Descrizione di carattere storico artistico relativa all’oggetto
In contemporanea con gli eventi che rappresentarono la massima espressione dell’autonomia della città, la costruzione dei palazzi pubblici e di Piazza Grande, per contenere il corpo incorrotto di Sant’Ubaldo, morto nel 1160, fu realizzata un’arca lignea capace di contenere, proteggere e presentare la reliquia del patrono della città. L’arca vecchia di Sant’Ubaldo è una monumentale cassa lignea a capanna, visibile a trecentosessanta gradi, pensata ad imitazione delle casse-reliquiario orafe, ma anche di sarcofagi marmorei, progettata per assolvere alla funzione di reliquiario-ostensorio, di arredo liturgico e di pala d’altare. Nonostante un pesante riallestimento rinascimentale, il manufatto custodisce ancora l’ossatura della struttura originale e le pitture dei due lati brevi interni, con un Cristo benedicente e un Santo diacono (San Mariano o San Giacomo), santi titolari della cattedrale, entro quadrilobi ornati sull’oro e sull’argento. L’arca era probabilmente collocata al vertice di quattro colonne poste dietro all’altare maggiore della chiesa dedicata a Sant’Ubaldo, appositamente costruita in cima al Monte di Gubbio entro la prima metà del Duecento. Purtroppo sono del tutto perse le figurazioni dei cinque quadrilobi più piccoli, che si dovevano traguardare sul lato lungo della cassa, dentro la cella funeraria, dietro al corpo incorrotto di Sant’Ubaldo che aveva la testa sulla destra del cataletto, sotto l’immagine benedicente del Cristo, la cui mano presenta un tentativo di forte scorcio quasi volesse emergere dal fondo oro per posarsi sopra il corpo. I due tabelloni alle estremità, miracolosamente sopravvissuti, sono stati attribuiti al Maestro Espressionista di Santa Chiara identificato da Enrica Neri Lusanna in Palmerino di Guido, padre del più noto Guido Palmerucci. La segretezza e difficile visibilità dei dipinti era intenzionale, per accrescere l’aura di sacralità di questo vano scrutato attraverso lo sportellone, di sotto in su e di lato tra la luce accidentale delle lampade ad olio e delle candele.
Informazioni sullo stato della conservazione
L'opera si presenta complessivamente in buono stato di conservazione si manifestano tuttavia segni dell'attacco di silofagi
si riscontrano inoltre localizzati sollevamenti della preparazione in gesso e alcune limitate lacune nella superficie pittorica
Informazioni sulla fruizione e orari di apertura
Dal Lunedì al Venerdì 10.00 - 12.30; 14.30 - 17.30
Sabato e Domenica e Festivi 10.00 - 12.30; 15.00 - 18.00