sculture in legno e in pietra, dalle oreficerie alle miniature, ai disegni, ai tessuti, alle ceramiche e ai ferri da cialda.  La fondazione del museo, direttamente collegata alla storia della perugina Accademia del Disegno (1573), ricevette un notevole impulso dopo l’Unità d’Italia, a seguito delle demanializzazioni dei beni ecclesiastici e della sua trasformazione in Pinacoteca Civica. Dal 1878 ha sede ai piani superiori del Palazzo dei Priori di Perugia, uno dei maggiori esempi di architettura civile gotica in Italia. Nel 1918 passò allo Stato, assumendo il nome di Regia Galleria Vannucci, poi divenuta Galleria Nazionale dell’Umbria. L’attuale percorso espositivo occupa una superficie di 4000 mq articolata su due livelli e consente la visita anche dell’antica Cappella dei Priori, affrescata da Benedetto Bonfigli. Il prestigio della raccolta è testimoniato dalla presenza di alcuni capolavori del Medioevo e del Rinascimento, con opere di Arnolfo di Cambio, Nicola e Giovanni Pisano, Duccio di Buoninsegna (Madonna col Bambino), Gentile da Fabriano, Beato Angelico (Pala della Sapienza Nuova), Benozzo Gozzoli, Piero della Francesca (Pala di San’Antonio) e Francesco di Giorgio Martini. Ampio spazio è riservato agli artisti umbri Benedetto Bonfigli, Bartolomeo Caporali, Fiorenzo di Lorenzo e in particolare ai celebri dipinti di Pietro Vannucci, detto il Perugino (Adorazione dei Magi, AnnunciazionePietà, San Bernardino che risana da un’ulcera la figlia di Antonio Petrazio di Rieti), Bernardino di Betto detto Pinturicchio (Pala di Santa Maria dei Fossi) e dei loro allievi e seguaci. Il percorso prosegue con un’esaustiva selezione di testimonianze pittoriche e scultoree del Seicento, del Settecento e dell’Ottocento, realizzate in Umbria da alcuni protagonisti del tempo quali Orazio Gentileschi, Valentin de Boulogne, Pietro da Cortona, Corrado Giaquinto, Sebastiano Conca, Pierre Subleyras, Jean Baptiste Wicar.

DESCRIZIONE DEGLI INTERVENTI CON RACCOLTA CHIUSA


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FASE ATTUATIVA

Procedure di Gara

IMPORTO 15.000,00 €

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DESCRIZIONE INTERVENTO

 

Il progetto Camera Oscura. La Galleria Nazionale dell’Umbria per la fotografia, curato da Marina Bon Valsassina e Costanza Neve, è allestito lungo il percorso espositivo permanente della Galleria Nazionale dell’Umbria.

Questo scrigno, verso il quale si scende e all’interno del quale si percepisce l’essere in un microcosmo, è lo spazio deputato ad accogliere raffinate mostre di fotografia che indagano, di volta in volta, i grandi maestri della camera oscura, la quale diventa la tela entro cui inscrivere ogni volta una nuova epifania.

Dal 14 novembre questo spazio ospiterà l’esposizione In breve. Robert Doisneau, a cura di Alessandra Mauro, studiosa tra le più accreditate nel campo della storia della fotografia. La mostra si compone di 30 fotografie che raccontano in sintesi la poetica del fotografo parigino, tra le quali spicca l’icona per eccellenza di questo autore, il famoso “Bacio di fronte Hotel de Ville”, pubblicato sulla rivista americana Life nel 1950 e divenuto immediatamente il simbolo di epoca e di una generazione.

Il celeberrimo artista francese, un cantore della vita di tutti i giorni, alla forza del verso epico preferiva quella sommessa dello stornello: questo era Robert Doisneau (1912-1994), tra i fotografi più influenti del suo tempo, in grado di raccontare come nessun altro la Parigi del Secondo dopoguerra in un serie di immagini perfette per costruzione e poesia. Al suo genio garbato e lucido, alla sua fotografia tenera e divertente è dedicata questa mostra, che raccoglie trenta immagini, tra le più celebri della sua produzione, in una selezione messa a punto con i suoi eredi e l’Atelier Robert Doisneau di Parigi.

Il progetto Art Bonus è volto a sostenere la realizzazione della mostra, al fine di valorizzare la straordinaria capacità del museo perugino di mettere in connessione arti varie, artisti lontani nella tecnica e nel tempo, armonizzando la diversità e trasformandola in unicità.


