Descrizione di carattere storico artistico relativa all’oggetto
Questo dipinto su tela, munito di una ricca cornice decorata a festoni, è documentato per la prima volta nell’Ottocento all’interno della sagrestia della chiesa cittadina dei Santi Cosma e Damiano. Dopo un passaggio all’Istituto Orfane e Zitelle di Brescia, nel 1908 approda alla Pinacoteca a titolo di deposito perpetuo.
Originariamente era attribuito a Moretto e considerato opera giovanile; successivamente, si ipotizzò che fosse solo parzialmente autografo se non addirittura lavoro di un allievo del grande maestro. L’attuale ipotesi attributiva che lo vede riferito a Marco Richiedei risale a Camillo Boselli, che ne individuò l’autore mettendolo a confronto con un’Incredulità di san Tommaso conservata in San Faustino Maggiore. L’opera viene pertanto letta come lavoro giovanile di Richiedei, che qui si mostra ancora fortemente influenzato dalla maniera di Moretto.
Il tema e la composizione sono di grande interesse. Solitamente infatti l’incontro tra il Cristo risorto e la Vergine – una vicenda non narrata nei Vangeli, ma molto cara alla devozione popolare – veniva raffigurato con la Madre in ginocchio dinnanzi al Figlio. In questo caso invece la scena, inquadrata da vicino, si fa del tutto naturale e familiare: un abbraccio affettuoso, una madre stupita nel ritrovare il figlio, gli sguardi che si incontrano con la forza di un dialogo umano e mistico al contempo.
Informazioni sullo stato della conservazione
La stesura pittorica si presenta offuscata da sporco, ritocchi alterati e vernici ossidate.
Informazioni sulla fruizione e orari di apertura
L'oggetto è custodito nei depositi dei Musei Civici di Brescia a disposizione degli studiosi e potrà essere oggetto di mostre temporanee, prestiti e pubblicazioni.