Descrizione di carattere storico artistico relativa all’oggetto
La Certosa, fondata nel 1366 grazie al sostegno economico di illustri famiglie pisane, sorge fra gli ulivi della Valgraziosa, piuttosto isolata dall’abitato di Calci da cui dista circa 1 Km. Al convento si accede da due viali con un suggestivo percorso pedonale dai quali si gode della vista prospettica della doppia facciata del complesso. Quella più esterna, bassa, era destinata a funzioni alle quali potevano accedere anche gli abitanti della zona: la farmacia, la cappella di San Sebastiano o delle donne, il parlatorio, e, separata dalla corte d’onore, ampio spazio verde a prato, la facciata del monastero vero e proprio nel cui centro è la spettacolare facciata della chiesa, rivestita in marmo bianco, con uno scalone a doppia rampa e il coronamento del timpano con la statua dell’Assunta fra angeli.
Nella Certosa sono aperti al pubblico gli ambienti dedicati alla vita eremitica, il chiostro grande lungo i cui bracci sono disposte le 15 celle dei monaci, una delle quali aperta alla visita, gli ambienti di natura religiosa, la chiesa e le cappelle e quelli dove si svolgeva la vita cenobitica, il refettorio e il capitolo. La Farmacia della Certosa occupa alcuni locali al piano terra dell’edificio esterno alla corte d’onore laddove si concentravano le attività destinate non soltanto alla comunità monastica ma anche alla popolazione. Lo spazio destinato alla Farmacia era in antico occupato dalla porta d’ingresso alla Certosa trasferita poi dove è ancor oggi, nel 1672; nel 1703 la farmacia risulta già nella collocazione attuale, con un ingresso dalla strada pubblica e un collegamento con la corte d’onore attraverso un bel portale sormontato da un affresco con simboli legati alla farmacopea. Gli ambienti attualmente visitabili sono due: l’antifarmacia, destinata all’attesa e alla distribuzione dei farmaci e la sala destinata all’esposizione e alla vendita. Dal Libro della spezieria, conservato nell’Archivio della Certosa, contenente le entrate e le uscite degli anni 1793-1798, si trae la notizia che già in quegli anni la Farmacia era stata venduta alla famiglia Viola. Fra il 1793 e il 1796 furono eseguite le decorazioni nelle due sale: Giuseppe Ferri, stuccatore, realizzò gli ornati plastici della volta nella quale nel 1796 il pittore Nicola Matraini eseguì l’Allegoria della medicina; nella sala d’attesa Cassio Natilli nel 1792 eseguì le decorazioni parietali, con riquadrature, fiori e cartelle contenenti le iscrizioni che sovrastano le porte e le finestre con motti legati alla cura e alla salute.
Informazioni sullo stato della conservazione
Tutte le aeree a contatto diretto con la superficie pavimentale presentano vistose cadute di colore sia delle ridipinture, sia del tessuto pittorico originale; si individuano in queste aree larghe porzioni di intonaco non originale risalente a passati interventi di manutenzione realizzati con materiale poco idoneo perché molto sensibile all’erosione dei sali di risalita. I saggi già effettuati hanno messo in luce la presenza di due strati di coloriture che ricoprono l’originale stesura pittorica; sia gli strati di ridipintura sia la decorazione settecentesca sono in alcune zone decoese e interessate da distacchi degli strati dall’intonachino.
Informazioni sulla fruizione e orari di apertura
Da martedì a sabato: 8.30-18.30 (ingresso alle ore 9.00, 10.30, 12.00, 13.30, 15.00, 16.30 e 18.00 in gruppi accompagnati)
domenica e festivi: 8.30-12.30 (ingresso alle ore 9.00, 10.30, 12.00 in gruppi accompagnati)
Chiusura: tutti i lunedì, 1° gennaio, 25 dicembre e per il 2018 domenica 11 e 18 marzo; 8 aprile; 21 e 28 ottobre; 18 e 25 novembre; 9 e 16 dicembre.