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Descrizione di carattere storico artistico relativa all’oggetto

Il Teatro Nuovo di Spoleto, intitolato dal 2010 al maestro Gian Carlo Menotti, venne costruito tra il 1854 e il 1864, progettato dall’architetto marchigiano Ireneo Aleandri. Nel 1857 le opere murarie del teatro erano quasi completate e si riservò una cura particolare agli arredi e alle finiture: tra queste rientra la decorazione del Sipario.

L’Ottocento è il secolo in cui l’Italia si arricchisce di un gran numero di Teatri e, il sipario diventa uno degli strumenti per illustrare e diffondere le glorie della Città. Per tale ragione la scelta del bozzetto da raffigurare in un telone diventa elemento di primaria importanza e spesso di discussione tra i maggiorenti della Città. A Spoleto il Teatro Nuovo venne costruito per l’impegno di un gruppo di illustri cittadini uniti nella Società degli Azionisti. I membri discussero lungamente la scelta del tema da raffigurare e nel 1860 ne affidarono l’esecuzione ad un pittore “meritatamente celebre”, Francesco Coghetti, “uno dei primi professori dell’Accademia San Luca in Roma” e degno quindi di realizzare un’opera tanto importante, sigillo di un’architettura posta al centro della Città. Il Coghetti raffigurò con grande teatralità, con forte potenza evocativa, con la volontà di esaltare le glorie del passato, il tema della sconfitta di Annibale, del suo fallito tentativo di conquistare Spoleto dopo la vittoria al lago Trasimeno la cui narrazione è ancora oggi leggibile sull’arco di Porta Fuga. La composizione grafica dell’opera evidenzia un grande dinamismo, sottolineato dall’uso dei toni di colori contrastanti e brillanti per ottenere un massimo effetto di movimento. L’episodio della sconfitta del Cartaginese è narrato suddiviso, orizzontalmente, in due parti: nel basso è raffigurato un forte e impetuoso groviglio di soldati dal fisico possente e muscoloso, che si mescola a cavalli, elefanti, persone ferite, scudi che riflettono la luce, abiti dai colori brillanti e panneggi complessi in una scena nell’insieme maestosa, d’intensa drammaticità, con un forte effetto scenico ed un immediato messaggio simbolico. In alto sono raffigurate diverse architetture locali, edifici classici dell’antica Spoleto sui quali si staglia un bastione semicircolare dal quale la popolazione getta l’olio bollente su Annibale e sugli assalitori, secondo quanto narrato dalla leggenda. Il Coghetti era senza dubbio un ottimo artista anche nel saper modulare l’uso della luce che si diffonde nella parte centrale del sipario per diminuire di intensità nella parte inferiore dell’opera. Sicuramente l’artista aveva notevole dimestichezza e competenza tecnica nell'affrontare la decorazione di scene di grande formato (circa 160 mq) se iniziò la sua opera nel 1860 e, un anno più tardi era completata.

Informazioni sullo stato della conservazione

Il grande sipario, che misura metri 11,90 in altezza e 13,92 in larghezza, è stato realizzato unendo, tramite cuciture, diverse strisce di tessuto assemblate in verticale. Il sipario è chiodato a tre stangoni lignei. L’alzata del sipario avveniva “in terza” tramite lo stangone centrale che, dotato di cinque anelli metallici sul retro, permetteva il sollevamento che avveniva manualmente mediante verricelli a contrappeso. La tecnica pittorica con cui è realizzato vede l’impiego di tempere magre su una esigua preparazione che satura l’armatura della tela: in manufatti di questo tipo infatti si doveva tenere conto della necessaria flessibilità dei materiali per le ripetute movimentazioni legate all’uso teatrale. Srotolando il sipario si sonoconstatate problematiche conservative per la presenza di strati di depositi coerenti e incoerenti che offuscano le campiture del colore originale; gore da umidità che macchiano ampie zone del dipinto; ampie deformazioni della tela, soprattutto sulle fasce laterali determinate dai rinforzi in tela cuciti sui bordi laterali del sipario; cadute diffuse di pellicola pittorica soprattutto localizzate nelle zone soggette al degrado per la movimentazione del sipario; destrutturazione del supporto tessile; scuciture del supporto; cucitura di fasce di tela sui bordi laterali con l’intento di ridurre le deformazioni perimetrali. Per l’intervento conservativo ed estetico del sipario si prevedono le seguenti operazioni: pulitura preliminare a secco e ad umido per la rimozione dei depositi incoerenti e coerenti sul recto con pennelli; assorbimento delle gore con spugne umide; ristabilimento della coesione/adesione della pellicola pittorica con resina acrilica; velinatura della pellicola pittorica con adesivi deboli facilmente rimovibili ad umido; Rimozione di eventuali rinforzi o toppe; Consolidamento dal retro delle fibre; Realizzazione di inserti di tela analoga all’originale; Reintegrazione delle mancanze, abrasioni, graffi con colori ad acquarello e/o pastelli; Eventuale applicazione lungo il margine superiore di zana cucita e occhiellata per il fissaggio all’americana di carico mediante fiocchetti in tela; Cucitura di sacche in tela per l’alloggio degli stangoni di sollevamento in terza e di contrappeso.

