Attività principali dell'istituzione
DESCRIZIONE STORICA
La città di Tharros, adagiata sul mare e baciata dal sole, giace nella Penisola del Sinis, a Cabras, sulla costa centro occidentale della Sardegna. Venne fondata dai cartaginesi nel VII secolo a.C., in un’area dalla storia antichissima già frequentata in età nuragica, come dimostrano i resti di un villaggio protostorico risalente all’età del Bronzo medio-recente. Non conosciamo l’esatta posizione del primo impianto dell’abitato cartaginese ma sono rimaste importanti tracce costituite dal tofet, il santuario dei fanciulli morti in tenera età, e da due necropoli.
Nel V-IV secolo a.C. secolo a Tharros iniziano a sorgere edifici monumentali, che ancora in parte si conservano sotto quelli di età successiva. Alcuni tra i più importanti luoghi di culto di Tharros risalgono all’età punica, tra questi il “tempio delle semicolonne doriche”, in gran parte smontato in età primo-imperiale, che doveva essere costituito da una piattaforma che culminava con un tempietto o un altare.
A partire dalla conquista romana dell’isola, avvenuta nel 238 a.C., ha inizio un processo di profondo cambiamento che raggiunge l'apice nell’età romano-imperiale, quando viene effettuata un’imponente risistemazione urbanistica. Le strade vengono dotate di una pavimentazione in basalto e viene realizzato un sistema fognario molto articolato per lo smaltimento delle acque bianche. Vengono poi edificati numerosi edifici pubblici monumentali, tra cui tre impianti termali nella parte centrale della città, a poca distanza l’uno dall’altro.
Anche l’acquedotto, i cui resti sono in parte visibili lungo la strada moderna che conduce agli scavi, è riconducibile all’età imperiale. A questo viene connesso il cosiddetto castellum aquae, un grande edificio posto al centro della città, che doveva fungere da deposito dell’acqua.
INFORMAZIONI SULLO STATO DELLA CONSERVAZIONE
La città di Tharros è oggi uno dei più importanti siti archeologici del Mediterraneo occidentale. Le prime notizie di scavi effettuati nella necropoli meridionale risalgono agli anni Trenta dell’Ottocento, le ultime sono recentissime, degli ultimi mesi del 2022. Un’attività costante che si affianca alla perenne necessità di restauro dei reperti già affiorati, costantemente esposti agli agenti atmosferici e in particolare al maestrale.
Contemporaneamente procede anche il progetto di infrastrutturazione del sito, al fine di migliorarne l’accessibilità e garantire all’area una migliore fruibilità e un costante flusso turistico.