Descrizione di carattere storico artistico relativa all’oggetto
Il vescovo Alessandro Sperelli il 12 Novembre 1662 pose la prima pietra del nuovo tempio sul terreno di proprietà delle Monache di Santo Spirito, in sostituzione di una “picciola chiesuola”; ottenne, con il consenso dell’autore Francesco Castelli detto il Borromini (Bissone 1599 – Roma 1667), la possibilità di realizzare una replica del progetto del san Carlino alle Quattro Fontane dei Trinitari spagnoli a Roma, considerato come uno dei più alti esempi dell'architettura barocca in Italia, per la chiesa della Madonna del Prato a Gubbio. Nella chiesa l’altare di destra è dedicato al patrono S. Ubaldo: “L’incontro tra S. Ubaldo e l’Imperatore Federico Barbarossa” 1683 ca. Olio su tela, cm 320 x 205 Autore: Ciro Ferri (1634-1689),
La bella pala d’altare narra un episodio famoso: siamo nel 1155, il Barbarossa è deciso a distruggere Gubbio come poche settimane prima aveva fatto con Spoleto. Il vescovo Ubaldo, nonostante le infermità e la stanchezza degli anni deve ancora intervenire a difesa della sua amata gente. Non sappiamo quanto è accaduto nella tenda imperiale che aveva ospitato l’incontro tra il fulvo leone di Svevia e il mite nostro Santo, ma certamente rimasero tutti sbigottiti quando videro Federico “a testa bassa” chiedere la benedizione a Ubaldo. Quell’incontro fu decisivo anche per il futuro della nostra città. Ecco come ce lo racconta Giordano[1]:
La pala fu allogata al Ferri nel 1683 dall’Università dell’Arte della Lana che in una riunione dell’anno precedente aveva indicato come possibile pittore Francesco Allegrini, autore fin qui di quasi tutti i lavori pittorici della chiesa. Forse per motivi di salute l’Allegrini non accettò, ma non è da escludere che il nome del bravo artista romano fosse stato avanzato dallo stesso Allegrini, perché conoscitore dell’ambiente cortonesco romano. E’ da ricordare altresì che il Ferri decorò la cupola di S. Agnese in Agone; era un artista quindi che frequentava l’ambiente dei Pamphili dove aveva operato anche il Borromini.
Ciro Ferri, seguace di Pietro da Cortona, suo allievo e collaboratore in varie imprese quali la decorazione della cupola di S. Maria in Vallicella a Roma. Del maestro assimilò i caratteri più esuberanti quali la cordiale carnalità delle figure e il felice colorismo, anche se nel complesso le sue composizioni appaiono meno articolate.
Il dipinto rappresenta, in primo piano, i due celebri personaggi a confronto, con alle loro spalle, rispettivamente: a destra, dietro Federico Barbarossa, i suoi soldati, mentre a sinistra S. Ubaldo è accompagnato dal clero e dal popolo; sulla sfondo la città di Gubbio con il Monte Ingino; in alto in un nimbo la Madonna con il Bambino e due Santi in atteggiamento di venerazione: S. Giuseppe e S. Giovanni Battista. L’opera, nonostante si presenti degradata per la varie cadute di colore, è di notevole qualità.
Informazioni sullo stato della conservazione
La tela è stata sottoposta ad un restauro conservativo dopo il 1984 con il quale si è provveduto alla sua foderatura e al tensionamento su un nuovo telaio, ma non è stato effettuato il restauro pittorico, infatti il dipinto presenta notevoli lacune dovute a cadute di pellicola pittorica che fortunatamente non interessa parti di rilevante importanza.
Lo stato di conservazione risulta pertanto buono ma il dipinto presenta notevoli sollevamenti che interessano la parte centrale destra in corrispondenza dell’imperatore Federico e nella zona superiore all’altezza del capo della Madonna. Essi sono stati provocati probabilmente da un eccessivo surriscaldamento dello strato pittorico (illuminazione artificiale e ventilazione dell’aria calda in direzione delle zone interessate).
Sono presenti lacune di piccole, medie e grandi dimensioni diffuse su tutta la superficie dipinta; lacune non trattate nel precedente intervento di restauro.
Sono presenti inoltre crettature e difetti di adesione, coincidenti con gli strati preparatori.
La pellicola pittorica è leggermente offuscata da un lieve strato di polvere.
La tela è inserita in una fastosa cornice dorata, un capolavoro d’intaglio che termina in alto con
una cartella posta come cimasa dove è riportata la dedica della Corporazione dell’Arte della
Lana.
Informazioni sulla fruizione e orari di apertura
Tutti i giorni dalle 9,00 alle 12,30 e dalle 15 alle 19,30 (orari soggetti a variazioni)