Descrizione di carattere storico artistico relativa all’oggetto
Era il lontano 1180 quando Tancredi d’Altavilla, Conte normanno di Lecce, faceva erigere quello che noi oggi chiamiamo Monastero degli Olivetani
Dedicato ai Santi Nicolò e Cataldo, il Monastero fu affidato ai monaci benedettini (assieme alla chiesa attigua, costruita nel 1179) perché portassero in Terra d’Otranto la cultura e i riti della Cristianità latina. i monaci furono dotati di ricche possessioni e del diritto di riscuotere canoni e decime su diverse terre e casali del circondario di Lecce.Morto Giovanni Antonio Del Balzo Orsini nel 1463, i domini della contea leccese, che dalla fine del Trecento con le nozze tra la contessa Maria d’Enghien e Raimondo Del Balzo Orsini erano appartenuti ai principi di Taranto (appunto gli Orsini), vennero ricondotti sotto il diretto controllo della corona di Napoli. Nel 1494 il Monastero venne affidato dal re Alfonso II alla congregazione dei Monaci Olivetani, i quali tra il 1544 e il 1546 trasformarono radicalmente la struttura originaria del cenobio, con la sola parziale eccezione della chiesa.
Nel 1613 venne realizzata la foresteria e venti anni dopo la struttura fu ulteriormente ampliata con la realizzazione del secondo chiostro e della balaustra della terrazza. Nel 1716 venne modificata la facciata della chiesa normanna e fu avviata la costruzione dello scalone monumentale che conduce al primo piano. L’abbazia nel 1807 venne incamerata nel patrimonio demaniale del Regno di Napoli e cadde in abbandono fino al 1842 quando fu affidata dal governo borbonico ai Padri Cappuccini, che vi rimasero fino agli inizi del XX secolo.
Nel 1870 l’antica Abbazia venne trasformata in un ospizio, il che dette luogo ad una serie di rimaneggiamenti che ne stravolsero l’originaria struttura. Il restauro operato negli anni Novanta del secolo scorso ha però permesso di recuperare la struttura e di rifunzionalizzarla, facendone oggi una delle sedi più prestigiose e suggestive dell’Università del Salento. E' la sede del
Oltre i due chiostri, il pozzo a baldacchino, la scalinata e il corridoio monumentale, il Complesso è caratterizzato da un grande ambiente ipogeo, che altro non è se non la cava da cui fu estratta la pietra adoperata per la costruzione del Monastero, situato Al di sotto del primo chiostro. Vi trova spazio il Dipartimento di Scienze Umane e Sociali ed ospita diversi congressi e attività di terza missione, quali la Notte Europea dei Ricercatori.
Informazioni sullo stato della conservazione
L'ipogeo del Monastero degli Olivetani venne utilizzato come cisterna alla quale si poteva attingere attraverso un pozzo collocato ai margini del chiostro. Sul fondo della cisterna vi è ancora traccia della vasca circolare ad anelli concentrici che serviva per separare l’acqua dalle impurità. Nell’ipogeo si può scendere attraverso una scala integralmente intagliata nella pietra a cui si accede da un ingresso situato sul lato interno del chiostro adiacente. L’Infantino cita tra le meraviglie del Monastero proprio questo ipogeo: “vedesi una famosissima cisterna al vivo sasso intagliata, alla quale nel tempo dell’està, scendendovisi facilmente per una comoda scala di pietra, sì per l’ampiezza del vase, come anche per la freschezza, porge a tutti non piccolo diletto, e piacere in maniera che i gentil’huomini di questa città in tal tempo vi concorrono ben spesso a goderla”.
Al momento la cisterna non è ancora agibile per ragioni di sicurezza, sia per gli accessi fisici che per l'illuminazione
Informazioni sulla fruizione e orari di apertura
L'orario di apertura è legato all'uso del Dipartimento, ma vi sono state diverse esperienze con il FAI e la scuola di storytelling di visite su prenotazione e giornate di apertura ai visitatori.