Descrizione di carattere storico artistico relativa all’oggetto
Su proposta di Antonio Fradeletto, segretario generale della Biennale di Venezia, Sartorio accettò nella primavera del 1906 di realizzare un grande ciclo decorativo da collocare nel Salone centrale dell’Esposizione Internazionale del 1907. A Sartorio veniva affidato l’incarico ufficiale di illustrare, sulla base della mitologia antica, il «poema della vita umana». Nelle quattro scene principali – La Luce, Le Tenebre, L’Amore, La Morte – alternate a dieci teleri verticali (dove sono rappresentate la Grazia e l’Arte sorrette dall’energia virile), l’artista propone una visione intensamente drammatica dell’esistenza, a partire dalla nascita (insidiata dalle forze avverse) fino alla morte (cui però si oppone la sfida dell’ultima figura maschile, un autoritratto, che serenamente interroga, e sembra sfidare, la Sfinge). Tra i due estremi si situano le allegorie delle Tenebre e la divergenza tra le figure di Eros e Himeros, il buono e il cattivo amore. La complessa iconografia messa in campo da Sartorio, approvata anche da D’Annunzio, appare come la sintesi tra mondo mediterraneo e cultura nordica, con chiari riferimenti alla concezione dell’eterno ritorno di Nietzsche. Privo di elementi architettonici e risolto in una sostanziale monocromia, il ciclo pittorico si segnala per l’eccezionale dispiegamento di figure in movimento che nei teleri de Le Tenebre e La Morte assumono forma rotante, a conferma dell’intento simbolico dell’insieme.
Informazioni sullo stato della conservazione
Il ciclo, realizzato su tela, utilizza diciotto telai in legno, per una superficie totale dipinta di circa 240m2. Per portare a termine l’opera in soli nove mesi, Sartorio adoperò una particolare tecnica pittorica, che lui stesso descrisse: ”ho usato una miscela di cera acqua ragia e olio di papavero”. Composto in sostanza confermato da recenti analisi.
L’opera, già a lungo conservata nel secondo piano nobile di Ca’ Pesaro, sede della Galleria Internazionale d’Arte Moderna di Venezia, si trova ora nel Deposito del Museo.
La superficie pittorica, connotata da aree notevolmente aggettanti, alternate ad altre molto più piane, mostra estese crettature, specie nelle zone caratterizzate da colore di tonalità scure. Diverse lacune di materiale pittorico si osservano in pratica in tutte le scene. In molti casi, a causa di restauri passati, tali mancanze sono state risarcite in maniera approssimativa, coprendo aree molto più estese del necessario e senza il ripristino delle quote pittoriche. Sono anche visibili ampie zone interessate da diffuse macchie brune, riconducibili a degrado di origine biologico.
Informazioni sulla fruizione e orari di apertura
Attualmente l'opera è ricoverata nel deposito esterno sito presso il Parco Scientifico e Tecnologico VEGA di Mestre, Edificio Cygnus in attesa del restauro. Il deposito non è aperto al pubblico.
Successivamente l'opera verrà esposta presso la Galleria d'Arte Moderna di Ca' Pesaro con i seguenti orari di visita: tutti i giorni dalle 10:00 alle 18:00 (orario estivo), 10:00 - 17:00 (orario invernale). Giorno di chiusura il lunedì.
Maggiorni informazioni sulla sede si trovano sul sito: http://capesaro.visitmuve.it/.