Descrizione di carattere storico artistico relativa all’oggetto
La chiesa in oggetto in origine era una edicola rurale dedicata a S. Maria di Lenze, come attesta il catasto nel 1465 ; nel 1506 il Comune di Montecassiano affida al pittore Iannes Hispanus la realizzazione della pala “Madonna in trono con il Bambino tra i ss. Andrea ed Elena ed angeli musicanti” ad ornamento dell’altare. Cio’ fa dedurre che la cappella rappresentava per la popolazione uno spazio sacro di notevole importanza. Tra il 1509 ed il 1512 accanto all’edicola si procede alla costruzione di un romitorio, ad opera di fra Pietro eremita. Nel 1555 il Consiglio comunale decide di rimuovere dall’ altare la prestigiosa pala dell’Hispanus collocandola nella chiesa urbana di S. Marco, e di far affrescare la nicchia rimasta vuota con l’attuale dipinto della “Madonna in trono con Bambino tra i ss. Giuseppe e Francesco”. E’ importante sottolineare che l’affresco è la prima testimonianza iconografica del patrono di Montecassiano, la cui festa era stata istituita dal Consiglio generale il 12 marzo del 1521, per implorare la sua protezione da tutte le calamità. La chiesa continuo’ ad essere intitolata alla Madonna di Lenze fino al 1562, quando venne affidata al Terz’Ordine di San Francesco, il cui rettore aveva proposto la demolizione sia del romitorio attiguo che la stessa chiesa per recuperare i materiali per costruire una residenza per i frati. Successivamente la chiesa, venne affidata dai padri Zoccolanti della chiesa di S. Croce. Nel 1601 la demolizione della “chiesa di San Giuseppe” venne fortunatamente scongiurata, il Comune decide di avviare i lavori di restauro, “in modo che ci si possa dire la messa il giorno della festa di detto glorioso santo come si faceva avanti la sodetta concessione”. Dal 1601, dunque, le funzioni religiose per la celebrazione del Santo Patrono vengono ritrasferite nella chiesa di San Giuseppe che si arricchisce di nuovi cicli decorativi, commissionati ad opera di privati cittadini.
L’apparato decorativo attualmente visibile è costituito da un altare in stucco policromo ed in finto marmo , arricchito ai lati da tendaggi dipinti sulle pareti ed ornato da elementi plastici quali cornici con motivi decorativi geometrici/ovuli, angeli e dallo stemma comunale posto sul timpano. All’interno della nicchia è dipinta una “Madonna in trono con Bambino, tra i ss. Giuseppe e Francesco” su sfondo di un paesaggio immaginario. Gli affreschi che affiancano l’altare rappresentano una Crocifissione e Santa Lucia, lungo le pareti laterali San Sebastiano, San Bartolomeo, San Diego d’Alcalà, inseriti entro un impianto architettonico dipinto (cornici e nicchie) decorato in parte da stemmi gentilizi e da partiture decorative seriali tipiche dell’epoca. Si potrebbe ipotizzare che tali dipinti facessero parte di un impianto unitario. La faccia anteriore dell’altare a blocco, in muratura, è ornata da un dipinto di epoca novecentesca che sembrerebbe rappresentare il monte Golgota.
Informazioni sullo stato della conservazione
Da un primo esame visivo le opere in oggetto si presentano fortemente degradate, sia per cause naturali che per manutenzioni e restauri che si sono susseguiti nel corso del tempo. Le criticità sono di seguito elencate:
Cause di origine naturale: Diffusi su gran parte della superficie dipinta, distacchi dell’intonaco dal supporto, con rigonfiamenti localizzati. Causa acqua di percolazione dal tetto, dilavamenti e perdita di colore sia sugli stucchi dell’altare, che sul dipinto rappresentante la Crocifissione; gli elementi decorativi in stucco, in particolare le figure a rilievo, sono gravemente ammalorati e presentano delle parti mancanti. Distacco a scaglie dello strato di colore e “sbollature”, probabilmente dovuti allo sviluppo di tensioni tra il film pittorico ed il supporto. Numerose abrasioni.
Cause dovute all’azione diretta dell’uomo: Numerose ed estese ridipinture, soprattutto sulle architetture dipinte, sugli stucchi e sul fronte dell’altare, la cui decorazione originale in finto marmo è stata totalmente ridipinta. Ricostruzioni maldestre di elementi decorativi e stuccature inappropriate per qualità e composizione. Ricostruzioni (nomi dei Santi) totalmente di fantasia. Uso di una vernice (probabilmente d’ambra o gommalacca) sulla superficie dipinta della nicchia dell’altare, con evidenti colature; ciò ha provocato fenomeni di ossidazione, alterazione della cromia originaria e porzioni fortemente lucide. Parte degli affreschi risultano intonacati, soprattutto le partiture architettoniche dipinte e con la presenza di chiodi e fori.
Informazioni sulla fruizione e orari di apertura
Al momento la chiesa di San Giuseppe è aperta su richiesta. L'intervento di restauro delle partiture decorative è mirato ad aumentare la fruibilità del bene con ulteriori aperture.