Descrizione di carattere storico artistico relativa all’oggetto
La basilica di Sant’Andrea a Vercelli rappresenta uno dei più significativi esempi di architettura gotica cistercense italiana. Fondata nel 1219 per volontà del cardinale Guala Bicchieri e completata nel 1227, in essa si fondono elementi tipici dell’architettura romanica con le novità derivanti dal gotico europeo. Nell’abside è conservato il coro ligneo realizzato a partire dal 1511 dall’ebanista cremonese Paolo Sacca. Si tratta di un coro ligneo intagliato e intarsiato composto da 25 scranni, di cui 13 sul lato centrale e 12 divisi tra il lato destro e il lato sinistro. Gli scranni, che sono delimitati da braccioli sagomati, presentano dei pannelli rettangolari inquadrati da lesene sormontate da una trabeazione orizzontale di coronamento. Le specchiature sono realizzate con la tecnica della tarsia rinascimentale.
La tarsia affonda le sue radici nel commesso ligneo e ancor prima nel commesso marmoreo. Il termine commesso deriva dal verbo commettere e dal latino committere che significa mettere insieme, congiungere, in modo da creare una perfetta aderenza tra le parti. Le tarsie nascono infatti dall’accostamento di tessere di legnami di essenza diversa che, sagomate appositamente, danno origine a raffigurazioni composte con la volontà di imitare la complessità disegnativa e cromatica della contemporanea produzione pittorica. Il coro di Sant’Andrea presenta una serie di specchiature raffiguranti nature morte, oggetti liturgici, scorci di paesaggi urbani; tra queste emergono la rappresentazione della facciata della basilica di Sant’Andrea e la raffigurazione dello stesso Santo. Secondo quanto riporta Cappellino “I soggetti traggono ispirazione dalla natura e dalla vita umana, dalla musica e dal culto liturgico. Si respira il clima culturale del Rinascimento, in cui si fondono natura e ragione, studi matematici ed ottici. Anche le costruzioni disegnate sono in parte reali, in parte ideali, secondo i canoni dell’architettura che si andava affermando nel passaggio dal Medioevo all’epoca moderna attraverso gli scritti di L. B. Alberti”
Informazioni sullo stato della conservazione
Gli stalli vennero danneggiati nel 1802 in occasione delle soppressioni degli ordini religiosi e vennero
restaurati nel 1829 a cura dell’ebanista vercellese Ignazio Revelli.
Attualmente il coro ligneo risulta essere attaccato da insetti xilofagi che, generando cunicoli e causando la polverizzazione del materiale legnoso, hanno determinato una perdita di consistenza della struttura. L’umidità, penetrata in alcune zone, ha generato rigonfiamenti, vesciche estese in superficie, sollevamenti e distacchi di alcune tessere. Fessurazioni sono presenti nel legname, specie in corrispondenza di nodi e ritrose. Inoltre, si riscontra una profonda ossidazione della vernice protettiva. A differenza della pedana, che versa in condizione di elevata precarietà, la struttura portante del coro è buona e garantisce una adeguata stabilità al manufatto.
Informazioni sulla fruizione e orari di apertura
Il prezioso coro ligneo risulta fruibile tutto l'anno gratuitamente e costituisce uno degli elementi di pregio della Basilica, visitabile anche in occasione delle funzioni religiose. Il coro inoltre può essere osservato da distanza ravvicinata consentendo così all'osservatore di apprezzarne i dettagli e i particolari effetti cromatici.