Attività principali dell'istituzione
Tra il 1926 e il 1929 i lavori di demolizione del vecchio quartiere per la costruzione di nuovi edifici, riportarono inaspettatamente alla luce uno dei più importanti complessi archeologici della città: una vasta piazza lastricata su cui sorgono quattro templi, comunemente indicati con le prime quattro lettere dell'alfabeto, poichè la loro identificazione non è ancora del tutto certa. L'area fu inaugurata il 21 Aprile del 1929 da Benito Mussolini e da allora la sua sistemazione non ha subito modifiche di rilievo. La denominazione "Argentina" con cui è nota l'area archeologica, deriva da Argentoratum, attuale Strasburgo, città di origine di Johannes Burckardt, cerimoniere di Alessandro VI Borgia. Tra la fine del IV e l'inizio del III secolo a.C. sull'originario piano di campagna fu costruito il tempio C, posto su un alto podio di tufo e dedicato probabilmente alla dea Feronia. Allo stesso livello del tempio C, alla metà del III secolo a.C. venne innalzato il tempio A che secondo alcuni studiosi è da identificare con il tempio che Q. Lutazio Catulo, console del 242 a.C., fece costruire in Campo Marzio in onore di Giuturna. All'inizio del II secolo a.C. fu costruito il tempio D dedicato ai Lari Permarini o, secondo altre ipotesi, alle Ninfe. Probabilmente dopo il devastante incendio del 111 a.C., fu messo in opera il primo pavimento, realizzato in lastre di tufo e steso sopra uno spesso strato di macerie, che innalzava la piazza di circa m 1,40. A questo piano è legata la costruzione del tempio B, a pianta circolare su alto podio che la maggior parte degli studiosi lo identifica con il tempio della Fortuna huiusce diei. La dedica a una divinità femminile sembra confermata dal grandioso acrolito di cui sono stati rinvenuti la testa, un braccio e un piede, oggi conservati nel Museo della Centrale Montemartini. Nell'80 d.C. un altro furioso incendio, ricordato dallo storico Cassio Dione, devastò gran parte del Campo Marzio, compresa l'Area Sacra, che subì un ulteriore trasformazione dovuta all'imperatore T. Flavio Domiziano. Le macerie furono nuovamente spianate e al di sopra fu costruito il pavimento in lastre di travertino, ancora visibile. All'inizio del V secolo l'area conserva ancora, nelle sue grandi linee, l'aspetto assunto con la ristrutturazione domizianea, ma nel corso di questo secolo deve avere avuto inizio il processo di abbandono e trasformazione degli edifici. In particolare per la fase tardoantica si può ipotizzare che l'area fu occupata da un complesso monastico. Successivamente tra l'VIII e il IX secolo d.C. vennero realizzate imponenti strutture in grandi blocchi di tufo, forse case aristocratiche. Sempre al IX secolo appartengono le prime testimonianze dell'impianto di una chiesa all'interno del tempio A, che nel 1132 fu dedicata a San Nicola. Della fase del XII secolo restano l'abside, decorato con una teoria di Santi, il pavimento cosmatesco e l'altare a cippo. La piccola abside, visibile sul lato sinistro della chiesa, è invece databile al XIV secolo.