Attività principali dell'istituzione
La villa romana di Caselette è collocata sulle pendici orientali del monte Musinè a 400 m s.l.m., a sud delle vecchie cave di magnesite, tra le cascine Malpensata e Farchetto, in un terreno originariamente di proprietà del demanio militare e consegnato al MiBACT il 21 gennaio 1986. Qui, l’Università di Torino (professoressa Cantino Wataghin) condusse una serie di campagne di scavo tra il 1973 e il 1979, con l’apporto di fondi della Soprintendenza, senza esaurire in estensione l’indagine, ma chiarendo la struttura fondamentale dell’edificio, posto su un ripido pendio nord-ovest/sud-est immediatamente a valle del Fosso Colatore.
Nel 1984 venne condotto un esteso restauro delle murature, per consentirne la migliore conservazione all’aperto. Una nuova campagna di interventi è stata eseguita nel 2015 con fondi ministeriali ordinari, allo scopo di ripristinare alcuni punti dove le murature antiche risultano ammalorate. Nel 2016 un primo percorso di visita è stato sistemato collocando una serie di pannelli esplicativi fissi.
La villa è costituita da un singolo edificio quadrangolare, esteso su circa 3.400 mq, con uno spazio aperto centrale, una manica di fabbricato meglio conservata a nord, destinata agli ambienti di rappresentanza e residenziali e dotata di un porticato verso valle, una manica di chiusura a sud, ancora poco conosciuta, dove si è ipotizzato un piccolo ambiente termale, mentre delle ali laterali si conosce ancora troppo poco, ma almeno un settore di quella occidentale doveva essere coperto.
Costruito alla fine del I secolo a.C. e gli inizi del I secolo d.C. nell’ambito del costituirsi di estesi fundi agricoli e silvo-pastorali all’estremità occidentale dell’agro di Augusta Taurinorum, pur senza presentare la monumentalità della villa di Almese e finiture di pari livello (gli unici capitelli qui rinvenuti non sono in pietra, ma in terracotta), è comunque un edificio residenziale legato a un’estesa proprietà fondiaria, che doveva trovare gli stessi presupposti economici di localizzarsi qui, per sfruttare al meglio le risorse naturali dei luoghi (terrene coltivabili, pascoli, bosco, cave).
Attualmente è visitabile il settore residenziale settentrionale della villa, che si affaccia sul grande cortile quadrangolare scoperto. Gli ambienti, tutti conservati a cielo aperto, presentano tracce delle pavimentazioni originarie in battuto di malta con scaglie di opale o in cocciopesto (opus signinum). Gi scavi del settore meridionale sono ricoperti per esigenze di protezione, ma la presenza delle strutture antiche è intuibile dall’andamento della morfologia del terreno.
Il sito viene aperto al pubblico nella bella stagione (aprile-ottobre) una serie di domeniche per mezzo di volontari coordinati dal Comune. Sono fissi gli appuntamenti delle Giornate Europee del Patrimonio e delle Famiglie al Museo, oltre che le festività comunali.