Descrizione di carattere storico artistico relativa all’oggetto
L’ancona appartiene alla tradizione delle soaze, le grandi cornici architettoniche lignee, dorate e riccamente decorate, realizzate a Brescia nel Rinascimento. Questa, che orna la celebre Pentecoste di Moretto proveniente dalla chiesa di San Giuseppe, giunse in Pinacoteca Tosio Martinengo molto tempo dopo la tela (1914) e in cattive condizioni, forse priva dei pennacchi e certamente spogliata del basamento e della predella dipinta, acquistata da un mercante d’arte e dispersa all’inizio dell’Ottocento.
L’ancona è costituita da un arco sostenuto da pilastrini, inquadrati da una coppia di pilastri corinzi decorati a candelabra, che poggiano su basi sporgenti e sorreggono una cornice a centina dello stesso stile. L’opera è attribuita sin dall’Ottocento a Stefano Lamberti, famoso intagliatore e fine architetto, per un periodo direttore delle fabbriche pubbliche e dei lavori di Palazzo della Loggia. Tale ipotesi è sostenuta dall’estesa e documentata attività dell’artista nella chiesa di San Giuseppe, ma si scontra con il fatto che egli era morto nel 1538, alcuni anni prima della datazione assegnabile al dipinto. Inoltre, le testimonianze sull’artista dopo il 1516 sono scarse, ma si sa con certezza che anche un’altra opera per San Giuseppe, oggi perduta, fu completata dopo la sua morte. È in ogni caso da escludere che Moretto abbia utilizzato un’ancona preesistente, visto che la soasa è chiaramente accordata all’impianto prospettico-architettonico della pala. I pilastri e l’arco dipinti che danno accesso all’ambiente voltato in cui si svolge la scena sono in continuità con i pilastrini e l’arco intagliati, dando l’illusione che nella parete si apra un ambiente reale, effetto accentuato dalla sistemazione originale del dipinto in una cappella poco profonda (come nelle grandi pale della pittura veneta, da Mantegna a Bellini). Dalle testimonianze su Lamberti emergono, infatti, prove di una collaborazione stretta tra l’intagliatore e i pittori, al punto che nelle opere si ritrovano elementi comuni.
Anche se riferibile alla bottega di Lamberti, l’ancona della Pentecoste è comunque di ottima fattura, pur presentando una decorazione semplice, priva delle composizioni di figure complesse e drammatiche che ornano i capolavori dell’artista, come le cornici delle pale di Zenale per San Giovanni evangelista o di Romanino per San Francesco.
Informazioni sullo stato della conservazione
Il supporto della soasa, restaurata in occasione dell’ingresso in Pinacoteca, è in discrete condizioni; nel restauro, furono probabilmente rifatti alcuni elementi sulla decorazione della trabeazione, dove alcune foglie sono leggermente più grandi delle altre e la loro doratura è meglio conservata. Sulla cornice superiore interna blu, a lato della centina, mancano alcuni dettagli simmetrici, che hanno lasciato una sagoma nella preparazione a vista, mentre la predella attuale fu realizzata nella stessa occasione in sostituzione dell’originale. Si rilevano le tracce di un vecchio attacco di insetti xilofagi. Sono visibili poi delle cadute negli strati preparatori, soprattutto negli intagli più in rilievo, e la foglia d’oro risulta abrasa in alcuni punti, dove si notano frequenti ritocchi a porporina ormai alterati. La cromia blu a vista fu probabilmente ridipinta con il restauro su di una precedente, quasi certamente un’azzurrite legata a tempera. Tutta la soasa è interessata da depositi di polvere e grasso e dall’alterazione delle antiche vernici, che ottundono l’effetto luminoso delle foglie d’oro.
Informazioni sulla fruizione e orari di apertura
Alla riapertura della Pinacoteca Tosio Martinengo, prevista per la primavera del 2018, l'nacona e il dipinto saranno collocati nel salone del Museo, dove saranno visibili secondo gli orari stagionali del sistema dei Civici Musei (www.bresciamusei.com).