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Attività principali dell'istituzione

Il Museo è stato fondato da Michele della Torre per conservare e valorizzare il ricco patrimonio archeologico messo in luce incirca 11 anni di ricerche, avviate nel 1817 con il contributo dell'Imperatore Francesco I d'Asburgo. La prima esposizione, approntata nel monastero dei Padri Somaschi, fu mantenuta fino al 1895 quando il conte Alvise Zorzi la trasferì nel Palazzo De Nordis. Dal 1990 il Museo è ospitato nel Palazzo dei Provveditori Veneti, nel cui piano nobile sono stati esposti numerosi corredi funerari di età longobarda rinvenuti a Cividale e nel territorio friulano, mentre la sezione lapidaria, completamente riorganizzata, è ospitata nelle sale del pian terreno. Durante i restauri del palazzo, scavi sistematici effettuati dalla Soprintendenza hanno portato in luce contesti di un settore urbano frequentato in età tardoantica-medievale, reso visitabile attraverso la creazione di un'area archeologica.

La collezione longobarda, che fa del Museo un imprescindibile punto di riferimento per la conoscenza del patrimonio storico archeologico dell'altomedioevo italiano, accoglie corredi funerari di pregio provenienti dalle necropoli extraurbane e dal territorio del ducato. Fanno parte della collezione museale alcuni frammenti di scultura altomedievale e di arredo liturgico appartenenti agli antichi edifici di culto della città. La sezione romana espone iscrizioni, basi di statue onorarie, frammenti scultorei da edifici pubblici, monumenti funebri e pavimenti musivi delle domus tra fine I sec .a. C. e II sec. d. C. Il Museo Archeologico Nazionale di Cividale del Friuli è un’istituzione pubblica al servizio della società e del suo sviluppo civile. Il Museo è attivo nella ricerca, nella conservazione, nell'ordinamento, nella valorizzazione, nell'esposizione e nella comunicazione del patrimonio materiale e della memoria storica della città di Cividale e del suo territorio.

DESCRIZIONE DEGLI INTERVENTI CON RACCOLTA APERTA


RACCOLTA FONDI

Raccolta aperta

Raccolta aperta

FASE ATTUATIVA

Raccolta fondi

IMPORTO 80.000,00 €

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DESCRIZIONE INTERVENTO

Intervento di restyling allestitivo e grafico della collezione numismatica della Fondazione Friuli esposta al Museo Archeologico Nazionale di Cividale del Friuli.

Gli Aurei longobardi oggetto di questa progettazione rappresentano una collezione di 56 monete d’oro longobarde di proprietà della Fondazione Friuli (già Fondazione della Cassa di Risparmio di Udine e Pordenone che le acquisì tra il 1999 e il 2002).

Questa raccolta è una delle più importanti al mondo, inferiore solo alla collezione di S.M. Vittorio Emanuele III, ora a Roma nel Gabinetto Nazionale di Palazzo Massimo e a quella del British Museum di Londra, ma è sicuramente la più vasta completamente esposta e fruibile dal pubblico.

Si tratta di Solidi e Tremissi che coprono un arco temporale che va dal tardo VI al IX secolo e offrono un suggestivo spaccato della monetazione aurea delle zecche “autoctone” in tutta la penisola italiana controllata dai Longobardi, spesso in circolazione accanto alla coeva moneta bizantina.

La collezione fu resa stabilmente fruibile al pubblico ed esposta in modo permanente al Museo Archeologico Nazionale di Cividale del Friuli nel 2003 con la collaborazione della Fondazione CRUP.

Motivazioni e bisogni

  • Valorizzare l’eccezionalità della collezione di aurei longobardi
  • Ridefinire il percorso museale
  • Adeguare i criteri espositivi
  • Valorizzare contesti attualmente non esposti
  • Promuovere il territorio

Il progetto di restyling allestitivo e grafico

Per una pianificazione coerente si è operato su due fronti: a) modellazione dello spazio dedicato agli aurei longobardi (euro 40.000); b) ripensamento della sala, ubicata a conclusione del percorso museale, in vista dello spostamento della collezione (euro 40.000).

