Descrizione di carattere storico artistico relativa all’oggetto
BORGO MEDIEVALE
Cascina Monluè sorge su una zona conosciuta dai tempi dei Longobardi come Mons Luparium o “Monte dei Lupi”, locuzione che suggerisce l’etimologia dell’attuale nome. Qui nel 1267 i frati Umiliati di Santa Maria di Brera fondarono la loro “grangia”: una grande Abbazia composta da campi, edifici di lavoro, abitazioni di contadini e monaci e una chiesa dedicata a San Lorenzo in stile romanico-lombardo, rimasta intatta e ben visibile grazie all’imponente campanile cuspidato. L’importante opera di bonifica condotta dai monaci, che si distinsero anche per lo sviluppo delle manifatture laniere della città, diede un nuovo aspetto al paesaggio. La disposizione degli edifici religiosi in continuità con quelli agricoli segue la struttura tipica delle Abbazie Umiliate e marca la grande differenza da quelle Cistercensi: l’intero impianto è ancora oggi ben riconoscibile, sebbene frazionato, e rappresenta uno dei migliori esempi sopravvissuti di quel tipo di organizzazione.
In seguito al contrasto tra l’ordine degli Umiliati e San Carlo Borromeo, nel 1571 l’ordine stesso venne soppresso e tutte le loro proprietà, Monluè incluso, passarono in varie mani per quasi 150 anni.
DAL XVIII AL XX SECOLO
Monluè è documentata dal Catasto teresiano ad inizio ‘700 come un vasto complesso circondato da arativi sul collegamento tra Lambrate e Morsenchio: nel documento la cascina appare come un insieme di edifici intorno a una corte rettangolare.
Nel Catasto ottocentesco l’impianto mostra delle modifiche: il mulino venne trasformato nella forma attuale e si aggiunse la stalla, il lungo fabbricato sul lato nord ancora oggi esistente. Nel 1851 la Cascina venne acquisita dal Consiglio degli Orfanotrofi Pio Albergo Trivulzio e destinata a casa agricola, mentre la parrocchia continuò a svolgere la sua funzione per circa un migliaio di abitanti. Nel Novecento, in particolar modo nel Secondo Dopoguerra, il borgo si spopolò. Nel 1974 la costruzione della Tangenziale Est, che di fatto ne troncò i legami storici con la città, spinse i pochi abitanti rimasti ad andarsene.
Fino al 2009 Cascina Monluè fu concessa dal Comune di Milano a varie associazioni cittadine per farlo diventare luogo di aggregazione attraverso l’organizzazione di eventi, feste e concerti. Nel 2019 è stata data in concessione all’Impresa Sociale Cascina Monluè per costruire un rinnovato legame con il territorio e proseguire la sua storia.
DESCRIZIONE DELLA CASCINA
Il nucleo che comprende sette corpi che si sviluppano “a L” attorno ad una corte (Corpi A - B - B1 - C - C1 - D - E: per una visione dell'organizzazione dei corpi si rimanda al render fornito tra le immagini). La ristrutturazione è volta a definire un risanamento e un recupero del complesso in equilibrio con l’ambiente circostante e con caratteri tipici delle cascine lombarde. Gl interventi indicati in piattaforma fanno riferimento ai singoli corpi di cui è composto il borgo.
Informazioni sullo stato della conservazione
L’intero complesso è stato rilevato tramite bando da una compagine di realtà del Terzo Settore radicate nel territorio e costituitesi in Impresa Sociale nel 2019; al momento dell’aggiudicazione del bando da parte della prima R.T.I. nel 2014 e ancor più oggi il bene si trova in condizioni critiche; dopo anni di abbandono in cui ha subito i danni derivanti da incuria, occupazioni abusive, eventi meteorologici, infiltrazioni, azione corrosiva dello smog e crescita incontrollata di vegetazione, il complesso appare fatiscente e cadente, con evidenti problemi di sicurezza per chiunque si avvicini alla struttura.
Nel tempo la cascina ha subito crolli parziali delle coperture, con danni alla linea del tetto; in alcuni punti la struttura risulta pericolante, impedendo di fatto la possibilità di entrare o avvicinarsi senza adeguate protezioni o messa in sicurezza.
Lo stato di abbandono ha anche favorito l’occupazione abusiva e l’utilizzo sconsiderato degli spazi da parte di ignoti che, incuranti del valore storico del bene, ne hanno sfruttato gli ambienti con conseguente degrado. Particolare importanza avranno le operazioni di pulizia (bonifiche, rimozione rifiuti, rimozione del guano ecc.) e la messa in sicurezza funzionale a consentire l'accesso ai professionisti incaricati dell'aggiornamento progettuale.
Non è superfluo ricordare quanto l’immagine collettiva degli abitanti del territorio sulla cascina sia quella di un luogo abbandonato alla mercè di chiunque; in seguito ad una ricerca condotta dall’Università Cattolica di Milano - Facoltà di Psicologia del Lavoro, è emerso chiaramente come la percezione dei cittadini sia quella di un non-luogo che ha perso la sua funzione di riferimento aggregativo.
Informazioni sulla fruizione e orari di apertura
Il borgo sarà reso disponibile alla pubblica fruizione per tutta la durata della concessione (50 anni). Le iniziative saranno organizzate principalmente in orario diurno con la possibilità di aperture straordinarie e “notti bianche” in orario serale o tardo-serale. Eventi aggregativi e manifestazioni aperte alla cittadinanza saranno organizzate nei fine settimana, in risonanza con gli eventi cittadini.
Il termine dei lavori è previso per il 2025, anno in cui si intende inaugurare il borgo.