RACCOLTA FONDI

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FASE ATTUATIVA

Fine Lavori

IMPORTO 200.000,00 €

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DESCRIZIONE INTERVENTO

“Volendo fare di sua mano Lui è il meglio maestro d’Italia”. Con queste parole Agostino Chigi presenta Pietro Perugino, cogliendo con sorprendente sintesi due aspetti fondamentali della sua produzione: la qualità e la presenza dell’intervento di collaboratori. Lo scopo della mostra è quello di recuperare la giusta prospettiva per restituire a Perugino il ruolo che gli avevano assegnato il suo pubblico e la sua epoca.

Da qui la scelta di individuare per il progetto espositivo solo dipinti del Vannucci antecedenti al 1504 e di dare conto dei passaggi fondamentali del suo percorso: dalle prime collaborazioni con la bottega del Verrocchio, alle capitali imprese fiorentine che fecero la sua fortuna; dagli straordinari ritratti alle monumentali pale d’altare.

Un’ulteriore riflessione suscitata dall’immagine del Vannucci che la critica ci ha consegnato sottende il secondo registro di lettura della mostra. La tendenza a parlare del pittore in abbinamento ad altri grandi maestri del suo tempo (l’allievo di Verrocchio, il maestro di Raffaello, il compagno di studi di Leonardo).

Nell’indagare entrambi i filoni di ricerca, si è imposta la necessità di procedere sulla base di una geografia che segue di tappa in tappa gli spostamenti del pittore o delle sue opere attraverso l’Italia.

Il catalogo della mostra conterrà contributi dei maggiori specialisti del pittore e del periodo. I saggi che ripercorrono le tappe della carriera di Pietro saranno introdotti da testi descrittivi del “tempo” del maestro, approfondendone la storia, il pensiero e gli spazi. Ampio margine sarà riservato ai direttori e ai curatori delle collezioni di appartenenza delle opere in prestito, ad accentuare il carattere corale di un’impresa di collaborazione effettiva tra istituti, tra i quali le Gallerie degli Uffizi, la National Gallery di Washington e la National Gallery di Londra.

Si è proposto ai musei ai quali viene chiesto un consistente sforzo, in termini di numero e qualità delle opere concesse, di divenire veri e propri partners.

L’obiettivo è quello di recuperare lo sguardo dei contemporanei, tornando a vedere in Pietro Perugino uno dei protagonisti assoluti del Rinascimento.

Gli interventi per i quali si chiedono erogazioni liberali sono volti alla promozione e alla valorizzazione della mostra e della sua fruizione.

Una campagna di comunicazione coesa e coerente è funzionale alla leggibilità dell’operazione, quindi alla sua efficacia: gli strumenti scelti sono volti a estendere l’interesse a pubblici diversi.

La costruzione di un apparato didattico e di eventi è funzionale alla capillare copertura del territorio (coprotagonista), il quale è coinvolto come depositario di materiale per comporre un puzzle vivace e variegato, che dal museo si irradi per promuovere l’idea di rete.

Perugino nel suo tempo è l’opportunità per costruire Perugino nel nostro tempo, declinando l’arte anche in forme tradizionalmente innovative.


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Fine Lavori

IMPORTO 150.000,00 €

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DESCRIZIONE INTERVENTO

In previsione delle celebrazioni del cinquecentesimo anniversario della morte di Pietro Perugino nel 2023, il museo sta programmando gli eventi a esso collegati, soprattutto interventi conservativi su alcune delle opere, sia presenti nel percorso espositivo sia ricoverate all’interno dei depositi.

Un supporto particolarmente compromesso si è rivelato essere quello della Trasfigurazione dipinta da Perugino su commissione di Andreana Signorelli. La movimentazione dell’opera ha rivelato la necessità di ulteriori operazioni volte al risanamento delle tavole lignee, estremamente infragilite e disconnesse tra loro, e alla verifica e rifunzionalizzazione del sistema di contenimento originale.

Consistenti interventi sono previsti anche sul supporto dell’Adorazione dei Magi di Benedetto Bonfigli, il quale fu tra le figure di riferimento del Vannucci negli anni della formazione. Sul retro dell’opera è stata infatti realizzata, in un precedente restauro, una parchettatura la quale denota un’insufficiente capacità di assecondare le funzioni strutturali cui era destinata, tanto da compromettere la corretta conservazione del supporto.

Tra le opere che necessitano di restauro si annovera il Presepio con sant’Anna e pastori, tavola eseguita nel 1536 per la chiesa di san Francesco al Prato da Domenico di Paride Alfani, il quale, pur muovendo dall’esperienza del Vannucci, nella fase più avanzata della carriera guarda oltre i modelli perugineschi. In questa fase del percorso stilistico dell’Alfani dovette avvenire la formazione del figlio Orazio, il quale ne seguì le orme. Il giovane è autore di due dipinti, che costituiscono prove tra le più riuscite della pittura manierista in Umbria: due versioni del Riposo durante la Fuga in Egitto. Entrambe presentano cattive condizioni di conservazione, soprattutto per difetti di coesione e adesione della pellicola pittorica e degli strati preparatori, e per l’alterazione delle vernici.

