Attività principali dell'istituzione
Il museo si caratterizza per la sua duplice realtà di sito archeologico e di sede museale, l'uno e l'altra strettamente correlati.
L'area ovest del museo mostra una ricca stratificazione di testimonianze archeologiche. La più straordinaria è la cripta di S. Anastasio, costruzione a pianta basilicale, suddivisa in tre navatelle con volte a crociera.
Il nucleo più antico (XI sec.), presenta colonne e capitelli di recupero di età romana e altomedievale, mentre gli ampliamenti a est e a ovest videro l'impiego di colonne e capitelli in arenaria appositamente realizzati.
Negli ambienti contigui alla cripta sono inoltre visibili tracce di pavimentazione romana, indizi di insediamenti abitativi del periodo tardo-antico, tombe di VIII-X secolo, il muro di fondazione della facciata della chiesa altomedievale di S. Anastasio (VIII sec.), resti della prima chiesa romanica (XI sec.) e della più ampia basilica dell'inizio del XII secolo, un muro della chiesa secentesca.
Quest'ultima, abbattuta nel 1907, e le precedenti chiese di S. Anastasio facevano parte dell'omonimo monastero femminile benedettino, documentato dal 1008, ma di probabile fondazione longobarda (VIII sec.). Il monastero, soppresso dal governo napoleonico nel 1802, fu per secoli non solo un centro di spiritualità, ma anche un'istituzione di forte peso economico e politico a livello locale grazie ai suoi vasti possedimenti fondiari ed ai legami con l'aristocrazia astigiana, da cui provenivano di solito le sue badesse.
Nella parte est del museo sono conservati elementi lapidei pertinenti al sito di S. Anastasio o comunque all'area cittadina, databili in prevalenza tra VIII e XVI secolo.