Descrizione di carattere storico artistico relativa all’oggetto
Entrata a far parte della collezione della Pinacoteca Tosio Martinengo di Brescia sin dalla fondazione della stessa, nel 1844, a seguito del legato di Paolo Tosio, la tavola era stata comprata dal padre di questi, Ottaviano, come riferisce Giuseppe Nicolini nell’elogio funebre del collezionista bresciano.
L’attribuzione al “pittore senza errori” (secondo la celebre definizione di Giorgio Vasari), per quanto lungamente accettata, è stata messa in dubbio solo in anni recenti, fino ad arrivare, nel 1991, al suo riconoscimento come copia dal dipinto attribuito ad Andrea del Sarto e bottega conservato presso la Alte Pinacothek di Monaco.
Considerando come il tratto disegnativo appaia di segno meno nervoso rispetto al prototipo sartesco, l’esecuzione del dipinto, forse di ambito fiorentino, potrebbe collocarsi tra la fine del Cinquecento e gli inizi del secolo successivo.
La Madonna, seduta a terra, tiene fra le braccia il Bambino, che si volge verso il piccolo san Giovanni, accompagnato da santa Elisabetta, che lo tiene chinandosi. Alle loro spalle, sulla sinistra, si trovano due puttini, uno dei quali con un flauto in mano. Benché non direttamente realizzato dal maestro fiorentino, il dipinto riesce a cogliere, soprattutto nell’abito della Vergine, la variazione cromatica, caratteristica fondamentale della maniera garbata con la quale il pittore seppe rinnovare il repertorio figurativo della tradizione.
Informazioni sullo stato della conservazione
Il dipinto, restaurato molte volte in passato, è compromesso nello smalto dei colori originali, con molte svelature e pelature causate da una pulitura molto energica e sbilanciata degli stessi.
L’opera ha sofferto a lungo di sollevamenti e perdite di parti di colore originale sui quali s’intervenne a più riprese, con stuccature e integrazioni pittoriche ben visibili a occhio nudo; benché ora, grazie anche a un intervento con carta giapponese e colla, tale massiccia caduta di frammenti non si sia più verificata, su tutta la superficie dipinta sono presenti zone di vuoto dovuto proprio ai tanti sollevamenti, che possono preludere a un distacco nella zona interessata. La superficie presenta inoltre molte lacune, malamente stuccate e ritoccate in precedenza e ormai alterate nei colori; molti strati di vernici, ora degradate, hanno poi offuscato le tinte e reso lo strato pittorico molto fragile, situazione aggravata anche dalle due traverse sul retro della tavola, che bloccano ogni naturale movimento del legno.
Informazioni sulla fruizione e orari di apertura
Il dipinto sarà custodito nei depositi della Pinacoteca Tosio Martinengo, in condizioni di umidità e tempratura controllate; grazie al restauro, sarà possibile prevedere di esporlo temporaneamente nelle sale della nuova Pinacoteca destinate alla rotazione delle opere dei depositi, così come di prestarlo, se richiesto, a mostre organizzate da altri enti.