Descrizione di carattere storico artistico relativa all’oggetto
Nel 1823 il dipinto, chiaramente identificabile grazie alla completa trascrizione della scritta autografa ancora presente in basso a destra, è registrato nell’inventario della collezione del bresciano Paolo Brognoli, che lo descrive come ritratto di Ippolito Chizzola. Tale indicazione trova diversi riscontri, a cominciare dal fatto che il personaggio raffigurato nella tela veste l’abito dei canonici regolari lateranensi, ordine al quale apparteneva appunto il predicatore bresciano Ippolito Chizzola (1521 circa-1565).
Il ritratto costituisce un punto di riferimento per l’attività matura della celebre pittrice cremonese Sofonisba Anguissola che, abbandonata l’espressività affettata e la gestualità più marcata dei dipinti giovanili, raggiunge qui esiti di sorprendente sintesi formale. La figura si dispone sullo sfondo verde appena sfumato con la solenne esattezza di una piramide; l’unico accenno di movimento è costituito dalla leggera torsione del viso, che si innesta sulla asimmetrica diagonale del mantello. La visione è come prosciugata in quattro fondamentali zone di colore: il caldo ma anonimo sfondo verde, il nero denso del mantello che si spande sulla barba e sui diradati capelli, i bianchi cinerei e pensosi del volto e quelli candidi della tonaca. Non vi è alcuna ricerca di effetti, ma una stesura pittorica morbida e vellutata.
L’attenzione si concentra quindi sul viso giovane ma maturo, del quale è sottolineata l’austera intensità espressiva: l’uomo trasmette una salda forza d’animo, che affonda evidentemente le proprie radici in una fede salda. I valori spirituali di questo ritratto, significativa prova della ritrattistica lombarda ‘al naturale’, e la cifra formale attraverso la quale tali valori si manifestano ne fanno una precoce testimonianza del clima della Controriforma, o per meglio dire della Riforma cattolica.
Informazioni sullo stato della conservazione
L’opera presenta un rintelo a colla di farina e un telaio ligneo di restauro, estensibile. Nel complesso lo stato del supporto è soddisfacente, mentre sono presenti materiali pertinenti a vecchi restauri non documentati (pesante vernice, residui di trattamenti alterati, stuccature debordanti sull’originale), sovrapposti alle stesure pittoriche, che appiattiscono l’immagine. La superficie è segnata da un diffuso cretto che parrebbe non compromettere la stabilità degli strati pittorici.
Informazioni sulla fruizione e orari di apertura
Alla riapertura della Pinacoteca Tosio Martinengo (prevista per l'inizio del 2018), il dipinto figurerà nella sala dedicata alla ritrattistica lombarda della metà del Cinquecento, insieme ai due notevoli ritratti di Giovan Battisa Moroni e al piccolo ritratto di Europa Anguissola, sorella di Sofonisba.
Il Museo sarà aperto con regolarità dal martedì alla domenica, sulla base degli orari stagionali stabiliti per il sistema dei musei civici bresciani.