Descrizione di carattere storico artistico relativa all’oggetto
La chiesa dei Gesuiti di Mondovì fu edificata tra il 1665 ed il 1678 dall’architetto Giovenale Boetto (1603-1678); è dedicata a San Francesco Saverio, ma è chiamata “La Missione” in quanto, dopo la soppressione dell’Ordine avvenuta nel 1773, essa fu affidata ai Padri Missionari di San Vincenzo de’ Paoli.
La facciata in arenaria fu completata tra il 1732 ed il 1740. L’interno è ad aula unica con abside semicircolare.
Le pareti si articolano in un gioco continuo di colonne e paraste che sorreggono una robusta trabeazione ricoperta da stucchi. Su questa si impostano gli archi e gli arconi che a loro volta sorreggono e scandiscono lo spazio della copertura. Il recente restauro ha eliminato le pesanti ridipinture ottocentesche a finto marmo rosso e verde ed ha riportato le pareti e gli stucchi all’originale cromia bianco grigia, restituendo lo stretto legame che esisteva tra le architetture vere e quelle dipinte della volta.
La decorazione pittorica (1676-1678) è opera del laico gesuita Andrea Pozzo (1642-1709), pittore prospettico tra i più dotati ed influenti del barocco, che ha trasformato l’intera superficie della copertura in un fastoso e colorato repertorio di elementi decorativi geometrici e floreali, con putti, angeli, festoni e finte architetture. Nell’abside è rappresentato San Francesco Saverio che battezza la regina Neachile. Il Santo è colto nell’atto del Battesimo attorniato da una folla di personaggi in costume che commentano, si muovono e gesticolano in direzione dei fedeli. Ma è nella finta cupola centrale con la Gloria di San Francesco Saverio, che Andrea Pozzo lascia una delle più straordinarie testimonianze delle sue capacità.
Utilizzando gli stessi elementi architettonici e cromatici impiegati per l’architettura reale, egli costruisce un finto tamburo ottagonale ritratto di scorcio e privo di copertura che si apre verso l’infinito. La prospettiva impedisce allo spettatore di accorgersi che la superficie della volta è pressoché piatta. Andrea Pozzo realizza anche l’altare maggiore, che rientra in una particolare tipologia, assai diffusa in epoca barocca, della quale ci sono rimaste pochissime testimonianze: la “macchina d’altare”. Sempre di Andrea Pozzo è l’altare di destra, dedicato alla Vergine. L’altare di sinistra, dedicato a Sant’Ignazio di Loyola, è invece di scuola genovese e risale agli inizi del Settecento. Dello stesso periodo è l’ancona dove sono rappresentati Sant’Ignazio e San Francesco Saverio, opera del pittore monregalese Giuseppe Stasio. Interessanti anche le sei tribune in legno intagliato e decorato. Quelle del presbiterio risalgono al 1676 e sono di Vincenzo Alberto Possino, scultore e intagliatore di corte; quelle della navata, databili al 1682, sono di Giovanni Battista Aygmann. La chiesa, di proprietà del Comune di Mondovì, dal 2005 al 2010 è stata completamente restaurata a cura della Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo.
Informazioni sullo stato della conservazione
La chiesa, di proprietà del Comune di Mondovì, è stata completamente restaurata a cura della Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo negli anni 2005-2010 con la partecipazione qualificata della Getty Conservation Institute di Los Angeles, il Politecnico di Milano e l’Università degli Studi di Torino.
Informazioni sulla fruizione e orari di apertura
L'apertura della chiesa è garantita per tutto l'arco dell'anno nei fine settimana e nei giorni festivi.