I contenuti pubblicati sono a cura dell’Ente beneficiario delle erogazioni liberali il quale dichiara che i dati trasmessi sono conformi all’ art. 1 – Art Bonus - Decreto Legge 31 maggio 2014, n. 83 e s.m.i.

Attività principali dell'istituzione

L’attuale impianto del castello di Moncalieri risale al XVII secolo ed è il risultato dell’ampliamento di un fortilizio medioevale. Nella seconda metà del Quattrocento l’edificio fu scelto come dimora ducale da Jolanda di Valois; nel 1475 vi fu stipulato il trattato tra la duchessa, Carlo il Temerario, duca di Borgogna, e Galeazzo Maria Sforza, duca di Milano.

A partire dal 1610, Carlo Emanuele I diede inizio ai lavori di ampliamento dell’antico maniero, proseguiti sotto Vittorio Amedeo I e la Madama Reale Maria Cristina di Francia: nell’arco di un sessantennio, con l’intervento degli architetti Amedeo di Castellamonte, Andrea Costaguta e Carlo Morello, l’edificio assunse la configurazione odierna.
Il castello fu residenza preferita di Vittorio Amedeo II, che vi morì nel 1732 dopo aver abdicato in favore del figlio Carlo Emanuele III. Durante il regno di quest’ultimo, l’edificio fu oggetto di numerosi interventi, sotto la direzione di Benedetto Alfieri; gli abbellimenti proseguirono al tempo di Vittorio Amedeo III (morto a Moncalieri nel 1796), con l’intervento dell’architetto messinese Francesco Martinez.

L’arrivo delle truppe francesi apportò gravi danni all’edificio, che fu utilizzato come caserma e ospedale militare. Nel 1817, sotto Vittorio Emanuele I, si intrapresero le operazioni di restauro: furono allora realizzati lo scalone a tre rampe in marmo di Carrara e la cavallerizza in fondo al cortile principale. Nel periodo risorgimentale, gli appartamenti di Vittorio Emanuele II e della regina Maria Adelaide vennero riallestiti e arredati secondo il gusto eclettico tipico della seconda metà dell’Ottocento, cancellando quasi completamente le tracce dei secoli precedenti.

Il 20 novembre 1849 vi fu firmato il Proclama di Moncalieri, controfirmato da Massimo d’Azeglio, con cui il re scioglieva la Camera dei Deputati e faceva approvare alla nuova Camera il trattato di pace con l’Austria.

Dopo essere stato occupato durante la seconda guerra mondiale dai nazi-fascisti, dai partigiani ed infine dagli sfollati, nel 1948 il complesso diventò sede del I Battaglione Carabinieri “Piemonte”. Gli appartamenti reali sono stati restaurati e aperti al pubblico nel 1991. Il 5 aprile del 2008 il torrione sudest del Castello è stato colpito da un violento incendio che ha reso necessaria la chiusura del percorso di visita e un nuovo ciclo di restauri.

DESCRIZIONE DEGLI INTERVENTI CON RACCOLTA APERTA


RACCOLTA FONDI

Raccolta aperta

Raccolta aperta

FASE ATTUATIVA

Raccolta fondi

IMPORTO 6.455,00 €

 slide
DESCRIZIONE INTERVENTO

Il manufatto in oggetto dall’Appartamento di Vittorio Emanuele II e Maria Adelaide, interessato dall’incendio che ha coinvolto il torrione est del Castello di Moncalieri nel 2008. A quindici anni dall’incendio e dopo gli interventi di messa in sicurezza, restauro e recupero di ambienti e parte degli arredi si intende restaurare anche questo manufatto, finora conservati nei depositi, per restituirlo alla fruizione. Si tratta di un paravento proveniente dalla Camera da letto della Regina. Il paravento si compone di una struttura interna in telaio di legno, un tessuto di supporto in tela di cotone beige, un tessuto principale in broccatello di cotone con orditi beige e trame rosse e una passamaneria in cotone rossa. Tutti gli elementi tessili sono applicati alla struttura lignea mediante chiodi e borchie in ottone. Il tessuto principale in broccatello è caratterizzato da motivi decorativi a medaglioni con fiori e foglie.

