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Descrizione di carattere storico artistico relativa all’oggetto

La seconda cappella nord della basilica di San Salvatore - sita entro il complesso monastico di San Salvatore e Santa Giulia, sede del Museo della Città e parte del sito UNESCO Italia Langobardorum - si compone di due campate con archi leggermente acuti impostati su una grossa colonna dal capitello cubico. Le due spalle esterne degli archi di accesso sono costituite da una colonna antica di recupero e da un pilastro in cotto. La cappella fu aperta nel XIV secolo e affrescata in più fasi, delle quali la più importante va presumibilmente riferita al cosiddetto Maestro di Lentate e collocata intorno al 1375-1380 circa.

A questa fase risalgono in particolare gli affreschi che occupano la parete centrale (nord) e quella sinistra (est): stilisticamente unitaria, la decorazione riunisce temi narrativi come la Decollazione del Battista, il Convito di Erode e la Messa di un santo e raffigurazioni devozionali come l'Annunciazione e i quattro santi Andrea, Pietro martire o Bartolomeo, Ambrogio e Maddalena. Il parato pittorico è completato, sullo zoccolo, da un finto drappeggio; la porzione corrispondente alla parete sinistra fu strappata a causa di gravi infiltrazioni di umidità negli anni Settanta del Novecento, ed è adesso conservata nei depositi del Museo.

Scoperta durante i lavori di restauro del 1928-1929, la decorazione costituisce uno degli episodi salienti del panorama bresciano del Trecento (si direbbe addirittura il più rilevante dopo quello della chiesa di San Francesco) ed è oggi riferita a una importante bottega attiva nell'oratorio di Lentate, alla quale riconducono la suddivisione degli episodi in riquadri, la ripetizione delle cornici e la mimica dei personaggi. Pure i veli sembrano evidenziare la stessa esecuzione, così come le mensole prospettiche a sostegno del finto tessuto e la collocazione nello zoccolo a corredo delle scene.

Le evidenti analogie stilistiche tra i due cicli trovano una ulteriore spiegazione nella probabile committenza milanese della decorazione bresciana. Vi è notizia infatti dell'esistenza nella chiesa di una lapide (trascritta da alcuni eruditi e poi perduta) che fa riferimento a una cappella dedicata al Battista da un certo Marcolo della famiglia Petronbi da Bernareggio nel 1375. La presenza di sant'Ambrogio tra i santi raffigurati nelle pitture è una ulteriore conferma della probabile origine milanese del committente e della cultura dell'ignoto pittore, il cui gusto profano si manifesta nelle fogge degli abiti e nel vivace movimento delle figure.

La parete ovest della cappella appare decorata in un unico registro, occupato da tre dipinti votivi, accostati tra loro e incorniciati da varie fasce policrome. Nel riquadro centrale è raffigurata la Madonna tra due Angeli, adorante il Bambino e una donatrice in vesti monacali, a destra S. Sebastiano e a sinistra un santo in armatura. I dipinti, verosimilmente ad affresco con finiture a secco, sono databili al XV secolo.

 

Informazioni sullo stato della conservazione

Le pareti della cappella sono parzialmente occultate da materiali di allestimento che saranno rimossi in via definitiva. La parziale stuccatura di lesioni e lacune è stata effettuata in occasione dei restauri degli anni Venti. Molte stuccature presenti, stese in leggero sottolivello e di intonazione beige, sembrano appartenere a un ulteriore restauro, relativamente più recente, del quale a oggi non si hanno notizie. La cappella mostra un incompleto intervento di risanamento delle superfici, soprattutto nelle parti inferiori, nel setto murario che ingloba la colonna al centro della parete nord e sulla porzione destra della stessa.

PARETE EST

Le parti a sinistra e quelle inferiori mostrano cromie sofferte ed impoverite forse a causa di problemi di decoesione. Il velario sottostante rivela pregresse compromissioni da umidità di risalita che si manifesta con perdite del colore e con svariate lacune degli strati preparatori forse sgretolati per effetto dei sali. Sull’intera superficie si notano patine biancastre che sembrano dovute a depositi di particolato, ma non si esclude la presenza di residui di scialbo carbonatato e velature alterate di un pregresso ritocco.

