Attività principali dell'istituzione
La sua fama è dovuta ai dipinti di Beato Angelico, uno dei massimi pittori del Rinascimento, che affrescò molti ambienti del convento. Altri dipinti dell'Angelico, di varia provenienza, vi sono stati raccolti nel Novecento, pertanto il museo offre una straordinaria documentazione dell'attività del pittore. Importanti sono anche le raccolte del Cinquecento e la sezione dedicata a reperti provenienti dal centro storico di Firenze. Tutte le celle furono affrescate dal Beato Angelico, che lasciò qui il suo maggior ciclo pittorico; in seguito altri affreschi furono dipinti da Domenico Ghirlandaio, da Giovanni Antonio Sogliani e da fra Bartolomeo, un altro grande pittore, fattosi frate domenicano.
San Marco è dunque il tempio dell’arte domenicana, ma anche il luogo dove hanno vissuto importanti personaggi storici quali sant’Antonino e fra Girolamo Savonarola, dove si incontravano Pico della Mirandola e Agnolo Poliziano, e quindi luogo fervido di memorie importanti, sia per la storia dell’ordine domenicano, sia per quella di Firenze. Per questo motivo, uno degli obiettivi dell’istituzione museale, fin dalla sua origine, è stato quello di valorizzare questo connubio tra memoria domenicana storia fiorentina, riunendo opere d’arte, testimonianze e reliquie, utili a tener vivo il ricordo dei personaggi illustri che hanno vissuto in questo convento o lo hanno frequentato.
L’individuazione di San Marco come luogo emblematico di periodi ed eventi salienti della storia fiorentina è sicuramente anche alla radice della scelta, compiuta alla fine dell’Ottocento, di depositare nei suoi ambienti i frammenti salvati dalla distruzione del centro di Firenze operata dal 1885 in poi, unica testimonianza della Firenze antica, che costituiscono oggi una sezione importante del museo. Si è anche formata in modo stabile la raccolta di oltre cento corali miniati medievali e rinascimentali, da esporre a rotazione nell’antica Biblioteca, ormai svuotata della sua preziosa dotazione libraria, confluita nelle biblioteche pubbliche.
All’inizio del Novecento si concretizzò anche l’altro obiettivo del museo, quello di valorizzare la figura del Beato Angelico, divenuto oggetto di rinnovato interesse con la acquisita visibilità del ciclo affrescato, prima sconosciuto perché celato dalla clausura. Ciò fu reso possibile col trasferimento a San Marco della maggior parte delle opere su tavola del Beato Angelico, già presso le Gallerie Fiorentine, dando la possibilità di creare un vero e proprio museo monografico sull’Angelico