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Descrizione di carattere storico artistico relativa all’oggetto

Gli Arretina vasa o vasi in terra sigillata aretina sono una produzione tipica dell’Arezzo romana, all’epoca di Mecenate. Questa ceramica fine da mensa, caratterizzata da un colore rosso brillante e prodotta nella versione liscia oppure decorata a rilievo, in pochi anni ottenne un grandissimo successo e una diffusione commerciale straordinaria, raggiungendo tutte le province dell’impero e anche diverse regioni al di fuori di esso, compresa l’India. Produttori e lavoranti si moltiplicarono e aprirono succursali presso i punti di imbarco e i ricchi mercati della Gallia e dei confini controllati militarmente, il che portò fama e ricchezza alla città di Arezzo

Informazioni sullo stato della conservazione

Alcuni vasi in terra sigillata presentano distacchi delle integrazioni e necessitano pertanto di un nuovo restauro e di nuovi supporti per l’esposizione che ne garantiscano la stabilità e la corretta lettura. Hanno bisogno di un intervento di manutenzione anche le vetrine in cui essi sono esposti, datate agli anni Ottanta del Novecento, e le sale espositive, da restaurare tenendo conto delle caratteristiche degli ambienti di fine  XV secolo

Informazioni sulla fruizione e orari di apertura

Il Museo Archeologico Nazionale e Anfiteatro romano di Arezzo osserva i seguenti orari:

da lunedì a sabato e prima domenica del mese: ore 9.00 - 19.30, ultimo ingresso ore 18.30 ​ 
altre domeniche e festivi infrasettimanali: ore 14.30 - 19.30, ultimo ingresso ore 18.30
10 e 25 aprile: ore 9.00 - 19.30, ultimo ingresso ore 18.30 ​

L’Anfiteatro romano osserva gli stessi giorni di apertura del museo ma è visitabile sino al tramonto

DESCRIZIONE DEGLI INTERVENTI CON RACCOLTA CHIUSA


RACCOLTA FONDI

Raccolta chiusa

Raccolta chiusa

FASE ATTUATIVA

Lavori in corso

IMPORTO 19.000,00 €

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DESCRIZIONE INTERVENTO

Il progetto è finalizzato al restauro dei vasi in terra sigillata che presentino criticità dal punto di vista conservativo (distacchi delle integrazioni), alla realizzazione di nuovi supporti espositivi in sostituzione di quelli precedenti inadeguati e in cattivo stato di conservazione, alla manutenzione delle vetrine, con integrazione dei punti luce al led per una migliore conservazione e visione dei pezzi esposti, e alla tinteggiatura delle sale con vernici atte a prevenire la risalita di umidità. Nelle sale restano da restaurare gli infissi: le due porte in legno e i quattro finestroni.

Anche in funzione di future rotazioni, sono previsti ulteriori interventi sulle ceramiche conservate nei depositi: quelle dell’officina di Perennius provenienti dagli scavi ottocenteschi di Santa Maria in Gradi sono in buone condizioni e adeguatamente sistemate in armadi storici perfettamente sani. Sono previsti, anche allo scopo di rendere il deposito più accessibile agli studiosi e fruibile saltuariamente da parte del pubblico, delle pulizie straordinarie, la revisione degli infissi. Per le ceramiche dell’officina di Ateius dagli scavi Raspanti (1953), ancora nelle cassette di scavo di legno (n. 1006) è prevista la ricollocazione in cassette di plastica impilabili all’interno di nuovi scaffali aperti. Molti reperti ricomponibili sono ancora da restaurare: oltre all’intervento conservativo, c’è necessità per questi ultimi reperti di nuovi scaffali chiusi che ne garantiscano una maggiore sicurezza, una migliore conservazione e protezione dagli agenti corrosivi contenuti nelle polveri