PARETE OVEST

La parte superiore della parete ovest è coperta da scialbi di calce apparentemente coevi alla decorazione sottostante, ma non si esclude la presenza di coloriture o lacerti pittorici al di sotto. Il registro inferiore mostra una stratificazione complessa di intonaci antichi, alcuni picchettati e alcuni con tracce delle coloriture. Si sono riscontrati numerosi difetti di adesione degli intonaci anche in adiacenza delle stuccature più recenti. Numerose lacune e fori di chiodi interessano tutta la porzione inferiore. Rimangono ancora infissi alcuni ganci e chiodi recenti non funzionali. I dipinti ed in generale tutta la superficie della parete sono offuscati da depositi di particolato atmosferico. Si ipotizza inoltre il permanere di residui di scialbo carbonatati sulle cromie. Nell’insieme le stuccature, di varia natura, finitura e colorazione, mal si accordano alle superfici e ne rendono frammentaria e poco interpretabile la lettura. Sul fianco interno del pilastro d’accesso si rilevano lacerti di dipinti al di sotto degli strati di scialbo ancora presenti.

PARETE NORD

La porzione destra della parete evidenzia stuccature di vario genere, levigate e non perfettamente adese ai bordi delle grandi lacune. Nella porzione sinistra della parete il registro basso è interessato da sgretolamenti e piccoli distacchi per pregressi problemi di umidità di risalita. Molte e diffuse lacune interessano questa parte della superficie. A carico della pellicola pittorica si evidenziano impoverimenti dovuti probabilmente a decoesione. Una patina da depositi di particolato offusca la superficie, ma non si esclude la presenza di residui di scialbo carbonatato non rimosso e velature alterate di un pregresso ritocco.

 

Informazioni sulla fruizione e orari di apertura

La cappella è regolarmente visitabile nei giorni e negli orari di apertura del Museo di Santa Giulia.

DESCRIZIONE DEGLI INTERVENTI CON RACCOLTA APERTA


RACCOLTA FONDI

Raccolta aperta

Raccolta aperta

FASE ATTUATIVA

Raccolta fondi

IMPORTO 27.977,00 €

DESCRIZIONE INTERVENTO

Le operazioni proposte sono da intendersi applicabili su ognuna delle pareti analizzate.

Il restauro sarà preceduto e affiancato dalla documentazione fotografica e da un’accurata indagine delle superfici a luce normale, radente e ultravioletta, per la raccolta dei dati inerenti alla tecnica d’esecuzione, lo stato di conservazione, gli interventi precedenti.

  • Risanamento della muratura priva di intonaci. Verrà valutato con la D.L. il tipo di finitura da impiegare, se intonaco o muratura a vista con sigillatura degli interspazi
  • Consolidamento localizzato della pellicola pittorica, in caso di decoesioni e polverulenze, mediante applicazione di alcol polivinilico in soluzione idroalcolica con concentrazioni non superiori al 5%, applicato a tampone, pennello o spruzzo a seconda della necessità, con interposizione di carta giapponese
  • Rimozione sui dipinti murali dei depositi superficiali di polvere e inquinanti incoerenti e coerenti a secco mediante pennelli di setole, spugne sintetiche, gomme in lattice vulcanizzato
  • Detersione superficiale localizzata in caso di macchie e depositi più consistenti tramite soluzione acquosa eventualmente additivata con tensioattivo
  • Ristabilimento della coesione degli strati preparatori tramite applicazioni di nanocalce, al bisogno ripetute, rispettando gli adeguati tempi di asciugatura e di reazione per ristabilire la coesione necessaria
  • Ristabilimento dell’adesione degli strati preparatori al supporto e tra loro tramite infiltrazioni di malta idraulica (NHL 3,5) a basso peso molecolare, o boiacchine idrauliche strutturali o alleggerite, all’occorrenza caricate con carbonato di calcio. L’immissione dei materiali consolidanti sarà effettuata preferibilmente attraverso fori e fessurazioni esistenti sulle superfici, escludendo o limitando al massimo la foratura dell’intonaco antico
  • Stuccatura di fori, fessurazioni anche di piccola entità con impasto a base di calce aerea e/o idraulica e sabbie di fiume per granulometria compatibili con quelle originali, addizionate a polvere di marmo
  • Stuccature e salvabordi per applicazioni entro il 15% delle superfici. Le lacune verranno risarcite concordando con la D.L. il livello e la finitura di superficie, rispettando la prassi di applicazione per strati e tempi differenti delle malte scelte, per composizione, granulometria e intonazione simile agli intonaci originali
  • Integrazione pittorica ad acquarello per abbassamento di tono sulle cadute di pellicola pittorica
  • Trattamento ed eventuali integrazioni delle grandi stuccature da concordarsi con la D.L.
  • Velature delle superfici prive di decorazioni, con pigmenti e latte di calce valutando cromie ed intensità in sede di sopralluogo e come armonizzazione dell’insieme a fine restauro.