Gli aurei saranno collocati in un soppalco distinto dalla restante esposizione ma integrato ad essa e ben visibile dall’accesso che immette nel salone principale della sezione longobarda. Per consentire una fruizione consona alle aspettative del progetto, sarà creato uno spazio chiuso (circoscritto e coperto) a richiamare l’idea di uno scrigno interno al museo.

L’allestimento prevede la realizzazione di un sistema espositivo inedito, espressamente progettato per il Museo Archeologico Nazionale di Cividale, con la possibilità di movimentare una lente per la visualizzazione di entrambi i lati per tutti i 56 pezzi che compongono la raccolta.

Come in un vero e proprio caveau, lo spazio accoglierà anche tre tesoretti pertinenti l’età preromana e medievale rinvenuti nel territorio friulano, attualmente non esposti, per i quali non si prevede l’interazione con dispositivi di ingrandimento e rotazione, riservata solo agli aurei che meritano una visione ravvicinata considerando la rarità delle emissioni.

Per tutti i contesti saranno disponibili appositi contenuti di approfondimento mediante un monitor touch screen.


RACCOLTA FONDI

Raccolta aperta

Raccolta aperta

FASE ATTUATIVA

Raccolta fondi

IMPORTO 40.000,00 €

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DESCRIZIONE INTERVENTO

La necropoli longobarda "della ferrovia" è stata rinvenuta nel 2012 a Cividale del Friuli e comprendeva circa 80 sepolture (per la porzione indagata), quasi tutte dotate di articolati corredi funerari (dotazione di armi per gli uomini, monili e accessori personali di uso quotidiano e di lusso per le donne, amuleti e altri oggetti simbolici per i bambini). Il sepolcreto, utilizzato a partire dalla seconda metà del VI fino alla fine del VII secolo d.C. da tre generazioni di individui, costituisce ad oggi unod ei campioni più significativi per comprendere l'articolazione culturale e sociale dei gruppi umani sepolti nelle necropoli extraurbane della città.

Cividale del Friuli, sede del primo dei trentacinque ducati che i Longobardi costituirono in tutta la penisola, si distingue per la rilevanza della presenza longobarda in termini di qualità e quantità dei reperti archeologici, ma anche per una particolare concentrazione degli elementi più tradizionali della cultura longobarda. Il Museo Archeologico Nazionale di Cividale, fondato da Mons. Michele della Torre Valsassina nel 1817, esprime con forza questa connotazione barbarica, esponendo i reperti raccolti in oltre duecento anni di scavi e ricerche effettuate a Cividale e nel suo territorio. il contesto della ferrovia ha ulteriormente ampliato le conoscenze nel quadro dei rinvenimenti, sia per la ricchezza di datio offerti dallo scavo stratigrafico, nonché dal recupero ottimale dei pezzi, oltre al valore legato alla bontà del campione indagato. Vale la pena di ricordare, a questo proposito, che nessuna necropoli cividalese è stata scavata per intero e in generale si dispone di campioni numerici molto più esigui, oppure di campioni di maggiore entità ma di scarsa attendibilità scientifica, per esempio nel caso di scavi effettuati tra Ottocento e Novecento.

Con queste opportune premesse è possibile comprendere l'importanza che può avere un efficace riscontro di questa scoperta in termini di una divulgazione di qualità come punto di partenza per comunicare le connotazioni più rilevanti di un periodo storico di grandi trasformazioni che fu proprio l'età barbarica, in una generale prospettiva di valorizzazione del patrimoniio culturale italiano. In una visione più ampia, anche dal punto di vista comunicativo oltre che scientifico, pare significativo pensare ad un'esposizione che mostri questo contesto in rapporto ad altri analoghi e coevi contesti funerari della città (anche allo scopo di valorizzare situazioni più esigue messe in luce solo in modo parziale ma potenzialmente interessanti), per fare in modo che risulti più facile la visualizzazione dello scenario complesso e diversificato che caratterizzò la città a partire dalla seconda metà del VI secolo d.C.