Descrizione di carattere storico artistico relativa all’oggetto
Il Monastero del Carmine si trova nel cuore del centro storico di Bergamo, sul versante settentrionale di Città Alta. L’edificio è profondamente coinvolto nello sviluppo urbanistico della città e raccoglie in un organismo edilizio compiuto una serie di preesistenze architettoniche sviluppate sin dall’epoca romana.
L’ arco temporale della sua edificazione, inizia dalla seconda metà del 1300, vede il periodo di massima attività tra la fine del 1400 e l’inizio del 1500 con la costruzione di gran parte del chiostro, del refettorio, dei locali per i monaci e si conclude di fatto nella seconda metà del 1600 con la realizzazione delle stalle, della sala del Capitolo e della nuova libreria.
Nel 1700 si apre per il monastero un periodo di decadimento e, dopo la sua soppressione in epoca napoleonica, di abbandono. Presto il chiostro e i locali che lo circondano sono attrezzati per ospitare appartamenti in affitto. Nel 1800 il frazionamento tra diversi proprietari e le scarse opere di manutenzione fanno peggiorare sensibilmente la situazione dell’immobile tanto da rendere assai difficile il riconoscimento dei valori documentali ed estetici che lo connotano.
Una rivalutazione del complesso monastico, o quantomeno del suo chiostro, avviene nel 1951 ad opera di Luigi Angelini che descrive il Carmine come da molti anni in triste abbandono e in totale isolamento dalla conoscenza cittadina.
Col tempo la situazione dell’immobile va via peggiorando. Solo in seguito a un crollo e alla dichiarazione di inagibilità del 1954 le autorità ecclesiastiche si risolvono alla cessione gratuita del fabbricato in favore dell’Amministrazione comunale di Bergamo.
Dal 1956 prende avvio un ventennio di lavori di consolidamento statico che, pure ponendo rimedio a gravi dissesti statici, spesso con interventi d’urgenza, con la demolizione di volte e la ricostruzione di solai e coperture, porta alla perdita di alcuni caratteri architettonici originali.
Informazioni sullo stato della conservazione
Seppure negli anni siano stati sviluppati diversi progetti di riuso, l’edificio rimane pressoché inutilizzato per diversi decenni fino a che, nel 1996, inizia ad ospitare il Teatro tascabile di Bergamo.
Dal 2010 al 2013 l’Amministrazione comunale esegue interventi mirati al restauro e alla conservazione del Monastero: consolidamento statico, sistemazione dei tetti, messa in sicurezza e consolidamento dei fronti esterni.
Nel 2015, l’Amministrazione comunale ha avviato i lavori di riapertura del passaggio rivelando alla città il complesso monastico rimasto per più di cinquant’anni quasi sconosciuto.
Tra il 2015 e il 2016 il Teatro Tascabile, in collaborazione con l’Amministrazione comunale, dà vita al progetto di recupero e valorizzazione in chiave culturale del Monastero, partendo dall’idea che il valore del Carmine non è costituito solamente dal suo dato materiale, ma anche dall’insieme dei caratteri immateriali che lo connotano e lo identificano culturalmente. Nell’arco della sua lunga permanenza al Carmine il TTB si è pienamente integrato con il luogo, con la sua storia, la sua natura, la sua peculiare riservatezza, dedicando tempo e cura per renderlo corrispondente alla comune visione cittadina: quella
di spazio da dedicare all’arte e alla cultura.
Dal 2015 il chiostro è sede del festival estivo internazionale e multidisciplinare Arcate d’arte. Consonanze di teatro, cultura e arte. Le sue attività sono composte e organizzate per un modello di “piazza aperta”, elemento catalizzatore all’interno del contesto di vita della Città Alta capace di produrre un coinvolgimento politico, didattico e artistico dei cittadini.
Nel 2018 il Teatro Tascabile ha sottoscritto col Comune di Bergamo il primo Partenariato Speciale Pubblico Privato in Italia per il recupero e la valorizzazione in chiave culturale del Monastero del Carmine tramite il progetto #tuoCarmine.
Il refettorio e la sala del Capitolo sono stati oggetto del primo lotto di interventi per il restauro del Monastero iniziati nel 2019 e terminati a fine 2020. Oggi refettorio e sala del Capitolo sono rispettivamente divenuti Teatro Renzo Vescovi e sala polivalente adatta a differenti situazioni e utilizzi.
Adiacente al refettorio, l’antica cucina dei carmelitani è divenuta, dopo i lavori di recupero, il foyer del teatro e la sede della Biblioteca Teatrale Eurasiana.
La parte settentrionale del complesso sarà oggetto del secondo lotto di interventi per la realizzazione dell’atelier, cioè spazi per sale prova, uffici, laboratori, magazzini e della foresteria d’artista.
Informazioni sulla fruizione e orari di apertura
Per informazioni consultare il sito www.teatrotascabile.org