Descrizione di carattere storico artistico relativa all’oggetto
La Fontana del Campari è una fontana parte di una serie di circa trenta fontane progettate da Giuseppe Gronchi, scultore di Firenze, per pubblicizzare l'azienda Davide Campari & C..
La serie di fontane realizzate, per conto dell’inventore del celebre bitter Davide Campari, dallo scultore fiorentino Giovanni Gronchi, risalgono al 1930 circa e rappresentavano la fusione tra scopo pubblicitario e progettazione artistica uniti alla funzione di pubblica utilità. Con le fontane infatti, collocate in zone di campagna o montane, la promozione del prodotto si univa ad un bene primario e pubblico come l'acqua, che poteva essere prelevata come facciamo oggi dagli abitanti di paese. Il primo esemplare sembra essere quello inaugurato contestualmente all’acquedotto comunale a Chiusi della Verna tra il 1929 e il ’31. Successivamente, a metà degli anni ’30, alcune repliche furono collocate in Toscana e in Lombardia. La Fontana del Campari, in travertino, stilisticamente mostra echi dello stile secessionista viennese, racchiusa in maniera monumentale da colonne di tradizione classica che alludono alla romanità. Sopra il bassorilievo del corpo centrale, dove sorge la fontana, si ergono sulle colonne due teste apparentemente generiche, una femminile e l’altra maschile.
La fontana presente in loc. Le Piastre è una delle tre fontane ad oggi rimanenti di quelle che furono all'epoca realizzate.
Informazioni sullo stato della conservazione
Il monumento in oggetto denominato "FONTANA CAMPARI" è strutturato con malta cementizia bianca per le parti decorative architettoniche (colonne, bassorilievi e apparati scultorei) in pastina a stucco bianco per la vasca della fontana e basamento, la cannella presumibilmente di fattura bronzea.
Si pensa che le scritte Campari in origine fossero colorate con colori tipici dell’azienda ma questo è da verificare sia con documentazione fotografica dell’epoca sia con effettuazione saggi di pulitura.
Dopo il sopralluogo effettuato si denota una buona lettura dell’opera, appare però evidente lo stato di degrado generale ed a tappeto su tutte le superfici, aggredite nel tempo dagli agenti atmosferici e da climi rigidi vista anche la sua peculiare posizione geografica. Si evidenzia una notevole aggressione da parte dei muschi e licheni su tutta la superficie.
Questi fattori, non supportati da una manutenzione ordinaria, hanno accelerato il processo di erosione ed esfoliazione delle superfici, determinando patine nere generalizzate in particolare sulla vasca, l’infiltrazione delle acque meteoriche attraverso piccole e medie lacune sull’apparato decorativo, la fratturazione e microfratturazione del supporto.
Sono anche presenti residui cementizi e alcune ricostruzioni posticce.
Sulla parte tergale del monumento alcune porzioni di intonaco civile in fase di distacco.
Informazioni sulla fruizione e orari di apertura
Liberamente visibile.