Si intendono restaurare e sottoporre a indagini diagnostiche anche due tavole legate alle complesse vicende della pala che Raffaello – artista formatosi nella bottega di Perugino – eseguì per la cappella della famiglia Baglioni in san Francesco al Prato: il fregio con quattro coppie di putti alati seduti su teste di ariete e la copia della cimasa raffigurante l’Eterno e angeli. Le operazioni previste potranno forse fare chiarezza sulla dibattuta paternità di quest’ultimo dipinto, per alcuni eseguito da Domenico Alfani su modello dell'originale, per altri copia seicentesca del pittore perugino Stefano Amadei. Indagini diagnostiche e accurati restauri interesseranno anche le due copie di maggiore qualità della Deposizione Baglioni possedute dalla Galleria Nazionale dell’Umbria: quella che è da ritenersi la più antica a oggi nota, dipinta nel 1554 da Domenico Alfani in collaborazione con il figlio Orazio, e quella attribuita al Cavalier d’Arpino, inviata a Perugia dopo il trafugamento dell’originale da parte del cardinale Scipione Borghese.


NOTE Intervento archiviato


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Fine Lavori

IMPORTO Non definito (Sostegno generico)

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DESCRIZIONE INTERVENTO

L'intervento di sostegno ha come obiettivo il co-finanziamento dell’importante mostra dal titolo "L'Autunno del Medioevo", in programma alla Galleria Nazionale dell'Umbria a partire dal mese di Settembre 2019. L'esposizione curata da Andrea De Marchi e Matteo Mazzalupi, sarà l’occasione per far conoscere due aspetti poco noti del Quattrocento perugino: da un lato l'importante produzione di cassoni nuziali istoriati, arredi domestici di lusso commissionati in occasione dei matrimoni nella famiglie dell'alta borghesia e della nobiltà; dall'altro l'attività di un pittore da poco riscoperto, Giovanni di Tommasino Crivelli, milanese trapiantato a Perugia (dove morì nel 1481) e specializzato nella realizzazione di questi manufatti preziosi, dove il gesso modellato e dorato crea fastosi e festosi cortei nuziali o rievoca più dotte vicende letterarie, destinate a istruire sulle virtù degli sposi e a metterli in guardia contro i vizi. La pittura di Giovanni di Tommasino, dal caldo cromatismo, filamentosa e vibrante, non si schiuse mai a una dimensione rinascimentale, rimanendo sempre legata ai valori intimamente gotici di un’arte analitica e preziosa, congeniale alla manifattura dei cassoni istoriati. Attraverso la ricostruzione dell'opera di questo artefice tenacemente nostalgico della civiltà degli ori, si offrirà uno spaccato della cultura figurativa perugina in un momento delicato di transizione, dove il vecchio mondo era ormai insidiato da artisti sensibili alla nuova lingua del Beato Angelico e di Filippo Lippi, come Benedetto Bonfigli e Bartolomeo Caporali.


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Fine Lavori

IMPORTO 150.000,00 €

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DESCRIZIONE INTERVENTO

La Galleria Nazionale dell’Umbria custodisce più di venti tavole di Pietro Perugino e alcune decine di opere della bottega, dei seguaci o di contemporanei che a lui hanno attentamente guardato. In previsione delle celebrazioni del cinquecentesimo anniversario della morte del Vannucci nel 2023, evento che il museo sta già programmando, si intende procedere a interventi conservativi che interessano alcune di queste opere, sia presenti nel percorso espositivo, sia ricoverate nei depositi. Alcune necessitano di interventi consistenti, impossibili da realizzare negli spazi non ancora attrezzati del museo (è il caso dell’Orazione nell’orto di Giannicola di Paolo), altre invece non hanno bisogno che di una ‘rinfrescata’, ovverosia di piccole azioni prossime alla manutenzione piuttosto che al restauro vero e proprio. Verranno coinvolte ditte specializzate nel restauro presenti sul territorio umbro, coordinate e coadiuvate dai restauratori della Galleria che si occuperanno direttamente di gran parte delle puliture e delle integrazioni pittoriche, mentre il lavoro sui supporti dovrà essere sempre necessariamente appaltato all’esterno. Il progetto che qui si propone è concepito in maniera modulare e verrà realizzato in tappe scandite dagli eventuali finanziamenti. Con un minimo di circa 50.000 euro si potranno garantire le priorità, con circa 150.000 euro il progetto potrà compiersi definitivamente, il raggiungimento di cifre racchiuse tra i due estremi consentirà l’aggiunta progressiva di opere. I finanziamenti andranno a coprire i lavori appaltati esternamente, le indagini diagnostiche, i trasporti per e dai laboratori di restauro e le relative assicurazioni. Tra le opere più importanti che si andranno a restaurare figura senz’altro il disegno di Perugino raffigurante un pastore in adorazione del Bambino. Si tratta del cartone preparatorio dell’affresco strappato con l’Adorazione dei Pastori proveniente dalla chiesa di S. Francesco di Monteripido e custodito in Galleria (anch’esso da restaurare in quest’occasione). Il disegno del pastore che gli sta a fianco era già arrivato in Galleria grazie a un comodato l’anno scorso, adesso la coppia si è ricongiunta e non è mai stata presentata al pubblico. Tra le altre opere si segnalano, oltre a un’altra tavola di Perugino, importanti testimonianze dell’arte di Luca Signorelli, Piero di Cosimo, Dono Doni, Domenico Alfani e altri. Al termine del progetto, previsto per la primavera del 2020, le opere saranno presentate ufficialmente al pubblico insieme ai mecenati, mostrate nel percorso espositivo della Galleria per circa tre mesi, identificate da una didascalia particolare. I nomi dei mecenati saranno elencati in un apposito supporto. Menzione dei mecenati sarà riproposta in occasione delle celebrazioni del 2023 per il centenario della morte di Perugino. Se i finanziamenti risulteranno sufficienti si potrà immaginare la pubblicazione dei restauri in un apposito volume della collana “I Quaderni della Galleria”.