Informazioni sulla fruizione e orari di apertura

Il sipario è attualmente smontato e conservato presso un laboratorio di restauro. Al termine del restauro il sipario sarà ricollocato nel Teatro e avrà la più ampia fruizione durante gli spettacoli del Festival dei Due Mondi, la stagione del Teatro Lirico Sperimentale “Adriano Belli”, la stagione di Prosa organizzata dal Comune di Spoleto e in ogni occasione in cui Associazioni, Fondazioni, artisti utilizzeranno il principale Teatro della Città. Saranno inoltre garantite aperture su richiesta per la visita del Teatro Nuovo Menotti.

DESCRIZIONE DEGLI INTERVENTI CON RACCOLTA CHIUSA


RACCOLTA FONDI

Raccolta chiusa

Raccolta chiusa

FASE ATTUATIVA

Lavori in corso

IMPORTO 213.143,10 €

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DESCRIZIONE INTERVENTO

Il grande sipario, che misura metri 11,90 in altezza e 13,92 in larghezza, è stato realizzato unendo, tramite cuciture, diverse strisce di tessuto assemblate in verticale. Il sipario è chiodato a tre stangoni lignei. L’alzata del sipario avveniva “in terza” tramite lo stangone centrale che, dotato di cinque anelli metallici sul retro, permetteva il sollevamento che avveniva manualmente mediante verricelli a contrappeso. La tecnica pittorica con cui è realizzato vede l’impiego di tempere magre su una esigua preparazione che satura l’armatura della tela: in manufatti di questo tipo infatti si doveva tenere conto della necessaria flessibilità dei materiali per le ripetute movimentazioni legate all’uso teatrale. Srotolando il sipario si sonoconstatate problematiche conservative per la presenza di strati di depositi coerenti e incoerenti che offuscano le campiture del colore originale; gore da umidità che macchiano ampie zone del dipinto; ampie deformazioni della tela, soprattutto sulle fasce laterali determinate dai rinforzi in tela cuciti sui bordi laterali del sipario; cadute diffuse di pellicola pittorica soprattutto localizzate nelle zone soggette al degrado per la movimentazione del sipario; destrutturazione del supporto tessile; scuciture del supporto; cucitura di fasce di tela sui bordi laterali con l’intento di ridurre le deformazioni perimetrali. Per l’intervento conservativo ed estetico del sipario si prevedono le seguenti operazioni: pulitura preliminare a secco e ad umido per la rimozione dei depositi incoerenti e coerenti sul recto con pennelli; assorbimento delle gore con spugne umide; ristabilimento della coesione/adesione della pellicola pittorica con resina acrilica; velinatura della pellicola pittorica con adesivi deboli facilmente rimovibili ad umido; Rimozione di eventuali rinforzi o toppe; Consolidamento dal retro delle fibre; Realizzazione di inserti di tela analoga all’originale; Reintegrazione delle mancanze, abrasioni, graffi con colori ad acquarello e/o pastelli; Eventuale applicazione lungo il margine superiore di zana cucita e occhiellata per il fissaggio all’americana di carico mediante fiocchetti in tela; Cucitura di sacche in tela per l’alloggio degli stangoni di sollevamento in terza e di contrappeso.