Descrizione di carattere storico artistico relativa all’oggetto
L’acquedotto Medievale di Salerno é uno
dei simboli identitari della città, è stato eretto nel nono secolo per approvvigionare d'acqua il monastero di San Benedetto, presso le mura orientali. Si trova nel centro storico della città, sotto il colle Bonadies.La lunghezza stimata era di circa 650 metri (255 su archi e pilastri, i restanti affidati a condotte sotterranee o ubicate su muri), con una altezza massima dal suolo di circa 21, con in più tutta una serie di monumentali cisterne adibite alla distribuzione dell’acqua.
L'acquedotto è stato ribattezzato popolarmente "Ponte del Diavolo" ( Pont ro riavl) in dialetto salernitano, e si raccontava che fosse stato costruito in una sola notte, con l'aiuto dei demoni, dal mago salernitano del XII Pietro Barliario. La superstizione popolare riteneva, inoltre, che avventurarsi sotto gli archi tra l'imbrunire e l'alba avrebbe portato all'incontro con diavoli o spiriti maligni. La leggenda fu probabilmente ispirata al fatto che la zona dove sorge l'acquedotto fino all'inizio del'900 era impervia e priva di abitazioni, a ridosso del settore più alto delle mura cittadine. Inoltre, l'utilizzo dell'arco ogivale, vera novità architettonica dell'epoca, deve aver probabilmente spaventato, e non poco, l'impressionabile popolino.
Un'altra leggenda vuole che sotto l'acquedotto si sarebbero incontrati casualmente, in una notte di tempesta i quattro fondatori dellaScuola medica Salernitana: L'arabo Adela, il greco Ponto, l'ebreo Elino e il latinoRestando la struttura in una area pubblica resta fruibile sempre Salerno. Questa leggenda fu invece ispirata dal fatto che all'epoca, grazie ai suoi commerci, Salerno era un crocevia di vari popoli, religioni e culture varie.
Informazioni sullo stato della conservazione
I tratti superstiti della struttura idraulica hanno subito una aggressione biologica rappresentata in primis dalla crescita della cosiddetta
“vegetazione ruderale” che ha fortemente contribuito ad accelerare i processi di aggressione fisico-chimica ai
quali il monumento è andato incontro nel corso del tempo. Una carta del degrado, realizzata di recente dalla
cattedra di Archeologia Medievale, mette in luce le alterazioni antropiche legate a diversi fattori che hanno
determinato in più punti il distacco della stilatura di malta tra i conci e la perdita di scaglie e pietre di piccole
dimensioni utilizzate nei rinzaffi.
Informazioni sulla fruizione e orari di apertura
Insistendo su di un'area pubblica ,il bene resta sempre fruibile.