Descrizione di carattere storico artistico relativa all’oggetto
La tavoletta era parte della collezione di Paolo Tosio, a riprova del suo interesse per la pittura di primo Cinquecento e per le espressioni di pura e intensa devozione. Il colto e raffinato amateur bresciano, per altro, la credeva opera di un altro artista lombardo del Cinquecento, Bernardino Luini. La corretta attribuzione ad Andrea Solario, oggi indiscussa, fu formulata per la prima volta da Otto Mündler, nel 1865. L’opera presenta il tema del Cristo di passione, gravato dal peso della croce, con la corona di spine e la tunica scarlatta impostagli per dileggio: quasi lo incontrasse sul suo cammino, egli si offre alla devozione di un monaco certosino, inginocchiato dinnanzi a lui nella bianca veste tipica dell’ordine. La scena si svolge in un ambiente cupo e sommariamente descritto: certamente tale austerità era ricercata dall’artista, anche se non si può escludere che parte dell’effetto derivi dalle attuali condizioni di conservazione. Sullo sfondo, tra le rocce, si apre un paesaggio che costituisce un affondo di luminosa bellezza, sfumata da toni azzurri e tocchi di bianco sui monti che sfuggono verso l’orizzonte, con suggestivi spunti di non finito.
Il carattere peculiare della tavoletta è certo quello di unire alla severità dell’impianto e alle pose semplici e quasi schematiche delle figure una raffinata delicatezza e un’alta qualità pittorica, evidente nel rilievo cromatico delle figure, i cui incarnati vibrano di sottili segni di luce e ombre leggere. La testa del certosino, splendida e pungente, quasi una vivida miniatura, addolcita da morbidi lineamenti e connotata da un naturalismo minuzioso, è frutto dell’esperienza veneziana del pittore, mentre quella di Cristo, dal profilo affilato e dal mento allungato, coni lunghi capelli che scendono a riccioli sulle spalle, trova un imprescindibile riferimento nei profili di alcuni apostoli del Cenacolo di Leonardo.
Informazioni sullo stato della conservazione
La tavoletta necessita di una revisione estetica per rimuovere la vecchia vernice di restauro, pesantemente ingiallita e interessata da numerosi prosciughi, e alcuni residui di materiali estranei che condizionano la percezione della scena, contraddistinta da minuziosi passaggi di toni e da sensibili tocchi di luce. Lungo tutto il perimetro si registra la presenza di piccole cadute e sbeccature; il supporto ligneo presenta inoltre, a tergo, imbratti di stucco.
Informazioni sulla fruizione e orari di apertura
Alla riapertura della Pinacoteca Tosio Martinengo (prevista per l'inizio del 2018) il dipinto sarà esposto nella saletta riservata alla pittura di primo Rinascimento (anni 1500-1515) nella collezione Tosio, insieme a opere di Francesco Francia, di Andrea Previtali e della bottega di Fra' Bartolomeo.
Il museo sarà aperto con regolarità dal martedì alla domenica, secondo gli orari stagionali comuni a tutto il sistema dei musei civici bresciani.