Descrizione di carattere storico artistico relativa all’oggetto
La sede originaria dell'ippodromo della Società del Trotter, inaugurata nel 1892, presso Piazzale Caiazzo con l'inizio dei lavori per l'attuale Stazione centrale, nel 1906 fu trasferita in località Turro, occupando un'area di ca.128.000 mq. allora a carattere agricolo. L'area funzionò come ippodromo fino al 1921, quando la Società fallì. Fu allora che il Comune di Milano - che già dal 1919 aveva utilizzato il vasto campo delle corse di Turro, inoperoso durante l'estate, per istituirvi una colonia di cura elioterapica per i bambini delle famiglie più povere - acquistò l'area per crearvi una scuola all'aperto per bambini gracili, che rispondesse anche all'esigenza di indirizzare la formazione infantile secondo i principi educativi innovativi allora particolarmente dibattuti in tutta Europa. Sorse così la scuola all'aperto "Umberto di Savoia", il cui scopo era quello di alternare in modo organico l'apprendimento libresco a quello manuale, svolgendo entrambi a diretto contatto con la natura così da fornire ai bambini, insieme a una sana vita all'aperto anche una serie di competenze particolarmente in campo agricolo: di floricultura, di allevamento di animali, di fabbricazione dei formaggi, di allevamento dei pesci; oltre che, per le bambine, di puericultura e di economia domestica.
Negli anni compresi fra le due guerre, il Comune di Milano procedette alla realizzazione del Convitto e funzioni accessorie, presso le preesistenti Scuderie. Negli anni immediatamente successivi, in occasione del rifacimento delle coperture fortemente danneggiate dai bombardamenti, furono anche sopralzati due dei padiglioni e fu costruita una nuova cucina.
All’inizio degli anni ’90, i padiglioni vengono progressivamente abbandonati e fra questi anche l’Ex-Convitto e gli spazi circostanti.
Informazioni sullo stato della conservazione
Le analisi degli strutturisti sulla qualità e la capacità portante delle murature e degli orizzontamenti e sull’umidità presente negli intonaci, interni ed esterni, indicavano la possibilità di ampi recuperi dell’esistente, ma segnalavano come il perdurare dell’abbandono non potesse che rendere più precarie le condizioni dell’edificio. Lo stato di conservazione era effettivamente peggiorato, malgrado fossero state fatte parziali riparazioni, tanto che negli anni si erano verificati anche ampi crolli del manto di copertura e delle strutture lignee del tetto nei padiglioni 6 e 7 (lato verso sud) con il conseguente trascinamento della soletta nel padiglione 7. Negli anni successivi sono andate aumentando, in tutto l’edificio, le infiltrazioni dal tetto e l’umidità sui muri e sugli intonaci interni ed esterni.
Informazioni sulla fruizione e orari di apertura
A cura della Direzione Educazione del Comune di Milano