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Descrizione di carattere storico artistico relativa all’oggetto

La tela, firmata e datata "Angelo Inganni 1979" in basso a destra, fu una delle ultime opere eseguite da Inganni, il quale la donò a Umberto I di Savoia. In seguito, Vittorio Emanuele III regalò il dipinto al Municipio di Brescia, nel 1934.

Si tratta di una veduta di Piazza della Loggia, a Brescia, sotto la neve. L'artista iniziò a rappresentare le città, prima Milano e successivamente Brescia, in questa particolare condizione atmosferica a partire dal 1844. L'atmosfera ovattata e silente di tali vedute innevate riscosse notevole successo e permise a Inganni di dare prova di grande virtuosismo, dipingendo le architetture e la folla con un effetto leggermente sfuocato. La composizione è dominata dal monumento delle Dieci Giornate, opera di Giovan Battista Lombardi e inaugurato nel 1864, presso il quale si ferma un uomo per osservare i rilievi sul basamento, ricordo delle gloriose lotte risorgimentali. Inganni restituisce in questo angolo della piazza uno scorcio della vita cittadina, dipingendo i personaggi immersi nella loro quotidianità: un fruttivendolo con il carretto della verdura, una madre che passeggia tenendo per mano il suo bambino, una donna che porta dei recipienti in spalla. Sullo sfondo e sotto il portico della Loggia, i passanti vengono rappresentati dall'artista come delle "macchiette", un'umanità indaffarata che vivacizza lo spazio urbano, quasi addormentato sotto la coltre nevosa.

Informazioni sullo stato della conservazione

Il dipinto datato 1879 ad un primo esame visivo si presenta in discrete condizioni conservative. Ha già subito due interventi di restauro in tempi diversi; il primo nel 1941 e il secondo nel 1966. Durante l’ultimo intervento la tela di supporto è stata foderata e il telaio originale è stato probabilmente sostituito. L’ingiallimento della superficie dipinta è dovuto alle stratificazioni di vecchie vernici terpeniche ed al sudiciume aggregatosi. Sono inoltre presenti alcune integrazioni pittoriche alterate che disturbano visivamente l’insieme. Alcune increspature anomale della pellicola pittorica, indicano uno stress subito dal dipinto durante la foderatura a base di colla pasta, la quale presuppone un notevole apporto di umidità, che i dipinti ottocenteschi non sempre ben sopportano. La tensionatura non è adeguata, si notano infatti alcune ondulazioni della tela. Questo aspetto non è da sottovalutare perché compromette realmente la buona conservazione della pellicola pittorica.

 

 

Informazioni sulla fruizione e orari di apertura

Il dipinto entrerà a far parte del percorso espositivo permanente della Pinacoteca Tosio Martinengo e gli orari si apertura saranno gli stessi degli altri musei civici.

DESCRIZIONE DEGLI INTERVENTI CON RACCOLTA CHIUSA


RACCOLTA FONDI

Raccolta chiusa

Raccolta chiusa

FASE ATTUATIVA

Fine Lavori

IMPORTO 4.331,00 €

 slide
DESCRIZIONE INTERVENTO

La tela, ha priorità conservative inerenti al consolidamento della pellicola pittorica che saranno valutate ad un esame ravvicinato, anche se da una prima valutazione non sembra ci siano problemi di questo tipo.

Una volta trasportato il dipinto in laboratorio, procederemo eventualmente con le fasi di consolidamento della pellicola pittorica, utilizzando colletta animale e carta giapponese.

Concluse tali operazioni saranno eseguite alcune prove di pulitura utilizzando il test di solubilità delle vernici "metodo di Feller", su piccole zone del dipinto.

Nella scelta del solvente si terrà conto, oltre che della tossicità, anche della volatilità, della ritenzione, della stabilità chimica, oltre che dei parametri risultanti dal test (fP ed fH, cioè le forze di attrazione Polari e del legame Idrogeno). E’ utile ricordare che un buon solvente deve avere un buon potere bagnante, bassa penetrazione e bassa ritenzione. L’etile acetato viene spesso usato in quanto rappresenta un buon compromesso tra i valori sopradescritti: presenta valori medi di polarità (fP18), dispersione (fD 51) e legame idrogeno (fH31).

Asportate le vecchie vernici con il solvente e le stratificazioni di sudiciume con un tensioattivo a pH neutro Twenn 20 si potrà procedere con le operazioni riguardanti il tensionamento del dipinto mediante l’applicazione di fasce perimetrali, e applicando al telaio ligneo tensori metallici.

Dopo la stuccatura, utilizzando stucco formato da gesso di Bologna e colla animale, saranno integrate le lacune della pellicola pittorica utilizzando colori a vernice per restauro. La verniciatura sarà fatta con vernice mastice di Chios, prima del ritocco pittorico data a pennello, a fine lavori applicata a spruzzo con una diluizione in essenza di trementina.

La cornice dorata è in discrete condizioni conservative, alcune parti del fregio centrale sono mancanti, si propone di integrare queste lacune eseguendo dei calchi in gesso utilizzando gomma siliconica. La pulitura sarà eseguita con emulsione grassa; si tonalizzeranno le mancanze con foglia doro brunita e velata come l’originale. Stesura finale con cera microcristallina.

 


NOTE Intervento archiviato