I contenuti pubblicati sono a cura dell’Ente beneficiario delle erogazioni liberali il quale dichiara che i dati trasmessi sono conformi all’ art. 1 – Art Bonus - Decreto Legge 31 maggio 2014, n. 83 e s.m.i.
L’Ente dichiara che il bene oggetto di erogazioni liberali è di interesse culturale ai sensi dell’art. 10 del D.Lgs. 22 gennaio 2004 N.42 e s.m.i. (Codice dei beni culturali e del paesaggio).

Descrizione di carattere storico artistico relativa all’oggetto

Le Navi puniche di Lilibeo, rinvenute dall'archeologa britannica Honor Frost al largo della punta NO dell'Isola Grande (Stagnone, Marsala) rappresentano l'attrattiva più importante del Museo Lilibeo (ex Baglio Anselmi), inaugurato nel 1986 proprio allo scopo di esporre la prima Nave punica (1971-78), assemblata  nei locali del baglio nel 1978, e ricostruita in tutta la sua estensione sulla base anche dei resti della c.d. Nave Sorella o Sister Ship, che la stessa archeologa aveva individuato e in parte recuperato a 70 m. dal primo relitto (1974). Eliminata già negli anni Novanta la parte ricostruita della prua della Nave punica, in quanto il prosieguo degli studi aveva evidenziato la diversità tra le due navi, nel 2021 la Nave Sorella è tornata ad essere esposta, quale relitto diverso ma probabilmente coevo alla prima e attribuibile alla cultura punica per la presenza di una lettera punica (waw=chiodo), proprio nel punto del dritto di prua doveva essere affisso un chiodo.

Di particolare interesse è l'elemento di dritta della prua, l'unico recuperato nel 1974; insieme ad un altro simile e ad un terzo elemento rimovibile non più esistente costituiva lo sperone della nave, secono l'interpretazione di Honor Frost, mentre secondo altri studiosi aveva la funzione di tagliamare, un prolungamento dello scafo destinato a migliorare la velocità di navigazione e a proteggere la prua dai fondali bassi e sabbiosi.

L'elemento, esposto insieme ad altri reperti lignei della stessa Nave ed al modello in scala 1:1 che riproduce la prua, realizzato nel 1978 dai carpentieri navali Bonanno di Marsala, è dunque una testimonianza archeologica di fondamentale importanza per l'interpretazione del relitto. Nel 2024, a causa delle precarie condizioni conservative della parte terminale, è stato trasferito al Centro Regionale di Progettazione e Restauro al fine  di realizzare indagini diagnostiche e progettare il restauro.

Informazioni sullo stato della conservazione

Il reperto, in stato imbibito al momento del rinvenimento in mare, è stato interessato da fase di desalinizzazione e trattato con PEG 4000 in fase di consolidamento, propedeutico all’asciugatura. Il reperto, attualmente in stato asciutto, presenta un diverso stato di conservazione; circa ¾ risulta in discreto stato, mentre 1/3,  più morbido al tatto, è coperto quasi completamente da patina pulverulenta di colore giallo ocra. Le indagini chimico-fisiche effettuate dalla dott.ssa Saladino, Dipartimento STEBICEF dell’Università degli Studi di Palermo, hanno evidenziato la presenza di: Maghemite, Lepidocrocite, Goethite, Metavoltine, Melanterite (solfati di ferro variamente idratati), Covellite (solfuro rameico), come prodotti di degrado degli elementi metallici presenti. Verosimilmente l’ossidazione di composti dello zolfo ridotto, derivata dall’ambiente quasi anossico in cui la nave è stata lungamente sommersa, ha dato origine allo sviluppo di acido solforico, abbassando l’acidità del legno ed innescando fenomeni di degrado a danno delle pareti cellulari.
Lo sviluppo di acido solforico funziona da catalizzatore nelle reazioni di degrado ossidativo del PEG e in quelle di idrolisi acida della cellulosa con gravi conseguenze sulla resistenza meccanica del legno. La presenza del PEG potrebbe avere avuto il ruolo di accelerare e favorire le varie reazioni. Nella porzione meno deteriorata lo stato di conservazione si dimostra discreto per quanto riguarda la struttura lignea e la sua massa.
La porzione maggiormente deteriorata (patina gialla), presenta n.3 fasciature verosimilmente applicate a protezione meccanica/contenitiva di quella parte di prua, che risulta sfibrata, fessurata e presenta sfaldamento tra gli strati in corrispondenza della parte terminale. Una frattura passante interessa l’elemento denunciando un degrado avanzato in corrispondenza degli attacchi. I vincoli metallici risultano ossidati. 

 

Informazioni sulla fruizione e orari di apertura

Il Museo fa parte del Parco archeologico di Lilibeo-Marsala ed è fruibile dal martedì alla domenica:

ORARI ESTIVI (DAL 1° APRILE AL 25 OTTOBRE): ORE 9.00-23.30 (ULTIMO INGRESSO 23.00)

ORARI INVERNALI (DAL 26 OTTOBRE AL 31 MARZO): ORE 9.00-19.30 (ULTIMO INGRESSO 19.00)

DESCRIZIONE DEGLI INTERVENTI CON RACCOLTA APERTA


RACCOLTA FONDI

Raccolta aperta

Raccolta aperta

FASE ATTUATIVA

Raccolta fondi

IMPORTO 2.684,00 €

 slide
 slide
 slide
 slide
DESCRIZIONE INTERVENTO

L'intervento di restauro prevede le seguenti fasi operative

    1. Misurazione del PH;
    2. Documentazione fotografica, in formato digitale, e relazione tecnica finale;
    3. Rilevamento dello stato di conservazione e rilevamento grafico dei chiodi ancora in opera;
    4. Esecuzione di saggi relativi alle diverse fasi dell'intervento,
    5. Intervento preliminare di pulitura
    6. Trattamento del legno con sostanze biocide
    7. Intervento di deacidificazione mediante applicazione di nanoparticelle di idrossido dicalcio
    8. Consolidamento del materiale, da eseguire tramite applicazione di resine acriliche
    9. Esecuzione di integrazioni, laddove strettamente necessario
    10. Eventuale equilibratura di eventuali scompensi cromatici con utilizzo di acquerelli per restauro
    11. Eventuale protezionefinale protettiva a base di resina acrilica disciolta in solvente organico, data a pennello o a spruzzo. In alternative si può proporre una finitura con cera microcristallina, applicata a pennello con relativa rimozione degli eccessi di prodotto;
    12. Pulitura meccanica per rimuovere prodotti di corrosione
    13. Trattamento di inibizione di corrosione
    14. Applicazione di protettivo di resina acrilica in soluzione con acetone a bassa percentuale