I contenuti pubblicati sono a cura dell’Ente beneficiario delle erogazioni liberali il quale dichiara che i dati trasmessi sono conformi all’ art. 1 – Art Bonus - Decreto Legge 31 maggio 2014, n. 83 e s.m.i.

Attività principali dell'istituzione

Il Complesso monumentale del Castello e del Parco di Racconigi è una delle più note dimore dei Savoia; dal 1997 è iscritto nella Lista del patrimonio mondiale dell’umanità dell’UNESCO come parte del sito seriale delle residenze sabaude.

Concepita come un sistema organico dove il castello, con le sue pertinenze, si integra con l’ampio parco di oltre 170 ettari che si apre a nord, la tenuta è stata frequentata dai Savoia durante le villeggiature estive fino al 1946 e storicamente si qualifica come “casa del re”, in equilibrio tra la dimensione privata e quella pubblica. Le strutture, gli ambienti aulici e gli spazi domestici, le raccolte artistiche e i tanti oggetti d’uso comune che ancora si conservano in loco compongono infatti un unicum che ne segna indelebilmente l’identità e ne testimonia la funzione abitativa svolta dal Seicento fino alla metà del secolo scorso.

Il Complesso possiede un patrimonio vastissimo, che annovera oltre novemila beni mobili, realizzati tra il Cinquecento e il Novecento, con una concentrazione sui secoli XVII, XVIII e XIX; a questi si aggiungono circa diecimila volumi manoscritti e a stampa e diciottomila fotografie, per lo più radunate in album. Per rilevanza storico-artistica e collezionistica spiccano il nucleo di iconografia sabauda (pittura, scultura, grafica) radunato nella prima metà del XX secolo, soprattutto da Umberto II di Savoia; la collezione dedicata alla Sacra Sindone; gli arredi disegnati da Pelagio Palagi negli anni trenta dell’Ottocento, destinati all’ammodernamento della residenza nel periodo carloalbertino e realizzati da diversi artisti, tra cui Gabriele Capello, Henry Thomas Peters e Giuseppe Gaggini; la raccolta di armi e oggetti etnografici; il patrimonio bibliografico e fotografico.  

Il parco, che si è andato trasformando in parallelo ai mutamenti architettonici del castello, è, al pari di quest’ultimo, elemento identitario del Complesso e del contesto paesaggistico. Storicamente si afferma sia come luogo destinato allo svago e alla caccia, riplasmato secondo i canoni del giardino all’inglese prima da Giacomo Pregliasco e poi nell’Ottocento da Xavier Kurten, sia come area di produzione agricola e sperimentazione di tecniche botaniche, agrarie e zootecniche, con il ruolo di centro di rifermento per le attività produttive del territorio; oggi è una vasta area in equilibrio tra istanze paesaggistiche, antropiche, storiche, ambientali, faunistiche e produttive. 

DESCRIZIONE DEGLI INTERVENTI CON RACCOLTA APERTA


RACCOLTA FONDI

Raccolta aperta

Raccolta aperta

FASE ATTUATIVA

Raccolta fondi

IMPORTO 18.500,00 €

 slide
 slide
 slide
 slide
 slide
 slide
DESCRIZIONE INTERVENTO

La proposta prende in esame i due spazi aulici del complesso delle Margarie, situato al fondo del parco del Castello di Racconigi: la cappella del Beato Alberto e il reposoir della Regina.

Il complesso della Margaria (Ernesto Melano, Pelagio Palagi, 1834-1843) e delle Serre (Carlo Sada, 1844-1848), che si staglia al fondo del parco del Castello di Racconigi, rappresenta uno degli esempi più alti e raffinati del neogotico italiano e internazionale. Disegnata come un castello neogotico “a uso cascina”, nell’Ottocento

La Cappella del Beato Alberto

La cappella è decorata con stucchi, stipiti ornati, cornici e costoloni che dividono la volta in otto campi. Alla sua decorazione lavora il pittore Francesco Gonin. La vetrata della cappella viene eseguita nel 1844 su modelli preparatori del Bellosio (perduti) raffiguranti le storie del Beato Alberto, da Pietro Bagatti Valsecchi, miniaturista e pittore su vetro milanese. La cimasa della vetrata, con la Vergine, il Bambino e angeli, è invece affidata a Giovanni Bertini. La vetrata fu esposta a Brera nel 1844, prima di essere collocata sulla parete della cappella dove si trova tutt'ora.

