I contenuti pubblicati sono a cura dell’Ente beneficiario delle erogazioni liberali il quale dichiara che i dati trasmessi sono conformi all’ art. 1 – Art Bonus - Decreto Legge 31 maggio 2014, n. 83 e s.m.i.
L’Ente dichiara che il bene oggetto di erogazioni liberali è di interesse culturale ai sensi dell’art. 10 del D.Lgs. 22 gennaio 2004 N.42 e s.m.i. (Codice dei beni culturali e del paesaggio).

Descrizione di carattere storico artistico relativa all’oggetto

La posa della prima pietra dell’attuale Castello si ha il 2 aprile 1517 su progetto dell’arch. Giovanni Fontana, a seguito della demolizione del preesistente edificio, danneggiato pesantemente dal terremoto del 1511.

Il progetto prevedeva un piano terra destinato a pubblici uffici quali le sale del Parlamento della Patria del Friuli e la Cancelleria, caratterizzato nella facciata meridionale da un “archo triumphal in forma antigua” e da un imponente atrio di ingresso, secondo una concezione classicistica che fa ricorso a moduli vitruviani.

Nel piano nobile un grande salone centrale divideva due appartamenti, l’uno riservato ad abitazione del Luogotenente, l’altro a l Maresciallo e al Camerlengo.

L’edificio è fortemente sviluppato in senso orizzontale ma non troppo elevato, a dare l’impressione più di un palazzo che di un castello.

Di grande imponenza al piano terra vi è l’arco a tre fornici di uguale dimensione ispirato a monumenti romani con quattro esili semicolonne di tipologia “lombarda” e architrave con stemmi.

L’atrio di ingresso sul lato sud presenta volte a crociera mentre l’ingresso posteriore sul lato nord è caratterizzato da un loggiato.

I lavori del Castello vennero portati a compimento da altri architetti, primo fra tutti Giovanni da Udine che progetto la scala esterna che dà accesso al Salone Centrale di Rappresentanza.

Il Castello di Udine diviene sede museale il 26 luglio 1906 in occasione delle celebrazioni del quarantesimo anniversario dell’unione del Friuli all’Italia.

Informazioni sullo stato della conservazione

La superficie esterna non presenta più tracce dell’intonaco originale poiché, soprattutto dopo il terremoto del 1976, è stato rifatto gran parte dell’involucro esterno che attualmente si presenta deteriorato dalle intemperie (pioggia, vento, pulviscolo atmosferico) e dall’umidità di risalita che ha provocato decoesione e pulverulenza materica.

La tinteggiatura è inoltre caratterizzata da invecchiamento naturale, mancanza di manutenzione, patine scure, alterazioni cromatiche, rigonfiamenti e distacchi.

Le opere in pietra (scalinata nord, arco trionfale, cornici, cornicioni, paraste, riquadri e stemmi) presentano parti dilavate e depositi più o meno coerenti e aderenti al supporto (croste nere, patine, pellicole). In alcuni casi vi sono fenomeni di degrado localizzato, specie su capitelli e basi, che risultano interessati da esfoliazioni, polverizzazioni superficiali e sollevamento di scaglie.

Tutti i serramenti esterni in legno sono di fattura recente (anni ottanta del ‘900), ad eccezione della porta che dà accesso al Salone del Parlamento e della porta Cornelia nel loggiato nord e sono caratterizzati da sezioni sottili di legno di abete.

I segni di degrado presenti nei serramenti sono alterazioni cromatiche, deformazioni, attacchi biologici, permeabilità all’acqua e aria, degrado degli organi di manovra, sigillanti e guarnizioni.

Gli elementi metallici (cancellate, grate, parapetti, supporti di bandiera e tiranti) presentano alterazioni cromatiche da processi di ossidazione e corrosione superficiale causate da umidità e usura per carenza di manutenzione.

Informazioni sulla fruizione e orari di apertura

I musei del Castello sono aperti da martedì a domenica, dalle 10.00 alle 18.00

DESCRIZIONE DEGLI INTERVENTI CON RACCOLTA CHIUSA


RACCOLTA FONDI

Raccolta chiusa

Raccolta chiusa

FASE ATTUATIVA

Fine Lavori

IMPORTO 850.000,00 €

 slide
 slide
 slide
 slide
DESCRIZIONE INTERVENTO

Il progetto di restauro dell’involucro esterno del Civico Castello riguarda intonaci, serramenti, elementi lapidei e metallici.

La strategia progettuale è basata sul criterio del “minimo intervento” e mira alla conservazione e al massimo mantenimento della struttura e dei materiali originali che lo definiscono: tale principio vuole “facilitare la lettura” del manufatto oggetto di intervento.

Il restauro delle superfici lisce intonacate prevede:

  • disinfezione tramite biocida;
  • rimozione di depositi superficiali coerenti, concrezioni, incrostazioni;
  • asportazione di grappe, chiodi, inserti in metallo;
  • rimozione di porzioni di intonaco decorse;
  • ricostruzione di parti mancanti con malta e stuccature di fessurazioni;

A seguire sulla superficie intonacata verrà applicata una finitura pittorica a base di silicati

Il restauro delle superfici lapidee prevede:

  • disinfezione tramite biocida;
  • rimozione di croste nere, depositi superficiali coerenti, concrezioni, incrostazioni da eseguirsi con polpa di carta e microsabbiatrice di precisione;
  • consolidamento parti incoerenti;
  • reintegrazioni, stuccature e stilature;
  • protezione finale con idrorepellente;
  • trattamento finale di biocida.

La porta storica dello scalone nord e i serramenti in legno verranno restaurati mediante smontaggio del serramento e della ferramenta, sverniciatura con fiaccola, raschiatura parziale, integrazione e riparazione, carteggiatura, applicazione di antitarlo, stuccatura, applicazione di impregnante e finiture cerose all’acqua e rimontaggio finale.

Alcuni serramenti risultano irrecuperabili e pertanto si procederà alla loro sostituzione.

L’intervento di conservazione degli elementi metallici consiste in:

  • pulitura meccanica generalizzata;
  • trattamento con convertitore di ruggine;
  • trattamento protettivo con olio di lino cotto e cera d’api;
  • trattamento dei parapetti con smalto ferro-micaceo.


NOTE Intervento archiviato