Descrizione di carattere storico artistico relativa all’oggetto
Proveniente dalla collezione Vitale Bondini, l'opera entrò a far parte delle collezioni della Pinacoteca Tosio Martinengo nel 1935, dopo essere stata esposta alla mostra "La pittura a Brescia nel Seicento e Settecento" insieme al Mugnaio e a due figure di vecchi, un uomo e una donna. I quattro dipinti furono considerati in quell'occasione un'unica serie, poeticamente denominata "La famiglia del mugnaio". Tra di essi, la Ragazza che cuce presenta stringenti affinità con il Mugnaio, con il quale condivide la gamma cromatica, calda e bagnata di candida luce, e l'atmosfera trasognata e silente. Il tema della donna che cuce rappresenta una delle iconografie più frequentate della pittura di Cifrondi, che lo affrontò più volte nella sua carriera: a oggi se ne conoscono altre duer redazioni caratterizzate dall'impaginazione della figura di tre quarti, in un ambiente domestico dove si apre una finestra, nonché dalla presenza di una gallina ai piedi della protagonista. Rispetto a queste, l'esemplare della Tosio Martinengo sembra essere il prototipo, come attesta la sua qualità smagliante.
Rispetto alle precedenti interpretazioni del tema dei lavori femminili (frequentato fra gli altri da Ceruti e da Cipper), Cifrondi non sceglie la scena corale, ma si concentra invece su un'unica figura. Il tono naturalistico e l'attenzione alla psicologia del personaggio, apprezzabile nella calma concentrazione con cui la giovane studia il punto dove immergere la gugliata del filo, sconsigliano di leggere nella tela un intento allegorico, chiaramente presente invece in altre interpretazioni di analoghi soggetti e leggibile come un'allusione al senso della vista. Cifrondi sembra invece evitare ogni sovrasenso e richiamare l'attenzione sul significato più profondo rivelato dal gesto e dall'atmosfera in cui si svolge l'attività della fanciulla: una quiete e una pace rischiarata dal lavoro, che conferisce dignità e serenità alla persona e al suo agire.
Informazioni sullo stato della conservazione
A un primo esame visivo il dipinto si presenta in discrete condizioni conservative. E' documentato un intervento di restauro risalente al 1978; è possibile che in occasione di un successivo intervento di manutenzione siano stati messi in opera i tensionatori metallici attualmente visibili sul retro del telaio.
L'ingiallimento della superficie dipinta è dovuto alla stratificazione di vecchie vernici terpeniche e ai depositi incoerenti via via aggregatisi. Sono inoltre presenti alcune integrazioni pittoriche alterate che disturbano visivamente l'insieme.
Informazioni sulla fruizione e orari di apertura
Il dipinto è parte del percorso permanente della Pinacoteca Tosio Martinengo, visitabile dal martedì alla domenica, dalle 10 alle 18