Il Reposoir della Regina

Situato nella torre angolare di levante, il reposoir viene concepito come uno splendido salottino di sosta per la regina Maria Teresa, risolto all'interno in un luminoso gotico fiorito tra intrecci di nervature vegetali sullo sfondo di un cielo popolato da putti e angioletti. L'ambiente vede l'inserimento di “finestroni con vetri dipinti a fuoco” secondo un sistema di vetrate realizzate da Pietro Bagatti Valsecchi. Le vetrate del reposoir rappresentano anche una importante testimonianza storica, per via di una serie di ritrattini, tra cui quello del Palagi “con gran cravatta, fronte spaziosa e capelli arruffati, e si vedono pure il ritratto di suo padre e quello del barone Bagatto fabbricante di vetri dipinti in Milano, ed anche quello di sua moglie” (Casale 1873)

Lo stato di conservazione delle vetrate, finora mai affrontate dal punto di vista conservativo, si presenta mediocre e richiede pertanto un intervento di manutenzione straordinaria. L'attività conservativa si rende indispensabile e urgente sia per contrastare la progressione dei fenomeni di degrado, principalmente dovuti alle lesioni presenti, per garantire sia la conservazione dei beni, sia adeguato livello di sicurezza agli ambienti nel collegamento tra spazi interni ed esterni. L'urgenza dell'intervento si relaziona anche al piano di iniziative di valorizzazione e fruizione dell'area, sia pubbliche sia private, in forte incremento dopo il periodo pandemico.

La proposta e le attività di valorizzazione correlate mirano a promuovere la conoscenza e la cura di un patrimonio attualmente non accessibile al pubblico e a migliorare l’esperienza fruitiva dei visitatori e della comunità locale, con particolare attenzione alle persone con disabilità cognitiva.


RACCOLTA FONDI

Raccolta aperta

Raccolta aperta

FASE ATTUATIVA

Raccolta fondi

IMPORTO 200.000,00 €

 slide
 slide
 slide
 slide
 slide
 slide
 slide
 slide
DESCRIZIONE INTERVENTO

Il progetto mira alla manutenzione straordinaria del parco storico, il secondo in Italia per ampiezza (180 ha.) e uno dei parchi all'inglese più importanti d'Europa, affidato alla Direzione Regionale Musei Piemonte del Ministero della Cultura

L'obiettivo è farlo tornare luogo di benessere e bellezza secondo il modello voluto dal re Carlo Alberto (1830 ca.) e la moda dei giardini all'inglese, apparentemente naturali, ma artefatti, con un grande lago artificiale e tre isole, un sistema di canali, ponti, dighe, caditoie, di grande ingegno tecnico, con filari irregolari di piante di alto fusto, boschetti artificiali, grandi prati, cannocchiali visivi, luogo di diletto, ma di colture agrarie e allevamenti sperimentali, modello per l'innovazione del territorio.

Il restauro condotto (1995-2010) dalla Soprintendenza lo ha visto premiato nel 2010 come Parco più bello d'Italia, e va ripreso, con attenzione al risparmio di risorse naturali e alla biodiversità. Per la carenza di fondi e la vetustà delle piante (180-200 anni) vi sono ampie zone pericolose e chiuse al pubblico. Urgono interventi straordinari. Si sta avviando quindi un approccio sistematico:

incarico pluriennale censimento piante pericolose, monitoraggio costante e rinnovo della troppo vegetazione vetusta

restauro, con fondi PNRR (€ 2.000.000) del “Giardino dei Principini” e di parti del sistema delle acque

collaborazione con il Politecnico per lo studio mirato alla conservazione programmata e manutenzione del sistema delle acque, prevedendo il recupero di pozzi.

Occorre ora un piano triennale (costo annuo € 200.000,00 tema di questo progetto) di interventi straordinari su parco e infrastrutture, per poi conservarne i risultati con la cura ordinaria . Riprendendo i piani di attività dei primi anni 2000 si è programmato il lavoro di recupero del parco e delle infrastrutture con la collaborazione di un architetto paesaggista:

I lavori sono di seguito descritti.

Manutenzione sponde del lago e navigli (6 km.) per tratti, con interventi nelle diverse zone ogni mesi previsti per l'intero anno.

