Attività principali dell'istituzione
Sceneggiatori, coreografi, registi, arrangiatori e compositori, attori e musicisti di spiccato talento, noti e meno noti, confluiscono in un cartellone di grande respiro che va oltre la logica spettacolistica, per aiutare lo spettatore a uscire dall’isolamento (causato dalla pandemia) e a immergersi nel bello senza confini. Il tutto grazie ai linguaggi delle varie arti e alla loro evoluzione nei secoli – tuttora in corso – come indicano gli adattamenti e le trascrizioni di musiche, testi e coreografie che, insieme agli inediti, caratterizzano il corposo programma.
La XIX edizione del Festival d’autunno, grazie a una molteplicità di eventi diversi tra loro, racconta un viaggio senza confini, usando la musica come fil rouge: si va dalla cultura argentina alla storia del melodramma; dagli albori della cinematografia, alla commedia italiana portata in scena da Christian De Sica. E poi alcuni simboli musicali del XX secolo: gli Spandau ballet (Tony Hadley 40th anniversary), la musica popolare, quella d’autore italiana, fino ad arrivare ai linguaggi innovativi contemporanei dei nuovi compositori, arrangiatori, coreografi.
Tre sono le produzioni-simbolo di questa edizione, presentate in prima nazionale: Attraverso l’universo. Viaggio nel tempo; Da Mozart ai Pink Floyd; Fordlandia.
Un viaggio a ritroso nel tempo, il primo, che con musica appositamente creata miscelando quella tradizionale con l’elettronica , parole e passi di danza, ripercorre istanti della nostra storia. Il secondo è un itinerario nella musica degli ultimi tre secoli attraverso stili e generi diversi gli uni dagli altri: dalle trascrizioni più “virtuosistiche” di Liszt, all’Opera da tre soldi di Brecht, dal rock dei Pink Floyd e dei Queen alle melodie italiane.
Un percorso riparatore pieno di speranza e di pace, è infine il balletto Fordlandia, con la mitica Lucia Lacarra, una delle più importanti ballerine al mondo, che insieme a Matthew Goldwing, immersa nella musica e nelle immagini a tutto schermo, proietta lo spettatore in un viaggio tra realtà e sogno.
Il tutto senza tralasciare due impegni che il Festival assume ormai da anni. Il primo riguarda la valorizzazione di location storiche spesso poco conosciute, incastonate in borghi dove il tempo sembra essersi fermato. Dopo quelle del centro storico di Catanzaro – anche quest’anno “palcoscenico” della rassegna – abbiamo deciso di utilizzare come suggestiva ambientazione di alcuni spettacoli la Grangia di Sant’Anna di Montauro, risalente all’anno Mille; lo straordinario palazzo baronale dei Marchesi di Francia a Santa Caterina dello Jonio; il parco archeologico urbano “Gianmartino” di Tiriolo che custodisce meravigliose testimonianze risalenti al III secolo a.C.. La seconda mission è quella di sostenere i giovani artisti locali. Lo abbiamo sempre fatto e, anche quest’anno, garantiremo a cantanti, musicisti, band emergenti di farsi conoscere dal grande pubblico grazie al talent “Next generation”.