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Descrizione di carattere storico artistico relativa all’oggetto

Si tratta di una cappella di limitate dimensioni e a doppio livello: quello superiore a tre navatelle e l’ambiente interrato, anch’esso a tre ambienti comunicanti.

Nel 1932 a seguito di lavori di ristrutturazione dell’antica chiesetta cimiteriale comparvero le caratteristiche costruttive della parte inferiore dell’edificio che fecero supporre la preesistenza di un’altra chiesa ancor più antica; iniziarono gli scavi archeologici in seguito ai quali l’allora Sovrintendente ai musei e scavi d’antichità, ing. Eugenio Olivero, scriveva: “La cappelletta attuale è costituita da tre navate di dimensioni molto limitate, sia in lunghezza che in larghezza: più larga la nave mediana. Le tre navate terminano con absidi curve. L’interno è decorato a vivi colori in barocco del ‘700, manifestazione locale non priva di grazia e significato. Lo stesso tipo di decorazione barocca appare intorno alla parete d’ingresso in cui si legge un’iscrizione latina, che dice che la chiesetta antichissima, già eretta tra ruderi è ristorata del 1745; ciò è dimostrato dal genere di architettura della decorazione. Ma archeologicamente la cosa più interessante è il sotterraneo di detta chiesa, molto profondo, consistente in tre navate terminate da absidi circolari, fedele riproduzione della soprastruttura: sono due chiese analoghe, una sopra l’altra. In queste tre navatelle sotterranee erano accumulate ossa umane, ricettacolo di sepoltura dal ‘700 al 1835. … I muri di questi sono costituiti da pietrame, con carattere arcaico e poco diligentato. Nelle absidi sono state praticate, credo posteriormente, due finestrelle, tipo feritoie, prova che dette navatelle anticamente non erano interrate come attualmente. In questi muri sotterranei si trova qualche mattone romano di reimpiego, ed un tratto di muratura in laterizio che pare costruzione romana in posto.”

Varie sono le ipotesi sull’origine di questa costruzione. Tra le più attendibili è quella secondo cui in questo luogo, presso la strada romana che vi passava, intorno al IV secolo, vi fosse un nucleo di cristiani che innalzarono una cappella per il culto e, quindi, si tratterebbe della prima chiesa cristiana in San Mauro. Anche i più recenti studi confermerebbero tale ipotesi: l’accurato posizionamento dell’antico tracciato romano sull’attuale pianta dell’abitato evidenzia come la chiesa della Madonnina insista nello spazio dell’antica griglia romana.

La chiesetta ipogea venne abbandonata forse a causa della parziale distruzione causata da un importante smottamento della collina, probabilmente avvenuto verso la fine del VI secolo d.C. Ad oggi non è accertato se la cappella, prima della ricostruzione-restauro del 1745, fosse in qualche modo utilizzata: la zona antistante la cappella della Madonnina era impiegata per le sepolture dei fedeli - come confermato da Mons. Peruzzi durante la visita apostolica del 1587 (“cimitero circondato da muro”) - almeno fino al 1713.

Informazioni sullo stato della conservazione

La raffigurazione centrale nell’abside costituisce un rifacimento pittorico di una probabile più antica effigie raffigurante la Vergine del Manto. Sulla superficie pittorica si riconosce una discontinuità superficiale e leggere differenze cromatiche che permettono di ipotizzare la presenza di porzioni pittoriche originali.

Come all’interno, anche all’esterno le deprecabili condizioni di degrado mettono a rischio la sopravvivenza stessa di tale apparato decorativo, specialmente sulla facciata che mostra ancora pochi residui brani dell’arredo pittorico policromo settecentesco che un tempo ne ornava il prospetto, incluso il cartiglio recante l’iscrizione che ricorda il 1745, data della ricostruzione della cappella.

Informazioni sulla fruizione e orari di apertura

La Cappella fa parte della Parrocchia di Santa Maria Pulcherada e viene utilizzata per l'esercizio del culto cattolico.

DESCRIZIONE DEGLI INTERVENTI CON RACCOLTA APERTA


RACCOLTA FONDI

Raccolta aperta

Raccolta aperta

FASE ATTUATIVA

Lavori in corso

IMPORTO 118.714,14 €

 slide
DESCRIZIONE INTERVENTO

Obiettivo dell’intervento è quello di fornire un quadro complessivo sullo stato di conservazione attuale della chiesa e un programma d’intervento finalizzato alla conservazione artistica e alla messa in sicurezza del manufatto, unita ad una campagna di indagini conoscitive volte ad approfondire lo studio del manufatto, che verrà condotta in collaborazione del Politecnico di Torino grazie ad una tesi della Scuola di Specializzazione in Beni Architettonici e del Paesaggio, condotta dalla specializzanda arch. Myriam Sandalo.

La linea interpretativa che ha indirizzato le scelte progettuali è quella della conservazione; ciò premesso, le scelte esecutive che si presenteranno in fase di cantiere verranno valutate ed esaminate in accordo con i funzionari della Soprintendenza che esercitano l’Alta Sorveglianza.

La cappella della Madonnina versa in stato di degrado avanzato e di abbandono.

L’intervento in progetto si pone i seguenti obbiettivi:

  1. campagna d’indagini finalizzata alla comprensione storico-artistica e alla migliore fruizione della cappella ipogea, da eseguirsi con l’assistenza di operatori archeologi qualificati e sotto il controllo tecnico–scientifico della Soprintendenza;
  2. messa in sicurezza dei lacerti di intonaco e delle pitture murali della cappella ipogea;
  3. esecuzione di opere indispensabili alla conservazione della materia delle superfici interne ed esterne della cappella.

In particolare, l’intervento mira al consolidamento di tutte le superfici ad intonaco ed alla messa in sicurezza delle porzioni a rischio di caduta, operazioni non più prorogabili, in quanto il degrado in atto ne sta mettendo a rischio la conservazione.

La fase di studio che ci si propone è un passo importante per la conoscenza delle vicende storiche del manufatto e per la conservazione del bene nel suo complesso, in modo da renderla nuovamente fruibile dalla collettività.