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Descrizione di carattere storico artistico relativa all’oggetto

Rispettando i principi fondamentali della riconoscibilità e reversibilità, gli obiettivi dell'intervento di restauro, oltre alla corretta conservazione, sono indirizzati a restituire una lettura più possibile corretta dell’immagine, intervenendo sulle lacune della pellicola pittorica. Si renderà necessario rimuovere l’opera dal telaio ligneo e dagli strati applicati nel passato intervento applicarla su un nuovo supporto alveolare in alluminio e vetroresina, per assicurarne la stabilità. Verranno rimossi i materiali utilizzati nel precedente intervento per quanto concerne stuccature e reintegrazioni pittoriche.

Le lavorazioni si possono quindi riassumere in tre macro-fasi, dove nella prima si assicurerà la stabilità dell’opera sul nuovo pannello interponendo uno strato di intervento rimuovibile, utilizzando per l’adesione resine specifiche.

Nel secondo momento si passerà alla pulitura per liberare la superficie dipinta dai depositi di polveri fissate e vernici protettive, con la conseguente rimozione delle attuali integrazioni cromatiche. Verranno quindi rimosse le stuccature cementizie delle lacune.

Come terza macro-fase, seguirà l’insieme di operazioni di stuccatura a livello con malta di consistenza simile all’originale e di reintegrazione pittorica del tessuto cromatico, realizzata con colori ad acquerello, applicati in maniera riconoscibile a reintegrare le lacune della pellicola pittorica e nuove stuccature. Con la stesura del protettivo finale si migliorerà la resistenza della pellicola pittorica senza peraltro alterarne le caratteristiche chimico-fisiche né quelle proprie dell’aspetto del dipinto a fresco.

La superficie di rispetto attorno al frammento verrà realizzata con un intonachino appositamente scelto, dopo l’esecuzione di una adeguata campionatura.

 

Questo affresco insieme a quello raffigurante S. Giovanni (C.G. 5595) si trovava al di sopra della nelliana "Madonna del Belvedere" I primi a parlare di questo affresco furono Crowe e il Cavalcaselle (p.14-1887) che lo videro nella sua collocazione originaria e lo inserirono nel catalogo Palmerucci. Il Lucarelli (p.619-1888) lo descrisse dopo averlo visto sempre nella chiesa di S. Maria Nuova, come "giovane santa che tiene un bambino sopra il braccio sinistro", e lo attribuì al Lorenzetti, pur riferendo l'attribuzione palmerucciana di Crowe e Cavalcaselle. Bernardini (p.7-1906) alcuna perplessita' sulla possibilita' di attribuire questo dipinto al Palmerucci. Nel 1910 il Prof. Colarieti fu incaricato del distacco del dipinto dalla parete ed il Van Marle (p.6-1910) che lo riferisce attribuisce nuovamente il dipinto a Guiduccio . Giovagnoli (p.12-1922) ancora riporta il Palmerucci come autore di questa Madonna e lo stesso fa lo Gnoli (p.176-1923), il Van Marle di nuovo (p.84-1925). Il Toesca (p.672-nota192-1951), e la Neri Lusanna (p.24-1977). Recentemente F. Santi (p.67-1979) ha spostato l'attribuzione su un maestro, Mello da Gubbio, venuto alla luce in seguito al restauro, di una tavola della raccolta diocesana.

Informazioni sullo stato della conservazione

Ci troviamo di fronte ad uno stacco di affresco applicato su di un supporto aggiuntivo a più strati, formato da malta, rete in metallo, tela, telaio ligneo e una cornice sempre lignea. Le stuccature delle estese crettature degli strati costitutivi sono probabilmente pertinenti all’intervento di trasferimento sull’attuale supporto. La loro natura cementizia combinata alla presenza di umidità ha determinato la presenza di efflorescenze saline. La pellicola pittorica risulta decoesa e offuscata da uno strato di poveri indurite. Evidenti sollevamenti della pellicola pittorica e degli strati costitutivi interessano diffusamente la superficie, anche con localizzate cadute. In basso sulla destra troviamo un’ampia integrazione dalla superficie, dalla superficie fortemente irregolare.