L’oggetto reca tracce dell’incendio o del suo spegnimento e necessitano di interventi per il loro recupero. Sulle superfici tessili sono presenti ingenti depositi di particellato coerente fortemente penetrato nelle fibre, macchie e gore. Il broccatello e tela di cotone del paravento sono interessati da ampie lacune e lacerazioni. Mancanze consistenti di orditi creano diffuse slegature di trame da cui è possibile vedere l’imbottitura interna dei gradini della scaletta.

Gli interventi prevederanno, per le parti tessili, una fase di pulitura volta alla rimozione del particellato coerente e dei depositi presenti sulle fibre e all’attenuazione delle gore, cui seguirà una fase di consolidamento ad ago.

DESCRIZIONE DEGLI INTERVENTI CON RACCOLTA CHIUSA


RACCOLTA FONDI

Raccolta chiusa

Raccolta chiusa

FASE ATTUATIVA

Fine Lavori

IMPORTO 2.704,74 €

 slide
 slide
 slide
 slide
 slide
 slide
 slide
 slide
DESCRIZIONE INTERVENTO

Il soffietto e lo scopino fanno parte di un servizio da fuoco (set da camino) formato da pezzi non omogenei tra loro che include una paletta, delle molle con manici ad elementi zigrinati, uno scopino (o spazzolino), con manico dipinto e dorato con cineserie, e un soffietto decorato con motivi similari. In particolare, quest’ultimo manufatto presenta entrambe le parti a fondo nero: su una faccia mostra una scena con personaggi, imbarcazioni, architetture e vegetazione ispirata al mondo cinese; sull’altra un motivo decorativo a volute dorato. Impreziosiscono la faccia principale del pregevole oggetto, intarsi in madreperla in parte ancora conservatisi.

Dall’inventario patrimoniale dei beni conservati negli appartamenti monumentali del Castello di Moncalieri, risulta che entrambe i manufatti sono elencati negli inventari dei beni di Dotazione della Corona presenti in situ nel 1908, e già nel 1880, e per essi ne viene attestata la provenienza dal Palazzo Reale di Torino.

I beni rientrano in quel gusto per le cineserie, in voga presso la corte sabauda sin dal terzo decennio del Settecento, quando Pietro Massa, specializzato in “pitture alla cinese”, iniziò a lavorare per i reali palazzi nei riammodernamenti promossi da Carlo Emanuele III. Villa della Regina e Palazzo Reale a Torino, oltre che le residenze sabaude extraurbane di Agliè, Stupinigi, Racconigi, e Moncalieri, mantengono ancora nelle architetture e negli arredi, ricche testimonianze di questo gusto per l’Oriente che pervase la cultura e la moda dell’epoca.

Ulteriori ricerche archivistiche potranno probabilmente far luce sulla provenienza, la datazione e la manifattura dei due beni.   

Stato di conservazione: mediocre/cattivo. Entrambi i manufatti sono coperti da depositi di sporco incoerente e coerente che non permettono piena leggibilità della superficie. La pellicola pittorica è parzialmente lacunosa e abrasa; localmente sono presenti segni di bruciature e fori di sfarfallamento. La pelle del soffietto appare disidratata ed è lacerata in prossimità della bocchetta di uscita dell’aria.

L'intervento di restauro è finalizzato a restituire una nuova lettura ai due manufatti mirando a rimuovere e attenuare le alterazioni osservate, permettendone una nuova valorizzazione all'interno del percorso di visita del Castello. Nel corso dell'intervento di restauro saranno eseguite delle indagini non invasive per approfondire la tecnica di esecuzione e i materiali costitutivi dei due manufatti.


NOTE Intervento archiviato