Descrizione di carattere storico artistico relativa all’oggetto
La grandiosa silografia, eseguita su cinque blocchi di legno, raffigura il Redentore issato su un carro spinto dai quattro dottori della Chiesa, trainato dai simboli degli Evangelisti e preceduto e seguito da una folla di personaggi dell’Antico e del Nuovo Testamento. Secondo Vasari, l’opera sarebbe stata la prima in questa tecnica dell’artista cadorino, allora appena diciottenne, e risalirebbe al 1508; per Ridolfi, invece, l’opera sarebbe stata concepita durante il soggiorno a Padova, insieme agli affreschi della Scoletta del Santo. L’impressione più antica sopravvissuta è però quella firmata e datata dall’incisore Gregorio de Gregoriis, cui appartiene anche l’esemplare bresciano.
Il dibattito sulla datazione non è ancora risolto: per alcuni, questa sarebbe la copia di una prima versione in dieci blocchi, realizzata dal giovanissimo artista a Padova per esercitarsi nella tecnica dell’affresco, a lui ancora poco familiare. Dopo una prima pubblicazione, Tiziano avrebbe però preferito riproporre l’opera senza elementi decorativi, nella versione oggi conosciuta. Altri respingono questa ricostruzione, poiché la composizione sarebbe troppo grandiosa per costituire un “esercizio tecnico” per un ciclo di affreschi come quello padovano; la somiglianza con opere coeve di Michelangelo, Raffaello e Marcantonio Raimondi, e la qualità superiore dell’impressione eseguita da Gregoriis, farebbero ritenere che quest’ultima sia quella originale.
Secondo una terza ipotesi, avanzata di recente, l’opera sarebbe stata progettata come allusione al trionfo della potenza veneziana, sospesa negli anni della crisi della Serenissima durante le guerre d’Italia e poi effettivamente realizzata nel clima di rinnovato ottimismo a seguito della vittoria finale: oltre alle influenze dell’arte centroitaliana, Tiziano sembra infatti anticipare le opere trionfali della sua maturità, come l’Assunta e il Polittico Averoldi, nonostante qui sia ancora presente una certa disomogeneità di stile tra le due parti del corteo, esito probabile di un lavoro collettivo dell’artista e della sua bottega, tipico soprattutto della produzione successiva.
Informazioni sullo stato della conservazione
L’incisione è stata oggetto di un restauro non documentato, risalente probabilmente alla seconda metà del Novecento; tale intervento ha comportato la congiunzione dei fogli, la foderatura in carta giapponese e il successivo montaggio su un cartoncino più ampio dei fogli incisi. Il supporto presenta lacune di notevoli dimensioni lungo il margine sinistro, altre più piccole lungo i margini e nelle porzioni di congiunzione dei fogli. Sulla superficie si evidenziano numerose lacerazioni, ora suturate dalla foderatura, infragilimenti e assottigliamenti del supporto. Le integrazioni cromatiche, eseguite solo sulle lacune più piccole, non sono cromaticamente adeguate.
Informazioni sulla fruizione e orari di apertura
L'opera sarà custodita nel Gabinetto Disegni e Stampe dei Musei Civici, al riparo dai danni che una esposizione prolungata potrebbe comportare. Il restauro la renderà disponibile alla consultazione degli studiosi e all'esposizione temporanea in occasione di mostre, a cominciare da quella dedicata a Tiziano, che aprirà il 21 marzo 2018.