Questo affresco insieme a quello raffigurante S. Giovanni (C.G. 5595) si trovava al di sopra della nelliana "Madonna del Belvedere" I primi a parlare di questo affresco furono Crowe e il Cavalcaselle (p.14-1887) che lo videro nella sua collocazione originaria e lo inserirono nel catalogo Palmerucci. Il Lucarelli (p.619-1888) lo descrisse dopo averlo visto sempre nella chiesa di S. Maria Nuova, come "giovane santa che tiene un bambino sopra il braccio sinistro", e lo attribuì al Lorenzetti, pur riferendo l'attribuzione palmerucciana di Crowe e Cavalcaselle. Bernardini (p.7-1906) alcuna perplessita' sulla possibilita' di attribuire questo dipinto al Palmerucci. Nel 1910 il Prof. Colarieti fu incaricato del distacco del dipinto dalla parete ed il Van Marle (p.6-1910) che lo riferisce attribuisce nuovamente il dipinto a Guiduccio . Giovagnoli (p.12-1922) ancora riporta il Palmerucci come autore di questa Madonna e lo stesso fa lo Gnoli (p.176-1923), il Van Marle di nuovo (p.84-1925). Il Toesca (p.672-nota192-1951), e la Neri Lusanna (p.24-1977). Recentemente F. Santi (p.67-1979) ha spostato l'attribuzione su un maestro, Mello da Gubbio, venuto alla luce in seguito al restauro, di una tavola della raccolta diocesana.

Informazioni sulla fruizione e orari di apertura

tutti i giorni dalle ore 10.00 alle ore 13.00 e dalle ore 15.00 alle ore 18.00

DESCRIZIONE DEGLI INTERVENTI CON RACCOLTA CHIUSA


RACCOLTA FONDI

Raccolta chiusa

Raccolta chiusa

FASE ATTUATIVA

Fine Lavori

IMPORTO 5.270,40 €

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DESCRIZIONE INTERVENTO

Rispettando i principi fondamentali della riconoscibilità e reversibilità, gli obiettivi dell'intervento di restauro, oltre alla corretta conservazione, sono indirizzati a restituire una lettura più possibile corretta dell’immagine, intervenendo sulle lacune della pellicola pittorica. Si renderà necessario rimuovere l’opera dal telaio ligneo e dagli strati applicati nel passato intervento applicarla su un nuovo supporto alveolare in alluminio e vetroresina, per assicurarne la stabilità. Verranno rimossi i materiali utilizzati nel precedente intervento per quanto concerne stuccature e reintegrazioni pittoriche.

Le lavorazioni si possono quindi riassumere in tre macro-fasi, dove nella prima si assicurerà la stabilità dell’opera sul nuovo pannello interponendo uno strato di intervento rimuovibile, utilizzando per l’adesione resine specifiche.

Nel secondo momento si passerà alla pulitura per liberare la superficie dipinta dai depositi di polveri fissate e vernici protettive, con la conseguente rimozione delle attuali integrazioni cromatiche. Verranno quindi rimosse le stuccature cementizie delle lacune.

Come terza macro-fase, seguirà l’insieme di operazioni di stuccatura a livello con malta di consistenza simile all’originale e di reintegrazione pittorica del tessuto cromatico, realizzata con colori ad acquerello, applicati in maniera riconoscibile a reintegrare le lacune della pellicola pittorica e nuove stuccature. Con la stesura del protettivo finale si migliorerà la resistenza della pellicola pittorica senza peraltro alterarne le caratteristiche chimico-fisiche né quelle proprie dell’aspetto del dipinto a fresco.

La superficie di rispetto attorno al frammento verrà realizzata con un intonachino appositamente scelto, dopo l’esecuzione di una adeguata campionatura.

 


NOTE Intervento archiviato