Descrizione di carattere storico artistico relativa all’oggetto
Il Palazzo del Collegio dei Nobili è sito in Torino nell’isolato delimitato da via Accademia delle Scienze, via Principe Amedeo, via Eleonora Duse, via Maria Vittoria, e ospita il Museo Egizio e l’Accademia delle Scienze. Le facciate del Collegio dei Nobili sono costituite da paramenti murari in laterizio a vista, elementi lapidei decorativi ed elementi metallici costitutivi funzionali, la scansione ornamentale è ricca ed il rilievo geometrico, scandito del modellato delle facciate, definisce l’identità del Palazzo. La fabbrica del Palazzo riporta a diversi periodi storici di costruzione che riconducono alla necessità di porre particolari attenzioni al trattamento delle superfici che sono, per tecnologia dei materiali e modalità costruttive, differenti tra loro.La prima e più ampia fase costruttiva del Palazzo è databile nel XVII secolo, mentre il lato nord fu poi completato nel XIX secolo, apportando un’ulteriore modifica alla facciata Seicentesca aggiungendo al centro del fronte principale un grande portale d'ingresso, in seguito alla costituzione del Museo Egizio, con l'acquisizione nel 1824 della collezione Drovetti. La caratteristica costruttiva principale è quindi riscontrabile in un tessuto diffuso in corsi regolari e sovrapposti di laterizi, legati con malta grossolana di colore nocciola chiaro con inclusi nerastri e rossastri di dimensioni variabili riscontrati ad una prima indagine visiva, che sono diversamente scanditi per costruire i volumi e le linee disegnative della facciata. Gli elementi lapidei in calcare di Gassino arricchiscono la facciata caratterizzandone i profili angolari, con lesene bugnate lisce e capitelli terminali, oltre ai profili delle bocche di lupo al piano terreno e alle base e i capitelli delle lesene in laterizio distribuite in facciata, probabile base per finiture decorative mai avvenute. L’ingresso monumentale è arricchito da colonne tonde in marmo bigio di Frabosa, basamenti e capitelli in calcare di Gassino, e balconata in travertino.
Informazioni sullo stato della conservazione
Descrivendo le forme di alterazione delle facciate del Palazzo, è visibile un cospicuo deposito incoerente costituito da deposito atmosferico e di origine animale. Scendendo verso il piano strada si riscontra invece un deposito reso coerente e a tratti incrostato che include particelle inquinanti che conferiscono una colorazione scura al materiale. Sono presenti incrostazioni calcaree bianche, croste nere, segni di dilavamento, colature e gore, localizzate in corrispondenza di superfici esposte come le colonne dell’ingresso monumentale su via Accademia e sottosquadri dati dalla volumetria delle sculture marmoree. Sono riscontrabili alcune localizzate decoesioni di elementi fittili inseriti nella tessitura della muratura, mancanza di elementi decorativi fittili sagomati non più presenti, lacune generalizzate in corrispondenza dei giunti tra mattoni e delle stilature tra parete e marcapiano. Le malte sottoposte a stress meccanico dovuto alla dilatazione termica delle coperture metalliche dei marcapiani sono spesso mancanti di adesione o lacunose, con aumento di possibilità̀ di infiltrazione e di accumulo di materiale estraneo potenzialmente reattivo. I vani finestrati al piano terreno riportano protezioni metalliche con grate incrociate che mostrano segni di alterazione dei protettivi in opera e/o di ossidazione del metallo costitutivo, così come le chiavi strutturali, sia antiche che di recente fattura, distribuite sulla superficie delle facciate. A copertura di quasi tutti i piani orizzontali o particolarmente esposti sono attualmente in opera copertine metalliche giuntate e risvoltate. La deformazione plastica del metallo, in particolare di quello esposto maggiormente a variazioni termiche repentine sugli spigoli di facciata, ha indotto spesso al degrado dei mastici di sigillatura e alla formazione di accumuli di deposito al di sotto dei sollevamenti. Alcuni spioventi derivanti dalla piegatura delle lastre metalliche hanno perso la corretta sagoma e non assolvono più alla funzione di gocciolatoio delle acque meteoriche distante dal manufatto. In generale i mastici di giunzione tra le copertine metalliche e la muratura sono mediamente degradati e da revisionare, come anche le guaine catramate che attualmente ricoprono i davanzali interni delle finestre. Alcuni infissi, non trattati nell’ambito del rinnovo generale degli interni completato nel 2015 (non adeguati cromaticamente) ed alcuni corrispondenti ad ambienti di proprietà dell’Accademia delle Scienze presentano un degrado evidente nelle parti basse più̀ esposte all’azione degli agenti atmosferici. In corrispondenza di alcuni discendenti e sottosquadri, ma in particolare alla base delle murature prospicienti via Duse, sono evidenti segni di proliferazione biologica infestante con formazione di patine estese. Diffusi al piano terreno, inoltre, graffiti e segni vandalici condotti con media differenti direttamente sulle superfici in pietra o mattone.
Informazioni sulla fruizione e orari di apertura
Il Palazzo, sede del Museo Egizio, è aperto tutti i giorni. Il lunedì dalle 9 alle 14, dal martedì alla domenica dalle 9 alle 18.30