I contenuti pubblicati sono a cura dell’Ente beneficiario delle erogazioni liberali il quale dichiara che i dati trasmessi sono conformi all’ art. 1 – Art Bonus - Decreto Legge 31 maggio 2014, n. 83 e s.m.i.
L’Ente dichiara che il bene oggetto di erogazioni liberali è di interesse culturale ai sensi dell’art. 10 del D.Lgs. 22 gennaio 2004 N.42 e s.m.i. (Codice dei beni culturali e del paesaggio).

Descrizione di carattere storico artistico relativa all’oggetto

Il Complesso del Mercato del Carmine affonda le sue radici storiche intorno all’anno 1000. I momenti principali di ampliamento e trasformazione della struttura conventuale risalgono al 1342, quando i Carmelitani ottennero dal vescovo Guglielmo II la chiesa di San Pier Cigoli, e al 1460, quando alcune sovvenzioni pubbliche testimoniano un nuovo impulso da parte dell’ordine per ingrandire il convento. In seguito alla soppressione degli ordini religiosi, nel 1866, si pensò di destinare l’edificio ad altre funzioni pubbliche ma l’uso religioso del complesso continuò ancora fino agli anni Trenta del Novecento. Nel 1932, dato lo stato ormai critico del Mercato delle Vettovaglie in piazza Anfiteatro, l’ufficio tecnico comunale propose di spostare le attività nel convento del Carmine e nella chiesa adiacente, realizzando un nuovo mercato con 31 negozi, 200 banchi di vendita, 30 dedicati al pesce, 6 magazzini per l’ingrosso e due stanze per la sanità e l’amministrazione. Il progetto aveva un costo di 1.200.000 lire, cifra troppo elevata per le possibilità economiche del Comune, che decise allora di affidare la realizzazione dei lavori e la gestione del mercato a un’impresa privata per un periodo di tempo concordato. L’asta pubblica per l’appalto si svolse il 9 marzo 1933 e fu vinta dalla Compagnia Fiduciaria di Lucca, che completò la costruzione e gestì il mercato per 16 anni. Tra gli interventi previsti, c’era anche la copertura del chiostro del convento con una struttura leggera, pensata per permettere lo svolgimento delle attività anche nei mesi freddi o in caso di maltempo. I lavori però procedettero con lentezza, anche perché non tutti gli spazi erano subito disponibili. Il cantiere si chiuse definitivamente solo il 16 marzo 1936. Nel 1952, una volta terminato il periodo di concessione, l’immobile tornò sotto il controllo del Comune, che ne continuò la gestione. Il mercato restò un punto di riferimento vivace e frequentato fino al 1974, quando le attività ambulanti del mercato settimanale iniziarono a subire i limiti di un contesto urbano ormai non più adeguato.

Il complesso nella sua interezza si compone di due parti: una ex-chiesa e l'edificio del mercato vero e proprio, che si sviluppa attorno ad un chiostro coperto. La superficie complessiva è circa 5760 mq disposti su tre livelli di cui a piano terra circa 2910 m. Il bene necessita di importanti interventi di manutenzione, protezione e restauro ed è stato ricevuto in concessione a partire dalla ex chiesa e i Locali sul lato Est del Chiostro dal giorno 30/06/2023.

Per ulteriori informazioni sull’ente concessionario e sulla macroprogettualità di riferimento si rimanda al sito internet della Fondazione: www.4223.it/
A titolo di chiarezza nei confronti dei Mecenati, si consideri che il Plesso del Mercato del Carmine è stato oggetto di una precedente campagna di raccolta ART BONUS promossa dal Comune di Lucca, e visualizzabile qui: https://artbonus.gov.it/complesso-del-mercato-del-carmine.html

Informazioni sullo stato della conservazione

Le strutture e in particolare l’Ex Chiesa nonché i Locali sul lato Est del Chiostro necessitano importanti lavori di manutenzione, protezione e restauro (in particolare trattasi di ristrutturazione impiantistica, restauro e riqualificazione). 

Informazioni sulla fruizione e orari di apertura

Una volta terminati i lavori il mercato sarà aperto 7 giorni su 7.

DESCRIZIONE DEGLI INTERVENTI CON RACCOLTA APERTA


RACCOLTA FONDI

Raccolta aperta

Raccolta aperta

FASE ATTUATIVA

Raccolta fondi

IMPORTO 1.500.000,00 €

DESCRIZIONE INTERVENTO

Il progetto di restauro delle superfici interne, autorizzato con prot. n° 12425 del 2023 intende “bloccare” la situazione esistente, lavorando nel modo più sensibile possibile, perseguendo la volontà di lasciare ogni segno presente sulle superfici esistenti. Le lavorazioni da eseguire sono le seguenti:

  • Restauro delle superfici intonacate deteriorate.
  • Pulizia e stilatura dei giunti delle superfici in laterizio.
  • Consolidamento dei paramenti murari in pietra a vista.
  • Integrazione delle mancanze del rivestimento ceramico delle pareti dell’ex-pescheria mediante Pastellone con colorazione in pasta.
  • Recupero della pavimentazione in cotto dell’ala est e completamento delle parti mancanti con cocciopesto.
  • Realizzazione di servizi igienici. 
  • Separazione della “quarta navata” dal resto della chiesa tramite infissi in ferro ed ulteriore divisione, trasversale, tra le campate con pareti in cartongesso.
  • Realizzazione dei servizi igienici e di deposito, connessi all’attività di ristorazione, nel piano interrato.
  • Progettazione e realizzazione degli impianti idrosanitario, elettrico e quindi antincendio; infatti gli attuali sistemi presenti devono essere adeguati alle nuove esigenze dello spazio.