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IMPORTO Non definito (Sostegno generico)

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DESCRIZIONE INTERVENTO

Non ci sono dubbi che l'oggetto di cui si parla è per sua natura, almeno apparentemente, molto fragile, ma non lo è affatto l’argomento bolle di sapone, che riveste una tale ampiezza di aspetti diversi che si può darne conto solo in minima parte. Tra l’altro le bolle di sapone, malgrado quello che si può pensare, non sono affatto fragili, almeno come modelli matematici.

Nel suo racconto di viaggio Innocent Abroad, Mark Twain ha scritto:“una bolla di sapone è la cosa più bella, e la più elegante, che ci sia in natura... Mi chiedo quanto sarebbe necessario per comprare una bolla di sapone se al mondo ne esistesse soltanto una”. Una mostra sulle forme che sembrano fragili ed eteree e che invece sono una delle idee importanti che legano insieme l’arte, la scienza, l’architettura sin dagli inizi del Cinquecento. Un progetto che vuole rendere visibili alcuni momenti di una storia iniziata nel sedicesimo secolo, quando gli artisti del Nord Europa scoprirono le bolle di sapone e ne fecero uno dei simboli della fragilità delle ambizioni umane, della Vanitas: Goltzius, Netscher, Bailly, e poi Chardin, Couture, Brueghel, e molti altri. Una galleria di grandi quadri e di opere che dal Cinquecento arrivano sino ai nostri giorni, fino alle grandi installazioni di Tomás Saraceno. Una mostra che vuol far cogliere dei momenti della storia scientifica delle bolle di sapone, dalle prime ricerche di Newton sino ai lavori del fisico Joseph Plateau e alla nascita della moderna teoria delle superfici delle lamine di sapone.Una storia legata all’arte, allo studio delle forme, alla scoperta delle strutture microscopiche dei Radiolari animali che fanno parte del Plancton negli Oceani del mondo. La loro conformazione ha influenzato i primi studi di morfogenesi, fino alle forme dell’Art Nouveau ispirate dalla natura.

La mostra terrà conto anche di forme e idee che hanno ispirato opere di architettura contemporanea, quali il modello della piscina olimpionica di Pechino nel 2008. Una storia esemplare dei legami tra arte, scienza e cultura, che tocca tutta l’Europa e che riempie di meraviglia per un’evoluzione inaspettata. Grandi artisti, grandi scienziati, grandi architetti, tutti affascinati dalle forme delle bolle e delle lamine di sapone. Una vera mostra interdisciplinare, parola abusata ma difficilmente utilizzata realmente, articolata in due sezioni:una grande rassegna di opere d’arte arte sul tema delle bolle, a partire dal Cinquecento per arrivare fino alla contemporaneità;un racconto della storia scientifica delle bolle di sapone, da Newton in poi, con le bellissime immagini dei Radiolari delle tavole di Haeckel e al microscopio elettronico, con i modelli in vetro soffiato del Museum of Natural History di New York e i vasi di Gallé ispirati dalle loro forme.

La mostra verrà allestita dal 16 marzo al 9 giugno 2018 nella Sala Podiani, il monumentale spazio espositivo antistante l’ingresso della Galleria Nazionale dell’Umbria.

 


NOTE Intervento archiviato