Descrizione di carattere storico artistico relativa all’oggetto
Francesco Nenci, Zenobia tratta dal fiume Arasse da alcuni pastori Parti (1809), Olio su tela cm 171,5x230, inv. 1980,365. Il dipinto raffigura la regina di Palmira, ferita e abbandonata dal marito Radamisto, che viene soccorsa da dei pastori sulle rive del fiume Arasse. L'opera si ispira agli annali di Tacito e mostra l'influenza di Raffaello e della statuaria antica.
Ismaele Teglio Milla, Il duca Francesco Sforza pone la prima pietra dell’Ospedale Maggiore (1853), Olio su tela cm 175x235,2, inv. 1980,441. Il dipinto narra l’episodio della fondazione dell’Ospedale maggiore da parte del primo duca della dinastia degli Sforza. L'opera rivela l'inflenza del maestro di Teglio Milla, Francesco Hayez, nell'impostazione generale e nel disegno elegante dei personaggi.
Carlo Prayer, Ciro ritrova Pantea col cadavere di Abradate (1853), Olio su tela cm 162,5x227, inv. 1980,384. Il dipinto illustra un passo della Ciropedia di Senofonte, in cui il re persiano Ciro scopre il corpo di Pantea, moglie del re armeno Abradate, che si era sacrificato in battaglia per lui. L'opera esprime il pathos della scena con una luce drammatica e una composizione dinamica.
Le tre opere sono state vincitrici di tre concorsi accademici.
Informazioni sullo stato della conservazione
Francesco Nenci, Zenobia tratta dal fiume Arasse da alcuni pastori Parti (1809), Olio su tela cm 171,5x230, inv. 1980,365
L’opera presenta uno strato compatto di depositi coerenti adesi al substrato e una generale ossidazione/alterazione del protettivo: in corrispondenza del cielo la vernice risulta molto ingiallita e, a tratti, sono visibili delle gore di stesura. Sono inoltre presenti sulla superficie alcune colature sul lato destro, dal centro verso il basso. Si nota la presenza di alcune veline localizzate in corrispondenza di zone lacunose, fori e di una probabile lacerazione in alto a sinistra. Ad una prima analisi visiva alcune figure risultano difficilmente leggibili: presentano una crettatura generale molto aperta e di notevole entità e una pellicola pittorica molto secca. Sono invece diffuse lacune e piccoli sollevamenti. La tela risulta allentata, con ondulazioni e/o deformazioni lungo il perimetro in particolar modo lungo i due lati verticali e il lato basso. I bordi della tela appaiono molto secchi e infragiliti. L’opera non risulta ben collocata all'interno della cornice, visibile la luce in alto a destra e in basso a sinistra. Il telaio risulta molto aperto negli angoli.
Ismaele Teglio Milla, Il duca Francesco Sforza pone la prima pietra dell’Ospedale Maggiore (1853), Olio su tela cm 175x235,2, inv. 1980,441
L’opera presenta una generale alterazione/ossidazione del protettivo ed un deposito di polvere coerente, sono visibili inoltre residui lucidi i corrispondenza di alcune figure. La pellicola pittorica presenta una stesura molto magra e sottile, sono visibili piccole deiezioni di insetti, alcune abrasioni, grraffi e piccole lacune. La tela, con trama sottile e fitta, risulta decisamente allentata e presenta ondulazioni accentuate con andamento verticale, sono visibili deformazioni negli angoli a destra. Si riscontra la presenza di una lacerazione sulla spalla destra del personaggio a sinistra, un foro con sfondamento della tela e lacuna del supporto nella figura inginocchiata a destra, una lacerazione in basso sulla figura inginocchiata a sinistra e alcune lacerazioni in corrispondenza dei bordi di tensionamemto. Il telaio presenta numerosi fori di tarlo, apparentemente non recenti.
Carlo Prayer, Ciro ritrova Pantea col cadavere di Abradate (1853), Olio su tela cm 162,5x227, inv. 1980,384
Il dipinto risulta quasi totalmente velinato. Sono visibili sollevamenti e lacune di notevole entità. La superficie pittorica visibile presenta un’evidente alterazione. Sono visibili residui cerosi sulla superficie. Tela tensionata e molto rigida. Visibile l'impressione della trama della tela sulla pellicola pittorica. Il telaio risulta leggermente aperto.
Informazioni sulla fruizione e orari di apertura
Le opere sono collocate nella Quadreria dell'Accademia di Belle Arti di Brera visitabile su appuntamento.