Descrizione di carattere storico artistico relativa all’oggetto
Casa Maraini si trova presso il piccolo gruppo di case isolate in località Pasquìgliora, su una propaggine del monte Rovaio (Gruppo delle Panie) a circa 1000 metri di quota, tra le località Tìevora e Colle Panestra. In questo luogo remoto Fosco Maraini, fiorentino di nascita ma per indole cittadino ed esploratore del mondo e dell'animo umano, riallacciò i legami con le Alpi Apuane, le montagne della sua giovinezza, cui era talmente legato da decidere di voler essere sepolto qui, nel piccolo e spettacolare cimitero dell'Alpe di Sant'Antonio da dove guarda tuttora "Le Panie" e la sua "Pasquìgliora". Maraini acquistò in un primo momento un solo fabbricato, che fu ristrutturato nella sua abitazione e successivamente anche quello contiguo, ribattezzato “foresteria”. Con l’acquisto di queste proprietà Maraini divenne proprietario anche di parte del contiguo castagneto del quale ha sempre voluto conservare le diverse piante secolari. Tra il 1975 e il 2004 - anno della sua morte - Fosco Maraini passò lunghi periodi di ogni anno, e tutte le estati, in questa casa nascosta tra le montagne apuane, dove scriveva libri e articoli tra il silenzio dei boschi, panorami e paesaggi.
Cercavo un bel posto selvaggio. Un giorno dalla Pania intravidi lontano un tetto rosso. Fu difficile rintracciarlo. Il tetto rosso ricopriva ormai il guscio di una casa abbandonata. Dal 1978, appena posso scappare da Firenze, mi rifugio in questo paradiso. Pasquigliora e dintorni, oggi luoghi abbandonati”. Fosco Maraini
Dalle finestre della Pasquìgliora si affacciava a guardare la Pania. La vedeva lassù, spinta in cielo «aguzza e gotica, fiammante di luci e riflessi». Alla Pasquìgliora si sedeva sotto i castagni ad ammirare le vette, il castello dei roccioni e il nasone dell'Omo Morto. Prima di lui, in pochi, fra i contadini, i pastori e la gente di Garfagnana, dall' Alpe di Sant' Antonio avrebbero riconosciuto nelle dorsali, nei boschi e nelle rupi di questi monti la «concordia degli elementi», una natura benigna, «la rivelazione perenne e la montagna come chiesa». Lui invece da questa casa ha rivisto «l'esocosmo scoperto in Giappone» risentito «la pace del Tibet». Frasi, piccole descrizioni, ricordi, pennellate liriche. Così Fosco Maraini ha lasciato una traccia delle sue "Ore Apuane" nelle lettere scritte a un amico per oltre vent' anni e così oggi ce le racconta la moglie: «Questa casa la scorgemmo all' improvviso, un tetto rosso nel verde, durante una discesa dalla Croce». È tutto come prima. Ci sono i mobili in stile ladino portati via dalla "Cengia" della Valgardena, le suppellettili tibetane, le fotografie dell'Himalaya, i suoi libri e i dizionari di giapponese nello studiolo, i riconoscimenti del Cai accanto a lampade e scaccia spiriti nipponici. Ogni stagione, una tavoletta sul camino: l'anno del drago, del cane, del coniglio, una bandiera con scritto "Tibet libero". Mario Neri, Quel giorno che Maraini fu stregato dalle Apuane, in “La Repubblica” del 04.08.2012
Informazioni sullo stato della conservazione
Casa Maraini è composta da un gruppo di 4 fabbricati contigui di antica costruzione, già presenti nel censimento catastale del 1891. Il primo e più grande, residenza vera e propria del Maraini si presenta in uno stato di conservazione sufficiente specie degli elementi murari, sebbene si necessitano interventi di ricostruzione del tetto, opere di consolidamento dei solai e del terrazzo esterno e ristrutturazione delle tettoie esterne e del forno a legna posto nella resede dell'abitazione.
Lo stesso non si può dire dell'edificio adiacente alla Casa detto della “foresteria”, che risulta in stato pessimo. L'immobile è privo di solai e di infissi che sono crollati, solo il tetto è stato ristrutturato recentemente. Tale edificio non è utilizzabile senza un intervento di ristrutturazione.
Gli altri due immobili, originariamente posti in adiacenza alla Foresteria sono purtroppo già completamente compromessi. Della loro esisitenza al momento rimane soltanto la traccia delle mura esterne a memoria del sedime originario ed il muro del prospetto ovest, grazie al quale è stato possibile desumere la consistenza originaria.
Informazioni sulla fruizione e orari di apertura
Il bene è oggetto di un progetto di Riqualificazione totale al fine realizzare un vero e proprio "Parco Culturale" con annessi percorsi di trekking per visitare i luoghi ove il poeta Maraini ha scritto alcune delle sue opere. La Casa Museo è visitabile previo appuntamento da concordare con gli uffici.
L’attuazione del progetto Casa Museo Maraini e del suo Parco Culturale deve prevedere un sistema di obiettivi per l’attuazione di azioni di conservazione, rigenerazione, valorizzazione, promozione e gestione sostenibile.
La Casa e il Parco culturale come museo diffuso. Il percorso espositivo della Casa Museo e del suo Parco culturale, progettato sul modello del museo diffuso, non si limita ai soli spazi della Casa e delle sale espositive della “Foresteria”, ma esce all’aperto e si dilata in itinerari territoriali tra punti di interesse, paesaggi e panorami, sovrapponendo alla storia di Maraini l’intensa stratificazione culturale di questi luoghi. L’orientamento lungo i percorsi è suggerito mediante un sistema dedicato di segnaletica informativa e direzionale, elemento indispensabile per far percepire la presenza del museo all’aperto e garantire la continuità narrativa lungo gli itinerari territoriali.
Ospitalità diffusa e sostenibile. Il piccolo gruppo di Case della Pasquìgliora presenta tutte le caratteristiche per riscoprire la sua vocazione all’accoglienza di “Rifugio culturale” sul modello ricettivo orizzontale dell’albergo diffuso, con funzione di punto tappa lungo i percorsi, ma anche per ospitare coloro che vorranno fermarsi più giorni nel Parco culturale. Il progetto intende seguire criteri di sostenibilità ambientale basati sul recupero delle costruzioni esistenti in stato di abbandono e il loro adeguamento ad elevati standard di efficienza energetica, mantenendo l’involucro esterno ed inserendo un nuovo cuore contenente l’isolamento termoacustico e dotazioni impiantistiche e tecnologiche di avanguardia.
Il paesaggio culturale come bene comune. L’obiettivo finale è un progetto integrato, che si muove tra la scala del territorio e quella dell’allestimento, dove tutti gli interventi previsti sono rivolti a conservare e valorizzare i luoghi per custodirne la memoria, non disperdere il patrimonio culturale materiale e immateriale, attrarre nuovi visitatori e dare valori collettivi inediti al paesaggio culturale di questo remoto lembo di Apuane