Descrizione di carattere storico artistico relativa all’oggetto
La Palazzina Liberty di Gardone Val Trompia venne edificata negli anni Trenta del XX Secolo per mano della S.A. Giuseppe e Fratello Redaelli - oggi divenuta Redaelli Tecna SpA -, già proprietaria di numerosi stabilimenti produttivi di funi d’acciaio in tutto il territorio italiano.
L’edificio, di pianta regolare, a fianco di alcuni grandi capannoni produttivi, è allineato lungo la direttrice nord-sud ed è contrapposto, a est, a un altro edificio, più stretto, che segue l’andamento del fiume Mella. Negli anni è stato oggetto di interventi e ampliamente successivi fino a raggiungere, nel 1959, le dimensioni attuali.
Il 5 marzo 1974 la Redaelli SpA inoltrò al comune di Gardone Val Trompia una richiesta di licenza edilizia per la demolizione e la ricostruzione del deposito esistente a sud della palazzina. Le opere vennero autorizzate il 16 maggio dello stesso anno: il volume fu effettivamente demolito ma mai ricostruito.
Ammorsato sullo spigolo sud-est della Palazzina si riscontra ancora oggi un brano di muratura dei servizi igienici del vecchio deposito. L'interesse per questa pratica edilizia è dovuto al fatto che le tavole di progetto del nuovo deposito - come già detto, mai costruito - rappresentano anche i rilievi dei due piani e dei prospetti dell'edificio direzionale all'interno del quale vennero movimentati alcuni tavolati per modificare la distribuzione interna dei locali. Altre tracce di successivi interventi di trasformazione e di manutenzione si rilevano nei serramenti interni, dove, a fianco di quelli in legno massello laccato, ne compaiono altri in pannelli di legno tamburati.
Agli inizi degli anni Novanta il complesso venne dismesso e gli edifici abbandonati fino al 2004 quando l’amministrazione comunale, a seguito di un piano integrato di intervento, concesse a un investitore privato il recupero dell'area e delle volumetrie su di essa edificate destinandole ad attività di carattere commerciale, direzionale e residenziale, reclamando per sé, una volta recuperati a destinazioni d'uso sociali e culturali, la proprietà dei Capannoncini e della Palazzina Liberty.
L'investitore privato diede inizio alla bonifica dell'area raggruppando tutta la volumetria concessa nella parte nord del lotto, recuperando il volume dei Capannoncini e realizzando il Parco del Mella. L'intervento però, per motivi di carattere economico, non si concluse con il previsto recupero della Palazzina Liberty così l'amministrazione comunale intervenne direttamente, rilevando la proprietà dell'edificio e attivando il progetto di recupero oggetto del presente intervento che ha ottenuto l'autorizzazione della Soprintendenza Archeologica, Belle arti e paesaggio per le province di Bergamo e Brescia il 20/03/2017
Informazioni sullo stato della conservazione
L'edificio è costituito da un primo volume realizzato negli anni Trenta del XX Secolo - successivamente ampliato, si presume, nel decennio successivo - e si articola in due livelli abitabili e in un ampio sottotetto non utilizzabile. In pianta ha sviluppo rettangolare e misura 10,11 m sul lato corto e 21,18 m sul lato lungo.
La tipologia costruttiva, sia del volume originario sia dell’ampliamento verso nord - realizzato nel medesimo stile dell'edificio preesistente, è tipica degli edifici direzionali della prima metà del secolo passato ed è caratterizzata da una rigida simmetria d'impianto. Le facciate sono scandite da marcapiani e da elementi di ornato quali cornici, zoccolo e angoli in intonaco bugnato, che permettono di catalogarlo quale prodotto di un'architettura industriale tendente all’eclettico.
Lo schema distributivo è semplice e lineare: l'ingresso e il vano scale sono ordinati lungo l'asse mediano del corpo di fabbrica originario; i piani sono scanditi in quattro campate separate dai muri portanti in pietrame e mattoni pieni sui quali, nel sottotetto, si imposta l’orditura primaria in legno della copertura; gli ambienti ricavati tra le campate sono in parte frazionati da tavolati interni la cui posizione e forma, negli anni, ha subito diverse modifiche; infine i servizi igienici, realizzati nella posizione attuale, a nord del vano scale, presumibilmente nel 1974. Il progetto di conservazione è rivolto ad arrestare l’avanzato e progressivo stato di degrado che riguarda principalmente gli elementi di finitura – sia interni che esterni – su cui sono state identificate diverse patologie di degrado dovute principalmente alla mancanza di opere di manutenzione sull’edificio rimasto inattivo dagli inizi degli anni Novanta a oggi.
Informazioni sulla fruizione e orari di apertura
Il bene è fruibile al pubblico. E' stato dato in concessione a CSMT (Centro Servizi Multisettoriale e Tecnologico) che - con la collaborazione dell’Università degli Studi di Brescia, dell’Associazione Industriale Bresciana AIB, InnexHub e Camera di Commercio - intende sviluppare un nuovo Polo Tecnologico propulsore di energie improntate sull’inventiva e la tecnologia, a beneficio principalmente della Val Trompia ma con ricadute territorialmente più ampie: infatti il progetto Officina Liberty, quale centro di sviluppo tecnologico, mira ad essere riconosciuto come un punto di riferimento per tutto il territorio bresciano sulle nuove tecnologie oggetto della quarta rivoluzione industriale, in particolare Intelligenza Artificiale, Blockchain e IOT.