Descrizione di carattere storico artistico relativa all’oggetto
I Civici Musei di Udine presentano il Progetto di Restauro “Sculture e Incisioni inedite dei Civici Musei”, per la conservazione e la restituzione al pubblico di otto (8) sculture lignee policrome inedite, databili fra il XVI e XVIII secolo, pervenute nelle collezioni del Museo Etnografico del Friuli fra il 1985 e il 2000, grazie al Lascito di Luigi e Andreina Ciceri, e per la messa in sicurezza di ventidue (22) incisioni all’acquaforte, risalenti ai secoli XVII – XIX, appartenenti alle collezioni del Gabinetto Disegni e Stampe del civico castello di Udine, e conservate a titolo di deposito temporaneo presso la Residenza del Prefetto di Udine sin dal 1932. Fra le sculture qui presentate spiccano un Vesperbild (o Pietà), ascrivibile alla prima metà del Cinquecento, un intenso Crocifisso di ignoto maestro friulano databile fra il Seicento ed il Settecento ed un Sant’Antonio di Padova con il Bambino, risalente al tardo Settecento. Le incisioni sono tratte da dipinti di maestri europei del Seicento e del Settecento e testimoniano i mutamenti di gusto del collezionismo britannico e francese tra la fine dell’Ancien Régime e i primi decenni dell’Ottocento. Le 22 opere hanno decorato per decenni il Palazzo del Prefetto di Udine, eretto nel 1914 in Piazza Patriarcato su progetto dell’ingegnere Oddone Tosolini (1867 – 1934). Più di recente, queste incisioni hanno ornato la Residenza del Prefetto a Palazzo Cappellani, notevole edificio liberty, all’angolo tra via Verdi e Piazza Primo Maggio, progettato esattamente un secolo fa dall'architetto Provino Valle (1887-1955). Con la scelta di queste opere si completa da una parte il pluriennale programma di restauri avviati dai Civici Musei sul corpus delle sculture lignee del Lascito Ciceri, che nel settembre 2019 ha consentito l'allestimento e l’inaugurazione presso il Museo Etnografico del Friuli della “Saletta Ciceri”, dall’altro la valorizzazione di una serie di pregevoli incisioni all’acquaforte, poco note, quantunque pubblicate nel 1999, che è auspicabile possano essere maggiormente fruibili al pubblico.
Le opere selezionate sono significative per ricostruire la storia delle collezioni, in quanto da un lato ne documentano la nascita e l’evolversi, grazie a lasciti recenti, come quello cospicuo dei coniugi Ciceri, dall’altro documentano l’usanza in voga nella prima metà del Novecento di richiedere ai Civici Musei opere d’arte per gli ambienti di rappresentanza degli Uffici decentrati del Governo.
Informazioni sullo stato della conservazione
Le motivazioni che inducono i Civici Musei a sottoporre a restauro questi due nuclei omogenei di opere sono chiaramente di natura conservativa, al fine di salvaguardare e tramandare alla posterità il proprio patrimonio. Nel caso delle otto sculture lignee del Lascito Ciceri c’è peraltro la volontà di portare a compimento il programma di restauri avviato sin dal 2011 da parte dei Civici Musei, per completare l’allestimento della “Saletta Ciceri” di Palazzo Giacomelli. Tutte le otto sculture necessitano di interventi di restauro conservativo, per arrestarne il degrado, nonchè di interventi estetici al fine di integrare, in maniera reversibile, le superfici pittoriche lacunose deui manufatti e per restituire leggibilità alle opere. Su tutte le sculture sarà eseguito un trattamento antitarlo. Si procederà quindi a una pulizia dei depositi superficiali, i sollevamenti della pellicola pittorica, ove presenti, saranno fatti riaderire alla superficie lignea con idoneo adesivo e riadagiati al supporto mediante l'utilizzo del termocauterio, le lacune saranno stuccate con gesso e colla animale, e successivamente integrate pittoricamente ad acquerello o con colori a vernice, secondo i criteri della reversibilità. La superficie delle sculture sara protetta con una vernice finale mat.
Nel caso delle ventidue incisioni da sottoporre a restauro c’è la volontà di mettere in sicurezza un nucleo consistente di opere che, in forza di un deposito risalente agli anni Trenta del Novecento presso la Prefettura di Udine, non ha potuto essere costantemente monitorato dal personale dei Musei, salvo in occasione dei periodici riscontri annuali, con l’auspicio che le opere possano essere nuovamente visibili al pubblico in occasioni dedicate. Lo stato di conservazione delle incisioni richiede una pulizia a secco, rimozione delle impurità e delle tracce di sporco, l’attenuazione delle macchie, il rinforzo dei bordi e delle zone fragili della carta, l’integrazione oloristica ad acquerello, nonché la rimozione dei disegni originali dai diversi fondi e la sostituzione sia dei vecchi passepartout che dei fondi delle cornici utilizzando materiali a Ph neutro idonei alla conservazione.
Informazioni sulla fruizione e orari di apertura
Tanto le sculture che le incisioni sono visitabili e consultabili su appuntamento con i conservatori competenti delle collezioni, rispettivamente del Museo Etnografico del Friuli e del Gabinetto Disegni e Stampe del Castello. Al termine dei restauri le otto sculture saranno esposte a rotazione nella Saletta "Ciceri", sita al piano nobile di Palazzo Giacomelli, sede del Museo Etnografico del Friuli, aperto dal Venerdì alla Domenica con orario 10.00 - 18.00. Le ventidue incisioni, invece, saranno esposte al pubblico nell'ambito di un'esposizione temporanea in programmazione.