Descrizione di carattere storico artistico relativa all’oggetto
Chiamata così perché annessa all’omonimo convento dei padri amadeiti che vi assistevano gli appestati.
Era chiamata anche porta Romana, in quanto fino all’Ottocento, si trattava della strada principale per raggiungere la Flaminia e Roma.
L’attuale porta è il frutto di un rifacimento cinquecentesco, voluto dal cardinal Alessandro Riario nel 1582 (da qui anche il nome di porta Alessandrina), della porta medievale.
Ricostruita sotto il pontificato di Gregorio XIII (un’iscrizione ricorda l’evento), ospitava, nelle due nicchie laterali, le statue dei santi Pietro e Paolo, trasferite all’Università nell’Ottocento.
La loggia ad arcate al culmine della porta era pertinente al convento.
Informazioni sullo stato della conservazione
A livello strutturale si presenta in buone condizioni. Internamente la porta rileva la presenza di croste nere, prevalentemente nella zona del sottarco. La presenza di atmosfera inquinata, infatti, ha provocato la formazione di depositi variamente coerenti e aderenti al supporto, costituiti da materiali che assumono colore da grigio a nero. L’ubicazione di questi depositi è ristretta alle zone più riparate dalla pioggia battente e dal dilavamento che essa provoca. La parte esterna risulta invece meno colpita presentando questo stato prevalentemente negli elementi in travertino. Lo stesso materiale risulta caratterizzato da un leggera alveolizzazione localizzata causata, come consuetudine, dalla cristallizzazione di sali veicolati dalle infiltrazioni.
Informazioni sulla fruizione e orari di apertura
Sempre visibile.