Descrizione di carattere storico artistico relativa all’oggetto
Ricavata all’interno degli spazi del Tribunale dei Mercanti e della trecentesca “Fonte Seca”, l’Ex Chiesa di San Rocco vide la luce in occasione della peste del 1513 quando i cittadini orobici decisero di ringraziare con un ex-voto la Madonna per la protezione ricevuta. Ampliato nel corso del XVI secolo, lo stabile venne dedicato a San Rocco oltre a esser affidato nel 1580 alla Confraternita omologa che iniziò ad occuparsi della sua gestione con la celebrazione quotidiana di messe e dei riti quaresimali. Dotata di un piccolo altare dove ospitare le reliquie del pellegrino francese e di una pala d’altare commissionata nel 1588 a Pietro Ronzelli (La Vergine addolorata e i Santi Rocco e Sebastiano), la chiesa subì una prima soppressione nel 1697 venendo riaperta quasi un secolo dopo dalla famiglia Salvioni. L’acquisizione da parte della nobile famiglia orobica concise anche con la realizzazione degli affreschi ideati nel 1856 da Giacomo Gritti e oggi purtroppo scomparsi complice il definitivo abbandono coinciso con la caduta in disgrazie della casata.
Sconsacrata definitivamente nel 1927, la chiesa ha conservato fino ad oggi una piccola cella campanaria a pianta quadrata così come il presbiterio, una parte delle decorazioni affrescate e in stucco, in particolare nella cupola di quest'ultimo e le lesene a sbalzo di stile neoclassico. Ad oggi, i locali in oggetto si presentano in buone condizioni statiche ma ciò che ne impedisce l’utilizzo è il pericolante soffitto decorato in stucco dell’aula, oggetto primario dell'intervento di recupero dell'agibilità.
L'immobile si compone inoltre della citata ex fontana, al piano inferiore, che si affaccia su Piazza Mercato delle Scarpe attraverso un'ampia vetrata ed è stata riqualificata dalla stessa associazione nel 2020. Da allora, sotto il nome di Spazio Volta, il locale della ex fontana, collocato esattamente sotto la navata, è spazio espositivo.
Informazioni sullo stato della conservazione
Lungo gran parte del secolo scorso e attuale l’ex chiesa è rimasta inagibile e in stato di abbandono. L’edificio, di proprietà comunale, si trova in condizione di avanzato degrado. Un ultimo e parziale intervento di restauro risale ai primi anni Ottanta, arenatosi nel 1984 e mai proseguito. Questo intervento ha permesso di consolidare l’immobile da un punto di vista strutturale, che stava mostrando i primi segni di cedimento, senza tuttavia occuparsi dello stato interno dei locali.
L’intervento di più urgente necessità riguarda la ricorritura del tetto consistente nel riordino e fissaggio delle lastre sottotegola, riordino del manto in coppi con aggiunta di fermacoppi in rame e revisione delle sigillature delle lattonerie. Contestualmente, la priorità è rivolta al contro-soffitto in stucco, causa principale di inagibilità. Se il tetto si presenta generalmente in buone condizioni il contro-soffitto reca evidenti tracce di copiose infiltrazioni avvenute prima dei lavori del 1984 e richiede puntuali interventi di fissaggio e restauro: della decorazione in stucco al cannucciato; del cannucciato alle travi. Il cornicione della navata centrale è in parte crollato e richiede probabili interventi di restauro e consoldamento con calce idraulica. Infine, per la parte architettonica, la navata necessita il completamento di una porzione del pavimento in cotto mancante.
Da un punto di vista decorativo, un attento lavoro di pulizia è richiesto per l'apparato parietale e la cupola del presbitorio, fermo restando il contro-soffitto già menzionato. A completamento dei lavori, in quanto al momento assenti, l'impianto antincendio, l'impianto elettrico a norma (già presente ma non a norma) e il rifacimento del bagno, oltre al necessario superamento delle barriere architettoniche per disabili.
Informazioni sulla fruizione e orari di apertura
L'immobile oggi non è accessibile al pubblico. L'ex chiesa è rimasta chiusa dalla seconda metà degli anni Settanta, quando a seguito di copiose infiltrazioni divenne inagibile. L'intervento di restauro mira infatti a recuperare l'agibilità attraverso la messa in sicurezza dei locali: la navata unica, il presbiterio e il locale attiguo, che potremmo definire sagrestia.
A seguito della riapertura, prevista per la fine della primavera 2024 se la ricerca di finanziamenti troverà riscontro positivo, la fruizione è immaginata per circa 120/150 giorni l'anno. Gli orari di apertura al pubblico saranno da giovedì a domenica dalle 11.00 alle 19.00, oltre ad ingresso su richiesta previo appuntamento.