Manutenzione straordinaria piazzali e strade articolata sull'intero anno, fatta eccezione eventualmente per i mesi più freddi partendo dalle prime zone da riaprire al pubblico, dal primo anello ea seguire nelle zone storicamente più frequentate.

Manutenzione straordinaria degli 8 ponti con balaustre e arredi vari (panche in pietra, sedie e tavolini in ferro, pavimentazioni in ciottoli).

Manutenzione straordinaria di siepi, boschetti di bosso e arbusti da fiore.

Manutenzione straordinaria dei mezzi e dell'attrezzatura in dotazione.

Propagazione delle collezioni botaniche del parco e dei giardini.

Incontri periodici con stakeholder e comunità per illustrare le tappe del progetto, conferenze stampa o comunicati stampa.

 

 

QUADRO ECONOMICO:

10.000 euro manutenzione attrezzature di lavoro in dotazione e acquisto piccole attrezzature

190.000 euro per i lavori su descritti

200.000 euro: IMPORTO PER CUI SI CHIEDE IL FINANZIAMENTO


RACCOLTA FONDI

Raccolta aperta

Raccolta aperta

FASE ATTUATIVA

Lavori in corso

IMPORTO 528.246,00 €

 slide
 slide
 slide
 slide
 slide
DESCRIZIONE INTERVENTO

Il progetto di allestimento interessa cinque ambienti dell’ala di levante al piano terreno del Castello costruiti durante il periodo carloalbertino, che in parte hanno mantenuto le decorazioni e gli arredi originari. Assieme ad altri spazi attigui, a partire dagli anni Quaranta del Novecento questi locali sono stati adibiti a deposito della raccolta dell’Armeria del Castello, frutto del collezionismo degli ultimi due re d’Italia e composta da circa 500 armi e manufatti etnografici, che costituisce uno dei patrimoni nascosti più sorprendenti della residenza racconigese.

Il piano di ordinamento prevede di esporne una selezione rappresentativa di manufatti in un segmento di visita dedicato. La narrazione ripercorrerà l’identità e la stratificazione degli usi e dei significati attribuiti nel corso del tempo tanto agli oggetti quanto agli spazi che li conservano. Nello specifico, la galleria presenterà al pubblico i tre macro-ambiti culturali che compongono la raccolta dell’Armeria: africano; ottomano; estremo oriente. Gli ambienti successivi offriranno un approfondimento per ogni macro-ambito, sviluppando temi legati ai contesti di produzione e ricezione degli oggetti - tra cui quelli del viaggio e del dono, che ne costituiscono il denominatore comune e il tratto distintivo - e includendo anche alcuni album fotografici e volumi a stampa dalla biblioteca di Umberto II.

La progettazione museografica è stata sviluppata nel rispetto degli spazi e delle loro destinazioni d’uso originarie e prevede l’impiego di strutture espositive e l’adozione di soluzioni illuminotecniche che ne consentano la piena leggibilità. Al contempo, considerata la specificità delle raccolte interessate, è stata prestata particolare attenzione al miglioramento dell’accessibilità cognitiva e sensoriale. 

La realizzazione del progetto di allestimento permanente del percorso costituisce la tappa decisiva del progetto di scoperta, cura, comprensione e valorizzazione dei locali e delle raccolte dell’Armeria avviato nel 2019, che ha portato al riordino del patrimonio conservato, alla rifunzionalizzazione di tutti i locali, al restauro dei manufatti e, da ultimo, all’apertura della mostra Storie dal mondo in Castello, ospitata negli spazi della cappella settecentesca.

Il segmento di visita consentirà di rendere accessibile un corpus di beni afferente alle raccolte della dimora totalmente inedito, che implementerà e diversificherà ulteriormente l’offerta del Castello, arricchendo l’esperienza dei visitatori e favorendo anche lo sviluppo di iniziative di promozione della cittadinanza e dell’integrazione culturale; consentirà inoltre di completare l’assetto del piano terreno, che ha visto l’apertura della galleria del fregio e la rifunzionalizzazione dei bagni di Carlo Alberto. Il percorso potrà essere incluso nell’itinerario ordinario e straordinario, in quello dedicato al Novecento oppure essere interessato da visite ad hoc, anche a scopo didattico.